Seguiamo costantemente i comunicati e le news riguardanti la questione adesioni alla proposta transattiva di Veneto Banca e Pop Vicenza, e cerchiamo quindi di delineare il quadro prospettico, fermo restando – come già detto nell’ultimo articolo – che abbiamo uno stop loss sulla piccola posizione in Veneto Banca sotto 80.
Le ultime notizie importanti riguardano da un lato il progresso delle adesioni dei vecchi azionisti e dall’altro alcune dichiarazioni di Castagna – AD del Banco BPM – in merito ad Atlante 2.
In base alle ultime notizie le adesioni per Veneto Banca sono arrivate al 60% (Il Sole 24 Ore riporta percentuali effettive leggermente più basse, dando il 60% come prospettico), in avvicinamento quindi alla soglia dell’80% fissata come precondizione al concorso dello Stato nella ricapitalizzazione dell'istituto. Di fatto in questi ultimi giorni le adesioni sono cresciute oltre le aspettative e questa è certamente una buona notizia.
Nel frattempo, l'amministratore delegato del Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha aperto alla possibilità di usare Atlante 2 per l'ulteriore ricapitalizzazione delle due banche, seppur a posteriori dell’esito del dibattito con la Commissione europea e con la BCE e quando sarà quindi chiara la necessità di capitale cui avranno bisogno le banche venete. Considerando che meno di un mese fa Castagna si era dichiarato contrario alla possibilità di usare i fondi residui di Atlante 2 per le banche venete, possiamo considerarlo un ulteriore passo avanti.
Intanto proseguono le trattative con la BCE per la fusione, ritenuta indispensabile dalle due banche, stando a quanto riporta Il Sole 24 Ore. Infatti Vento Banca e Pop Vicenza hanno inviato (come richiesto dalla BCE) due risposte separate (la BCE nei giorni scorsi aveva richiesto a ciascuno dei due istituti piani industriali separati per il finanziamento del fabbisogno di capitale), che contengono, tuttavia, la stessa richiesta: non ci può essere altra via per la sopravvivenza delle due ex popolari venete se non quella della fusione, la quale deve essere supportata dagli aiuti di Stato, strumento fondamentale per una ricapitalizzazione precauzionale.
Si attende quindi il responso della BCE, che con molta probabilità aspetterà il 22 marzo – giorno di chiusura dell’offerta transattiva rivolta ai vecchi soci – per esprimersi in merito alla strada percorribile per le due banche, in subordine al risultato definitivo del piano di rimborsi. Infine, il ruolo dello Stato, che ribadisce l’appoggio all’operazione di fusione, e che deve esercitare una efficace “moral suasion” nei confronti dell’Europa e della BCE.