Cedole & Dividendi
Spulciando i mercati escono qua e là occasioni interessanti che meritano quanto meno un’analisi più approfondita.
Da Borsa Italiana
► Un Italy a tasso variabile con cedola minima 4,25% - Una vecchia emissione del 1999, una trentennale di allora che ha vissuto alti e bassi. Di fatto gli Italy sono titoli di Stato italiani a tutti gli effetti, con la sola differenza che pagano la cedola solo una volta l’anno. Logicamente hanno subito la pressione rialzista da Quantitative Easing, ma negli ultimi mesi si è registrata una flessione non trascurabile. Ecco perché prendiamo in considerazione un tasso variabile un po’ particolare: valuta euro – tasso pari all'80% dello swap a 30 anni rilevato due giorni lavorativi antecedenti il pagamento il 28 giugno di ogni anno, ma la cedola non può essere comunque inferiore al 4,25% del valore nominale – scadenza 28/6/2029 – Isin XS0098449456 – importo 905 milioni di euro – lotto minimo 5.000 euro. Lo swap a 30 anni rende oggi l’1,32% e quindi la percentuale dell’80% corrisponde all’1,056%, nettamente inferiore rispetto al 4,25% di cedola minima. Il bond quota sui 116, ma a ottobre scorso si muoveva sui 127. Il rendimento lordo attuale si aggira sul 3,6% e giustifica un eventuale posizionamento iniziale, da aumentare con il decrescere della quotazione (per esempio un secondo acquisto sui 110 e successivi). Resta naturalmente il rischio emittente, che ciascuno giudica in maniera differente a seconda delle visioni sulle prospettive future del nostro Paese. Segnaliamo solo che nel 2011 questo Italy scese sotto quota 70, per poi progressivamente salire fino a quasi 130.
► Uno strano tasso variabile in Usd – La rincorsa ai tassi variabili in dollari non sembra aver coinvolto un curioso bond di Société Generale, che ha una scadenza lunga (2026), la più lunga per i t.v. in $ sul Mot, ma che potrebbe essere richiamato anche anticipatamente, al prezzo di 100. Tale ipotesi, oggi poco probabile, comporterebbe comunque una rilevante plusvalenza, poiché il Soc. Gen. quota sul Mot (come su Tlx) sui 93,5. Così la struttura: valuta dollaro Usa – tasso variabile pagabile trimestralmente il 16 dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre di ogni anno e pari al tasso Usd Libor 3 mesi, con “floor” al 2% e “cap” al 4% – scadenza 16/3/2016 – Isin XS1265960739 – importo 25 milioni di Usd – lotto 2.000 Usd. Ha scambi modesti, ma “spread” accettabili (negli ultimi giorni circa 40 punti base). Il “cap” al 4% è limitativo; ciò nondimeno la quotazione attuale porta il rendimento a quasi il 2,8%. Probabilmente il titolo non registrerà performance strabilianti nei prossimi mesi, perché il divario fra yield attuale e “cap” è contenuto, ma se la Fed si limitasse a soli pochi ulteriori aumenti dei tassi nei prossimi due anni, questo “t.v.” potrebbe riservare buone soddisfazioni.
► Il Tier 2 di Banco BPM ha un difetto, ma…- Superata ormai la difficile fase della fusione fra Banco Popolare e BPM, si intravede un percorso più semplice nel futuro del nuovo istituto, le cui obbligazioni sono sempre state interessanti in termini soprattutto di tipologia. Un esempio si riferisce al tasso fisso 5,5%, subordinato Tier 2, che presenta l’impianto cosiddetto “Amortising”, cioè a rimborso negli anni: valuta euro – tasso fisso 5,5% - scadenza 18/11/2020 (ma è previsto un rimborso anticipato alla pari tramite ammortamento in 5 rate annuali costanti dal 18 novembre 2016 scorso fino a scadenza) – Isin IT0004966823 – importo emesso 800 milioni di euro – lotto 1.000 euro. Il titolo quota sui 103,4 euro al Mot, con un buon numero di contratti giornalieri e ha registrato discese rilevanti di quotazione negli ultimi mesi, complice proprio la tensione da fusione. Il rendimento effettivo lordo è sul 4,4%, ma certamente il rimborso scadenzato penalizza perché comporta – al prezzo attuale – una perdita in conto capitale ogni anno. Sarebbe consigliabile (ed è scontato!) entrare solo sui 100, il che nella fase attuale appare improbabile. E allora? Piccole entrate scaglionate in presenza di correzioni, sempre possibili. Il fattore Tier 2 incide poco ma è pur vero che un subordinato comporta una volatilità media superiore a quella di un senior.
Dal mercato “Otc”
► High risk! Il gigante israeliano ha perso tanto - Teva Pharmaceuticals Industries Ltd è un’azienda farmaceutica globalizzata attiva in sviluppo, produzione e vendita di farmaci equivalenti, innovativi e principi attivi. Fondata nel 1901 a Gerusalemme, è tra le prime dieci aziende farmaceutiche al mondo: opera in 80 Paesi e conta oltre 58.000 dipendenti. Un recente cambio dei vertici, dovuto ad alcune strategie (acquisizione e lancio prodotti) considerate errate, ha depresso il titolo in Borsa e quindi anche le obbligazioni della società, il cui rating è Baa2 da parte di Moody’s, equivalente a una BBB di S&P. Fra le sue emissioni segnaliamo la seguente: valuta Usd – cedola fissa 3,15% - scadenza 1/10/2026 – Isin US88167AAE10 – importo 3,5 miliardi di Usd – lotto 2.000 Usd. Quota sul secondario sui 92/92,5, ma a ottobre 2016 si muoveva sopra i 100. Un titolo in ottica puramente speculativa, da valutare per un trading di breve/medio termine, puntando a un rimbalzo di qualche punto in percentuale. E’ pur vero che la pressione al rialzo dei tassi non lascia grandissimi spazi di recupero, data la “duration” di 8,1, il doppio rispetto allo yield attuale del 4,1%. Non è un buon rapporto, ma ciò non deve preoccupare chi guarda al breve termine.
► High risk! Un subordinato Usa per non fare niente – Comprare un bond vicino alla pari, incassare elevate cedole e niente più: è una strategia da cassettista che comporta certamente rischi, ma con il vantaggio di lasciar andare l’operazione al traguardo finale, sebbene la scadenza sia formalmente lunghissima nel caso delle nuove emissioni di Viacom (rating BB), società televisiva internazionale che gestisce canali in tutto il mondo (per esempio MTV, Comedy Central, Nickelodeon, Paramount Channel, VH1 e Viva), di cui si è scelta quella con cedola più elevata: tipologia subordinato – tasso fisso 6,25% – scadenza 28/2/2057, ma prevede una “call” il 28/2/2027 a 100; nel caso non fosse esercitata il tasso fisso si trasformerebbe in tasso variabile Us Libor 3 mesi + 3,899% - Isin US92553PBC59 – importo 650 milioni di Usd – lotto 2.000 Usd. Quota sul secondario sui 101,2/101,4, con una buona liquidità. Il rischio di credito è inevitabile, sebbene la società abbia solidi radici e sia in piena espansione, grazie a una presenza assolutamente globalizzata. Il rischio “duration” è altrettanto inevitabile per un tasso fisso. Detto questo, è pur vero che (sempre che si operi tramite un conto in dollari) si ottiene un rendimento lordo sul 6%, senza preoccuparsi delle quotazioni, che potranno anche ballare nel tempo, ma non comporterebbero perdite nel portafoglio di chi scegliesse solo di acquistare e incassare elevate cedole.