Quattro nuovi buy per il nostro portafoglio


Oggi quattro nuovi ingressi nel nostro portafoglio, ancora pingue di liquidità da sfruttare. Come da segnali operativi inviati via SMS precedentemente, inseriamo in portafoglio i seguenti titoli e ne vediamo ora qui le ragioni della scelta.

1. EIB TF 1,75% AP18 CAD (XS0921767116)
2 .WORLD BANK 3,00% FB27 AUD (XS1550144668)
3. Bca Aletti Target Cedola Volkswagen 16.11.2018 (IT0004968761)
4. Bca Aletti Target Cedola Eni 18.10.2018 (IT0004963739)

I primi due titoli sono obbligazioni sovranazionali (Bei e World Bank, massima solidità e massimo rating pari a AAA) in due valute che hanno una buona impostazione contro Euro. Si tratta del dollaro canadese (CAD) e del dollaro australiano (AUD), valute che si stanno rafforzando poiché appartenenti a Paesi con buona crescita economica e stabilità politica. La “fame” di rendimenti ci porta a scrutare oltre i  “patrii” confini dell’Euro per puntare su valute in rafforzamento e con tassi di rendimento ancora accettabili. Non di meno, essendo titoli equiparati ai titoli di Stato hanno la tassazione agevolata al 12,5%.

La Bei, di fatto è un monetario, e certamente non ci volgiamo accontentare dello 0.85% netto ma puntiamo (ovviamente…) alla rivalutazione del cambio in ottica di extra-rendimento. Sulla World Bank, che vista la scadenza decennale potrebbe nascere qualche dubbio in merito all’attuale situazione dei tassi, è importante considerare che i tassi Euro sono una cosa mentre i tassi in altre valute sono un altro paio di maniche.

In particolare, l’Australia è la dodicesima potenza economica mondiale ed è ricca di risorse naturali ed energetiche; infatti il Paese ha fatto delle esportazioni di materie prime (in primis verso la Cina), uno dei suoi volani economici fondamentali, vantando inoltre un sistema finanziario e assicurativo tra i più ricchi al mondo. I fondamentali economici hanno supportano il trend positivo anche nel 2015, ove la crescita è stata pari al 2,5%, trainata da un aumento dei consumi privati, dagli investimenti nel settore immobiliare e da un positivo trend delle esportazioni. L’inflazione è scesa dal 2,3% all’1,7% e il deficit pubblico è stato pari al 2,5% del PIL, a fronte di un debito complessivo (2015) pari al 36,3%.

In ottica del rischio tasso è particolarmente interessante considerare la politica monetaria australiana: infatti la Banca Centrale ha portato lo scorso anno i tassi d’interesse al minimo storico dell’1,50% e aprendo ad ulteriori possibili abbassamenti del costo del denaro. Questo ovviamente significa che la scadenza 2027 si “trasforma” da un rischio in un’opportunità poiché se i tassi dovessero ancora essere limati al ribasso i prezzi ne beneficerebbero. Nella recente riunione di politica monetaria la Banca Centrale australiana ha lasciato i tassi invariati.

Per entrambi inseriamo in portafoglio un nominale (in valuta) pari a 4.000 AUD e 4.000 CAD che al cambio corrente sono circa 3.000 Euro per posizione e che pesano per circa un 3,00% ciascuna dell’intero portafoglio. Come consuetudine sono contabilizzate in portafoglio al prezzo Mid denaro/lettera del book al momento dell’invio dell’SMS operativo.

Gli altri due titoli sono dei Certificates, mai usati prima in questo portafoglio ma che se scelti e valutati con cura possono dare il loro contributo mantenendo fede alla vocazione di rischio contenuto del nostro asset. Come certamente saprete, i Certificates sono strumenti complessi (costruiti con opzioni, per farla semplice…) con sottostati azionari tra i più disparati, e che possono pagare cedole condizionate o incondizionate all’evento azionario. Non ci dilunghiamo qui nella disamina di tutte le varianti che sono moltissime, ci basta approfondire quelli che inseriamo in portafoglio.

Quelli che noi inseriamo in portafoglio sono di fatto delle “obbligazioni” con cedole (condizionate) legate all’azionario, poiché hanno capitale garantito (rimborsano sempre a 100) e hanno rendimento minimo garantito (quotano sotto 100 per cui se anche non pagassero nessuna cedola avrebbero rendimento positivo) e sono ottimi per partecipare ai rialzi di Borsa senza far correre rischi al capitale. Inoltre, avendo scadenze molto corte ed essendo assimilabili a obbligazioni, sono di fatto degli ottimi parcheggi di breve termine ben remunerati.

Entrambi i certificati pagano una cedola all’anno se l’azione sottostante è superiore alla Barriera; quotando ampiamente sotto pari garantiscono un rendimento minimo di circa il 2% ognuno. Il sottostante Volkswagen, con scadenza 16.11.2018 ha un livello di barriera posto a 191,65 con il titolo che ora viaggia in area 145,60: ciò significa che la distanza dalla barriera è oggi pari a -24% circa. Se a novembre 2017 e a novembre 2018 il titolo si trova sopra la barriera il certificato stacca una cedola del 5,25%; ciò significa che abbiamo un potenziale massimo di rendimento del 10,50% a fronte del rischio di percepire solo il minimo garantito, che ai prezzi correnti del certificato si aggira intorno al 2%.

Il sottostante Eni, con scadenza 18.10.2018 ha un livello di barriera posto a 18,65 con il titolo che ora viaggia in area 14,65: ciò significa che la distanza dalla barriera è oggi pari a -22% circa. Se a ottobre 2017 e a ottobre 2018 il titolo si trova sopra la barriera il certificato stacca una cedola del 6,75%; ciò significa che abbiamo un potenziale massimo di rendimento del 13,50% a fronte del rischio di percepire solo il minimo garantito, che ai prezzi correnti del certificato si aggira sempre intorno al 2%.

Per entrambi inseriamo in portafoglio una quantità di 25 pezzi per ogni certificato, quindi circa 2.500 Euro per posizione e che pesano per circa un 2,50% ciascuna dell’intero portafoglio. Poiché i Certificates sono piuttosto illiquidi ed essere serviti al Mid tra denaro/lettera potrebbe non essere agevole, sono contabilizzati in portafoglio al prezzo lettera del book al momento dell’invio dell’SMS operativo.