Seconda settimana di rendimenti al rialzo sul mercato obbligazionario, che in questa settimana hanno proseguito ad allargare i rendimenti impliciti. Le obbligazioni, quindi, hanno ritracciato sul fronte dei prezzi per la seconda settima consecutiva; in alcuni casi la correzione dei prezzi è stata più marcata come vedremo più avanti nell’articolo, e la prima impressione è che siano in atto manovre di “aggiustamento” per l’utlima parte dell’anno. Al momento non ne comprendiamo la vera ratio ma iniziamo a porci delle domande che probabilmente troveranno risposta nelle prossime settimane. Quindi oggi vediamo un mercato obbligazionario ben disposto a concedere rendimenti sensibilmente migliori rispetto a quelli di qualche settimana fa: che sia ripreso il trend primario di rialzo per i rendimenti? Come sempre, lo sapremo se e quando i livelli sensibili saranno violati.
La nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, ci mostra questa settimana una curva con rendimenti impliciti leggermente più alti rispetto alla scorsa rilevazione. Sul tratto a lunga siamo ora sopra area 1,50% per le scadenze dal 2039, mentre area 1,40% la rivediamo già dalle scadenze 2035; sulla scadenza a 10 anni sfioriamo di un soffio area 1% rispetto allo 0,94% della settimana scorsa. Si muove un po’ anche la parte a breve, con ritocchi all’insù di qualche basis point, mantenendo di fatto invariata la ripidità della curva nel suo complesso. Come già osservato scorsa settimana, meno mossi i forward su Euribor 6 mesi, con il tratto a lunga che rimane appena marginalmente sopra area 2,00% e con la parte a breve che pare confermare un lieve irripidimento; sostanzialmente immutate anche le aspettative del mercato in merito alla vera ascesa dei tassi.
Come dicevano nello scorso articolo, in base all’impostazione di politica monetaria della BCE, il mercato si attende l’inizio del vero cambio di rotta sui tassi solo dal 2019, anche se i Forward al momento non stanno evidenziando in modo netto queste aspettative. Tuttavia, va tenuto in debito conto che, seppur con tassi ufficiali di sconto fermi, non è affatto detto che i rendimenti impliciti dei bond non possano salire, anzi. Ne consegue che la lettura dei Forward va sempre combinata con la ZC Yield Curve e, ovviamente, con le dinamiche prezzo/rendimento espresse dalle obbligazioni.
Lievemente contrastati, rispetto alla struttura a termine dei tassi, gli spread e i rendimenti dei benchmark governativi decennali: di fatto in termini di rendimento allargano tutti a parte il Portogallo che prosegue la sua marcia trionfale di “riscatto” dopo anni di limbo, mentre in termini di spread è singolare l’andamento della Spagna che, a fronte di uno yield fondamentalmente stabile, vede una riduzione di alcuni bps. Il Bund si riporta frazionalmente sopra 0,40%, di rendimento, mentre il nostro Btp prende un po’ una botta e allarga di quasi 20 bps con il rendimento che va a 1,95% e lo spread a 154 circa. Come dicevamo, solo il Portogallo prosegue a muoversi in controtendenza, ritoccando ulteriormente al ribasso il rendimento che ora viaggia a 1,83% e con lo spread vs Bund a 141 bps. Siamo ancora con tutti i decennali governativo sotto il 2% di rendimento, ma qualcuno inizia ad avvicinarsi.
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati, arriva una potenziale conferma dall’area UK con il modello Trendycator che torna in area neutra e quindi ci avvisa che almeno per il momento la fase di avanzata dei rendimenti è terminata. Come detto nelo scorso articolo, questo è il risultato dei termini stabiliti per la Brexit, che hanno portato indubbio beneficio al Regno Unito; la sterlina sta conservando quel po’ di forza conquistata sull’Euro rimanendo ben stabile sotto 0,90.
Stabili invece le impostazioni dell’area USA e dell’area Euro. Oltreoceano abbiamo una possibile conferma del BT-LO (dopo il BOTTOM registrato ormai qualche mese fa)e con rendimenti che in settimana hanno allungato provando ad interessare l’area (linea azzurra) sopra la quale i rendimenti dovrebbero allungare con decisione visto un Trendycator che ormai è verde da nove settimane consecutive. Nell’area Euro il nostro Btp conferma il rimbalzo osservato la settimana scorsa e abbandona velocemente il “supporto” in area 1,70% portandosi di poco sotto il 2% di rendimento. Trendycator è ancora impostato al ribasso, ma la sensazione è che si rivedrà la neutralità tra non molto tempo. Rimbalza anche il Bund in modo abbastanza convinto nonostante permanga la situazione di neutralità moderatamente ribassista.
Il quadro, pare, sta iniziando a modificarsi da due settimane a questa parte: dopo un periodo di sostanziale stabilità il mercato obbligazionario inizia a muoversi con maggior volatilità, pur non essendo di fatto cambiate le premesse o i programmi “macro” di BCE e FED. E’ in queste fasi di mercato che la pianificazione strategica del portafoglio obbligazionario ha maggior valore – e presenta maggiori rischi – poiché quanto prima si comprende quale sarà il trend tanto meglio saremo in grado di assettare il portafoglio scegliendo i bond più adatti. Sotto questo profilo, vi è da dire, che le linee tracciate ormai in tempi non sospetti sono sempre valide e si stanno rilevando anche adeguate al contesto. Come detto nello scorso articolo, quindi, l’idea è di continuare a preferire tassi variabili con scadenze medio/lunge e timing di ingresso focalizzato quando i rendimenti impliciti salgono; tassi misti (fisso+variabile) con buoni spread sulla parte variabile e tassi fissi a brevissima scadenza. Occhio all’inflazione, poiché i concerti timori di una fiammata inflazionistica in Germania potrebbero far cambiare i piani della BCE prima del tempo.