Prime anticipazioni sui contenuti del piano costruito dai Repubblicani. E prime previsioni su quali “shares” ne godranno di più.
Cedole & dividendi
Un mega taglio delle tasse sta per “arricchire” gli americani. Si è ormai al conto alla rovescia per l’avvio del tanto atteso piano fiscale di Trump, annunciato oggi in pompa magna dai Repubblicani, piano che dovrebbe rappresentare una sfida a livello mondiale. In particolare si prevede:
● la corporate tax, riferita alle aziende, scenderà dal 35 al 20%, sebbene non sia ancora noto con quali tempi e durate;
● le imposte sui redditi vedranno l’aliquota massima restare al 39,6%, ma da una soglia più alta;
● sarà abolita la tassa di successione, forse solo dal 2024, il che costituirà una vera rivoluzione oltre Oceano.
Sono prime anticipazioni, che giungono proprio nelle ore in corso dai media statunitensi. Wall Street non ha reagito nel migliore dei modi, registrando cali, sebbene contenuti. Le notizie in merito alla riforma erano però già note da alcuni giorni.
A questo punto c’è da chiedersi quali azioni Usa risentiranno più positivamente nel tempo da una vera e propria rivoluzione, che – per detta di molti analisti – non si riflette ancora nelle valutazioni del mercato. Ulteriori rimbalzi in vista quindi? La prudenza si impone per tre motivi:
1°) non è detto che la riforma passi così come anticipata. L’approvazione da parte del Parlamento potrebbe portare modifiche, ma i tempi saranno corti: entro fine anno.
2°) non si conoscono ancora i periodi di attuazione della riorganizzazione fiscale;
3°) è poco chiaro se l’impatto riguarderà più le grandi corporate o le piccole e medie aziende.
Certo è che le azioni Usa resteranno nuovamente e per molto tempo sotto l’osservazione degli investitori, proprio per possibili “upside” di alcuni settori rispetto ad altri.
La domanda di quali titoli potrebbero trarre maggiori benefici diventa oggi imprescindibile, pur in un quadro ancora confuso. Lombard Report è andata a spulciare vari documenti ancora non pubblici sul tema e ne è uscita una prima scrematura di azioni Usa potenziali candidate a ottenerne più rilevanti sostegni.
Per ora è una lista, che nelle prossime settimane analizzeremo più compiutamente, anche perché si tratta di nomi in molti casi poco noti.
Ci sono comunque da considerare due impatti, uno riferito alla tassazione sulle società negli Usa e uno al rimpatrio di capitali detenuti all’estero.
Sul primo fronte le azioni Usa favorite sono le seguenti: Hilton Worldwide, Charter Communications, Comcast, Dollar Tree, Advance Auto Parts, Cme Group, Unitedhealth Group, Allergan, Alaska Air Group, Southwest Airlines, Csx Corporation, Alliance Data System, Global Payments e Nucor Corporation.
Sul secondo fronte le azioni Usa avvantaggiate risultano: Gilead Sciences, Rockwell Automation, Cisco Systems, Lam Research, Applied Materials e Microsoft.
C’è di che valutare le potenzialità reali di rialzi delle loro quotazioni. Per ora sono solo elenchi. Presto le analizzeremo in maniera più dettagliata.
Questo report non costituisce sollecitazione all’investimento e contiene informazioni giornalistiche a puro scopo divulgativo.