Mercato obbligazionario: finita l’euforia post Draghi?


In queste ultime sedute stiamo assistendo ad una secca correzione sui mercati azionari, cosa che – seppur in maniera meno decisa – è avvenuta nel corso della settimana scorsa sul mercato obbligazionario; il reddito fisso è ora in recupero, anche ovviamente stanti le dinamiche sull’azionario. La domanda è quindi lecita e spontanea, sia in ottica obbligazioni sia in ottica azioni. Siamo ad un punto di svolta? L’effetto Draghi è stato ormai metabolizzato? Poi, è anche vero che in questi ultimi giorni si è tornati a parlare di sofferenze bancarie e di aumenti di capitale per alcuni istituti, in taluni casi anche pesanti.

Come sempre, affidiamoci alla lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, che ci dà una visione più precisa dell’andamento dei rendimenti impliciti nonché sulle attese degli stessi con la lettura dei forward su Euribor. Ebbene, di fatto la nostra ZC-Yield Curve è rimasta sostanzialmente invariata, con rendimenti sempre poco sotto area 1,50% sul tratto sino ai vent’anni e sempre sotto area 1,60% per le scadenze sino ai 27 anni; solo per scadenze dai trent’anni ci portiamo a rendimenti di poco superiori. Sempre stabile la parte a breve.

Praticamente immobili anche i forward su Euribor 6 mesi, con il tratto a lunga che rimare a lambire area 2,20% e il tratto a breve che conferma tassi ancora bassi in accordo con la politica monetaria dichiarata dalla BCE.

Poco mossi gli spread, che evidenziano scostamenti di una manciata di punti base rispetto alla scorsa settimana; di conseguenza stabili anche i rendimenti dei benchmark decennali governativi con il Bund sempre sotto area 0,40% di rendimento il Bund e tutti gli altri benchmark ormai stabili sotto al 2% di rendimento.

Pertanto, nonostante la correzione della settimana passata, sul mercato obbligazionario non pare che l’effetto Draghi sia svanito, e l’evidenza ci è data dai livelli di rendimenti impliciti della ZC-Yield Curve così come dall’analisi degli spread e dei redimenti dei decennali governativi: Potenzialmente diverso, invece, il discorso per ciò che concerne l’azionario, ove pare che la correzione voglia fornire diverse indicazioni in merito al proseguimento del trend rialzista.

Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati, si conferma nettamente la discrasia tra le aspettative sui tassi nell’area USA/UK rispetto all’Europa. Confermati i BOTTOM sui decennali USA e UK, il Trendycator è ora chiaramente impostato al rialzo, in netta contrapposizione alla situazione area Euro. Il rendimento del Btp ha trovato supporto sull’area 1,75% – già evidenziata nella precedente analisi – e ora viaggia tra  1,80% e 1,85%.

Stante questa situazione, non vi sono variazioni a livello strategico e tattico per il portafoglio obbligazionario, rispetto a quanto visto nelle precedenti analisi.