Riprendiamo la nostra consueta analisi sulle curve dei tassi, al fine di interpretare le dinamiche del mercato obbligazionario e provare a scovare dei bond che presentino un margine di sottovalutazione. Il mercato in queste ultime sedute si è mosso più di quanto non possa sembrare e ce lo mostra bene la nostra struttura a termine dei tassi d’interesse.
La ZC Yield Curve ha ulteriormente aumentato la ripidità e i rendimenti impliciti sono aumentati di 20 bps rispetto alla rilevazione di inizio gennaio. Infatti passiamo da un 1,30% sul tratto a lunga ad un 1,50% abbondante per le scadenze trentennali.
Anche i forward su Euribor 6 mesi si adeguano, segnando una variazione di circa 5 bps, portando le attese sul tratto a lunga al 2,00% abbondante dal precedente 1,85% di fatto nuovamente in linea con quanto osservato a dicembre 2016.
Calando questi dati in ottica “retroattiva” con quelli osservati nei mesi scorsi, i quali nel loro complesso indicano un ritorno della volatilità sul reddito fisso, possiamo provare ad ipotizzare una sorta di “trading range” che potrebbe rimanere tale sino al primo intervento della BCE sui tassi di sconto. Se così dovesse essere, potrebbe essere interessante selezionarsi un manipolo di bond da tenere monitorati e provare ad acquistare quando presentano una sottovalutazione per poi venderli quando arrivano (o si avvicinano) al loro “fair” price.
L’elenco che segue è un’estrazione di bond sottovalutati in base al modello ASW: va da sé che i “fair” price calcolati sono solo indicativi e non vanno presi per oro colato. In base alle preferenze su scadenze, Credit Risk, mercato di quotazione, lotto minimo etc, ognuno può selezionarsi una serie di bond su cui provare a lavorare. Si tenga inoltre in debito conto che per gli emittenti per i quali non sono quotati i CDS (e quindi non è possibile costruire la curva per maturity del rischio emittente) gli spread sono stimati in base al rating se disponibile.