Piano_Bar : European Zone 2017_01


Piano Bar - European Zone

Gennaio 2017

Riprendiamo dopo la "pausa corsi" la nostra disamina mensile sui mercati europei.

Il mese scorso, Austria e Italia hanno aperto una stagione di importanti appuntamenti elettorali che durerà buona parte di quest'anno. Su Austria e Italia il verdetto l'abbiamo già visto, mentre per Olanda, Francia e Germania lo vedremo nei prossimi mesi. Considerate le crescenti spinte anti europeistiche ed anti globalizzazione, sarà interessante seguire  gli eventi che oltre a sorprenderci, come la Brexit dello scorso anno, potrebbero segnare significativamente il futuro della UE per i prossimi anni, senza contare che in parallelo la nascente presidenza Trump lascia intravedere cambiamenti significativi anche oltre oceano. Come scriveva Precther in  "Conquer the Crash" nel 2002,  "La principale influenza sociale di un mercato orso è quello di provocare innumerevoli polarizzazioni nella società  .... Il separatismo diventa una forza man mano che i territori polarizzano. Il populismo diventa una forza man mano che le diverse classi sociali polarizzano. Terze, quarte parti e altro ancora, trovano costituenti."

In Italia prima del referendum Renato Brunetta, leader parlamentare dell'opposizione, ha definito Renzi "politicamente finito" e lo ha esortato a dimettersi prima del voto. Renzi non lo ha fatto ed andato dritto a sbattere contro al muro non rendendosi conto che, se anche avesse vinto, ormai  ha di fronte un vento contrario di umore sociale che non è più legato soltanto ai problemi cronici di questo paese,  dalla disoccupazione, al debito pubblico, ad una corruzione vergognosa a tutti i livelli che resta sistematicamente impunita gridando vendetta agli occhi di Dio. E' un vento contrario legato sempre di più ad una gestione dell'immigrazione demenziale, che oltre a costare soldi ai contribuenti mina quotidianamente  la sicurezza delle persone tanto quando si cammina per strada che quando si è a letto a casa propria, senza contare che sta creando disparità inaccettabili tra clandestini alloggiati in alberghi a tre stelle che dovrebbero essere rispediti a casa loro, e italiani che dopo aver perso tutto con la crisi che abbiamo passato, avrebbero bisogno di una casa popolare o di un aiuto per andare avanti e si vedono rispondere picche dalle loro strutture comunali col rischio di innescare una vera guerra tra poveri se non addirittura una guerra civile. Mentre tutto ciò accade sotto agli occhi di tutti, il governo continua a mandare in televisione alcune "oche giulive" e qualche "zucca vuota" che con ampi sorrisi continuano a dirci che va tutto bene madama la marchesa, senza rendersi conto che ad ogni puntata in cui mandano in video questi personaggi perdono voti; del resto la vocazione della sinistra a perdere anche quando sarebbe impossibile negli anni si è vista a più riprese. Ma tornando ad argomenti che sicuramente interesseranno di più i lettori, il 2016 è passato in cavalleria, e uno degli argomenti per cui  verrà ricordato è stato sicuramente per l'argine posto in atto per salvaguardare il martoriato sistema bancario europeo.

"Finalmente ci stiamo dirigendo verso una soluzione; L'Italia sta facendo ora quello che altri paesi hanno fatto molti anni fa per sostenere il loro sistema bancario." ha detto un analista milanese a Bloomberg (23/12/2016).

L'ultima correzione finanziaria viene fornita per gentile concessione del governo italiano che ha appena autorizzato un intervento da 20 miliardi di euro a sostegno delle banche in difficoltà, e in primis a favore del Monte Paschi di Siena, la banca più longeva del mondo (attiva ininterrottamente dal 1472;  la più antica per nascita è invece il Banco di San Giorgio a Genova nel 1407) e terzo istituto più grande d'Italia. Immediatamente la Consob ha sospeso dalle quotazione il titolo che come mostra impietosamente il nostro grafico, dai massimi del 2007 quando il titolo quotava poco sotto i 10 euro, ha perso praticamente il 99,53%. I funzionari dicono che la banca ora può "tornare a funzionare a pieno regime"(Bloomberg, 12/23/16), ma mentre il piano di salvataggio porterà mesi di incertezza, il salvataggio del Monte dei Paschi dell'ultima ora in realtà conferma un voto di sfiducia ormai diffuso nel sistema bancario stesso. Reuters, per esempio, ha riferito che il salvataggio è stato necessario dopo che un accordo di finanziamento privato con  J.P. Morgan è saltato. In realtà, il Monte dei Paschi aveva riposto le sue speranze in Qatar, anticipando che i fondi sovrani del paese sarebbero intervenuti  con un 1 miliardo di € di investimenti. Secondo la Reuters, "L'idea che il Qatar potesse essere un investitore di riferimento  è scomparsa e senza un investitore di riferimento  forte non c'è domanda da parte di chiunque altro."(12/21/16). In sostanza, il governo è stato costretto a fare ciò che gli investitori privati ​​non hanno voluto fare: puntellare una banca irrimediabilmente fallita.

Come stigmatizza Brian Whitmer su The European Financial Forecast "L'accordo rappresenta un catalizzatore pericolosamente fuorviante per l'ottimismo, lo stesso tipo di ottimismo ormai evidente in tutto il sistema bancario più ampio d'Europa". Il 23 Dicembre 2016 un giornalista di Bloomberg ha descritto l'accordo raggiunto il mese scorso tra Deutsche Bank AG, Credit Suisse Group AG e il Dipartimento di Giustizia statunitense in questi termini: "Sollievo di Natale per Deutsche Bank: le banche di investimento europee hanno avuto un pò di sollievo il venerdì di Natale. Deutsche Bank AG e Credit Suisse Group AG hanno accettato di pagare un combinato di 12,5 miliardi di dollari per risolvere le indagini degli Stati Uniti sulle  vendite di debito tossico all'epoca della crisi". -Bloomberg, 23 Dicembre 2016 

Ora in una qualsiasi altra azienda di qualsiasi altro tipo, questa sarebbe una pessima notizia; invece nel mondo finanziario porta benvenuta certezza, e tranquillizza in maniera efficace e lenitiva gli investitori mettendo un prezzo una tantum su questa controversia legale... Passando ai grafici può essere interessante notare la similitudine tra il grafico del settore bancario europeo del EuroStoxx600 e il nostro SPMIB40 perennemente sbilanciato sui settore bancario e finanziario.In base a questi grafici il modello d'onda suggerisce che l'onda (2) potrebbe anche allungare un altro pò, ma la mossa successiva è l'inizio di un mercato orso pluriennale.

E poiché stiamo parlando in particolare dei titoli bancari, la preoccupazione è che gli investitori si troveranno faccia a faccia con una delle più dure verità della finanza moderna, ovvero che l'intervento dei Governi non può nè stabilizzare il settore finanziario, nè puntellare le banche. L'unica cosa che possono fare i Governi è di trasformare quella che potrebbe essere una recessione dolorosa, ma breve, in una agonizzante depressione. Poi non dobbiamo nemmeno sorprenderci delle azioni dei governi: provano a fare la cosa che provarono a fare nel 1930,  ed otterranno lo stesso devastante risultato. La storia è vecchia quanto lo stesso sistema bancario e la serie infinita di crisi finanziarie in Europa, si concluderà solo dopo che un accumulo di settant'anni di debito, verrà cancellato dai libri contabili per mezzo di una catena di default che sarà ricordata nei libri di storia.

Visto che abbiamo iniziato la carrellata degli indici, passiamo in rassegna anche gli altri indici Europei:

Austria

Non è un mercato grosso e non c'è molto da dire sul'indice austriaco se non che dal punto di vista tecnico l'onda [B] ha sviluppato un triangolo al posto di un flat; la prossima mossa in entrambi i casi sarà al ribasso.

Olanda:

Lo scorso 20 novembre un articolo su Wall Street Journal così riassume la situazione politica nei Paesi Bassi: "Nuova bomba dell'UE sta ticchettando nei Paesi Bassi - L'AIA - Se il sogno europeo è di morire, i Paesi Bassi possono spedire il colpo fatale. Le elezioni olandesi di Marzo si preannunciano come un momento importante di definizione del progetto europeo. Francamente gli europeisti olandesi vedono poche speranze di mantenere i rapporti attuali tra i Paesi Bassi e l'Unione Europea. Geert Wilders, leader del movimento anti-UE e anti immigrazione del Partito della Libertà, rimane ben avanti nei sondaggi mentre un nuova generazione di euroscettici olandesi avanza... sono più concentrati su questioni di sovranità e totalmente impegnati per la distruzione della UE. ("WSJ, 20/11/2016)

Il sistema politico olandese è un complicato guazzabuglio di partiti e piattaforme rivali e la questione centrale sarà se i partiti tradizionali riescono o meno a mettere assieme una coalizione che mantenga il controllo legislativo. Come risponderà il mercato è difficile dirlo... l'indice olandese dal 2009 ad oggi ha messo a segno un buon rally rialzista che però è ancora inquadrato in un trend ribassista di più lunga durata e ad oggi abbiamo tre bei massimi significativi decrescenti...

In altre parole l'umore sociale mostra nel suo Parlamento come sul suo indice di borsa un mix forze rialziste e ribassiste ma per ora nessuno ha preso il sopravvento sull'altra.

Francia:

Sul voto dei francesi le cose si fanno indubbiamente più interessanti e lo vedremo tra fine aprile e inizio maggio; il 14 novembre il New York Time titolava "Per Le Pen l'impossibile sembra ora possibile" riconoscendo che il leader dell'estrema destra del Fronte nazionale Marine Le Pen potrebbe benissimo diventare il prossimo presidente della Francia. Del resto i mercati orso hanno una lunga storia alle spalle nello spingere alla ribalta candidati impensabili poco tempo prima. La Russia dei primi anni , la Germania negli anni '30, la Cina alla fine degli anni '40, la Cambogia degli anni '70 e l'Iran di fine anni '70 sono tutti esempi calzanti.

Il verdetto del mercato? In meno di cinque mesi il Fronte nazionale si troverà in lizza per il suo turno al timone della seconda economia d'Europa. I prezzi del CAC40 hanno invertito dopo aver testato una resistenza dinamica di 15 anni chiudendo un'onda [2] di grado primario. La vittoria della Le Pen non è ovviamente garantita ma è ritenuta da più osservatori probabile. La Le Pen ha detto che non ha intenzione di svelare il suo manifesto ufficiale prima di Febbraio, ma riprendendo la lista degli obiettivi che delineò nel 2012, non ci dovrebbero essere cambiamenti radicali e la lista dei punti di allora era grosso modo questa: (fonte Euronews, 15/11/2016)

            • Tagliare l'immigrazione legale per un 20 ° della sua allora totale.

            •  espulsione degli immigrati clandestini e divieto di proteste a chi li sostiene.

            • Serrare le regole sulla nazionalità e punire il razzismo "anti-francese".

            • Introdurre barriere commerciali.

            • Dare priorità all'occupazione ai cittadini francesi.

            • Prendere il controllo dei confini francesi.

            • Avviare una "trattativa concertata" per lasciare l'euro e tornare alle monete nazionali.

            • Tenere un referendum sulla reintroduzione del franco francese.

La piattaforma è fatta su misura per capitalizzare su una tendenza di umore negativo e, amore o odio, la posizione alta nei sondaggi del Fronte la dice lunga sulla stato di avanzamento del mercato orso fino ad oggi. Una candidatura come quella di Trump, per non parlare poi di una vittoria un anno fa erano impensabili, così come fino ad allora la possibilità di conquistare l'Eliseo per il leader di estrema destra, ma la vittoria di Trump, la Brexit, e la clamorosa craniata di Renzi  hanno messo in luce oltre ogni ragionevole dubbio un cambiamento di umore sociale da positivo a negativo che sta cambiando le carte in tavola un pò ovunque, ma il dato da non sottovalutare è che le condizioni finanziarie che hanno reso praticabile la Brexit, Trump,  la sconfitta di Renzi, e la crescente probabilità di vittoria della Le Pen, sono molto probabilmente appena all'inizio.

Germania:

Se lo Status Quo politico d'Europa può montare una controffensiva quest'anno, la Germania, sarà il luogo più probabile dove ciò possa avvenire.

Come si vede dal grafico l'indice tedesco dopo i massimi del 2007 e la successiva correzione, ha inanellato otto anni di rialzo mettendo a segno record e nuovi massimi mai visti e ad oggi nonostante la correzione dello scorso anno si mantiene comunque  molto vicino ai suoi massimi assoluti le la trendline che supporta questo rialzo dai minimi del 2009 non sembra per ora minacciata.

Quindi per adesso l'umore sociale e il trend del mercato favoriscono Angela Merkel che non fa mistero di cercare davvero un quarto mandato, ma i candidati moderati centristi, non importa quanto bene abbiano governato nel passato, generalmente vengono a mancare quando l'umore sociale gira da positivo a negativo. In altre parole, la Merkel è una cancelliera da mercato-toro e l'emergente psicologia del mercato orso la metterà sul lato sbagliato della maggior parte delle questioni politiche.  Fino ad oggi il passo falso più grande della Merkel è stata la sua politica della porta aperta iniziale ai rifugiati siriani che poi ha ammesso essere stato un errore. Quest'anno la Merkel insieme agli altri leader europei hanno raggiunto un accordo con Erdogan per mantenere i profughi dal tentativo di raggiungere la Grecia. Man mano che il mercato orso progredirà, ogni decisione presa durante il vecchio mercato toro sarà riesaminato nella nuova luce di una tendenza di umore negativo. Nel frattempo, la CDU ha incassato il suo peggior risultato di sempre durante le elezioni a Berlino dello scorso settembre, arrivando terzo nello stato natale della Merkel di Mecleburgo-Pomerania occidentale.

Per completezza metto anche l'indice EuroStoXX600.

Aspetti Psicologici:

Gli strateghi degli investimenti, hanno in linea di massima battezzato il 2017 come un anno vincente per i mercati azionari. Secondo la previsione di consensus tra gli strategist di Barron intervistati, l'EuroStoxx 600 avrebbe colpito 381 punti entro la fine dell'anno e le prospettive di un miglioramento economico nel continente europeo, lasciano intravedere un outlook luminoso per le borse europee nel 2017. (Barron 17/12/2016).

Un altro argomento che rafforza la tesi in quel senso è dato dalla presunta sottovalutazione di molti titoli europei rispetto ai competitors statunitensi che aumenta il fascino dell'Europa. Ma se è vero che in Europa vi sono parecchie aziende di classe mondiale, occorre ricordare che anche le migliori società del mondo, quelle con grandi guadagni, grandi prodotti e servizi, quelle con un ottima gestione e grandi prospettive finanziarie, possono diventare molto sopravalutate nella fase finale di un mercato toro. Secondo Bloomberg Estimates (BEest), l'indice EuroStoxx600 prezza 16 volte gli utili, rendendo le azioni più sopravvalutate oggi di quanto non lo fossero nel 2007 prima del crack Lemhan Brothers. Detto questo, se l'umore regge, può benissimo essere che vedremo ancora qualche nuovo record arrivando a valutazioni più estreme, ma personalmente non ci scommetterei più di un paio di caffè con gli amici.  

Poi c'è da considerare che in quei paesi dove gli indici sono rimasti ben lontani dai loro massimi del 2000 o del 2007 come Grecia Spagna e Italia, lo spirito di oggi resta infestato dei fantasmi della crisi passata. Lo scorso 14 dicembre l'Eurogruppo ha bloccato un prestito di 45 miliardi di aiuti alla Grecia, dopo che Tsipras aveva pensato di usare un piccolo avanzo di bilancio per dare un pò di 13° ai pensionati dopo che sette anni di sacrifici hanno stremato il paese.

In Italia, il sistema bancario rimane comunque con ampie zone d'ombra nonostante gli sforzi compiuti per evitare situazioni di panico; su Piano Bar del 13 novembre abbiamo spiegato con dovizia di particolari come il sistema bancario non collassa perchè il settore immobiliare piuttosto di vendere a prezzi reali, mantiene tra nuovi ed usati quasi un milione di immobili invenduti. Questa valanga di immobili invenduti figurano nei bilanci delle banche che hanno dato i soldi ai costruttori valorizzati ai prezzi di allora. Se il costruttore li vendesse ai valori attuali di mercato si innescherebbe una reazione a catena che metterebbe in crisi un gran numero di istituti.

Infine in Spagna nonostante l'FMI abbia lodato recentemente l'economia del paese per l'impressionante recupero nella creazione di posti di lavoro, il paese da quando la crisi è iniziata, ha mancato ogni anno i suoi obiettivi di deficit.

Un altro paese europeo che sta entrando rapidamente a far compagnia ai famosi PIIGS è la Polonia.

L'indice WIG20 da maggio 2015 a giugno 2016 ha perso il 36% scendendo da 2.555 punti a 1.641 per poi risalire negli ultimi mesi di nuovo sopra quota 2.000 trainato dal clima positivo generale, ma la situazione del punto di vista politico ed economico è tutt'altro che bella. Il mese scorso sono scoppiate proteste in tutto il paese dopo che il governo polacco ha imposto restrizioni sui giornalisti indipendenti e spinto illegalmente sul bilancio del 2017. La maggior parte del mondo oggi è unita dal comune problema di un DEBITO IMPAGABILE.  Col tempo queste crisi finanziarie si sposteranno dai questi paesi più deboli andando ad intaccare anche le economie di quei paesi che oggi vengono ritenuti più potenti.

L'altro argomento ben spiegato in quel numero di Piano Bar del 13 novembre scorso su cui vale la pena tornare per mettere in guardia i lettori è il CUL de SAC costituito dalle obbligazioni e dai Titoli di Stato, dove la rincorsa delle banche centrali verso la politica dei tassi di interesse a zero e addirittura negativi ha portato alla situazione paradossale dove un investitore, se compra i titoli e li tiene fino alla scadenza perde soldi poiché anche con tassi non negativi ma comunque prossimi a zero non proteggi i tuoi risparmi neppure dall'inflazione seppure questa sia, per ora, molto bassa, e perde molti più soldi ora che i tassi cominciano a dare i primi cenni di risveglio e riprendono a salire anche di poco. Ribadisco quanto scritto in novembre che oggi comprare obbligazioni o titoli di stato non è più una strategia d'investimento, ma più semplicemente uno stato mentale sbagliato!!

Lo scorso anno abbiamo assistito alla MODA dei titoli di Stato ULTRALONG (scadenze a 50 o 100 anni). Quando la transizione dall'ottimismo al pessimismo sarà completata, i mercati del debito globale saranno rettificati con i prezzi in pesantissima caduta e aumento dei rendimenti fortissimo. Un disprezzo pressoché universale per la maggior parte delle forme di debito pubblico e privato si spanderà a macchia d'olio. Gli investitori eviteranno anche quelle obbligazioni emesse dai debitori apparentemente più sicuri del mondo e questo causerà un crollo senza precedenti del credito globale. Un piccolo anticipo di quello che descrivo come il crollo di un castello di carte, è già visibile nelle emissioni europee di titoli di debito secolare (scadenza a 100 anni). I bond belgi e irlandesi con scadenza 2116 hanno gettato quasi il 30% dai loro massimi storici, mentre i prezzi delle emissioni a 70 anni austriache sono scesi del 17% e le emissioni cinquantennali francesi, spagnole e italiane hanno aderito al sell-off globale, lasciando gli investitori ad affrontare comunque consistenti perdite.

Purtroppo un umore di estremo ottimismo spinge gli investitori obbligazionari a fare uno dei due errori critici: il primo è quello di comprare obbligazioni di emittenti più deboli esponendosi al rischio di mancato pagamento; il secondo quello di acquistare debiti a lungo termine, esponendo se stessi al rischio di un aumento dei tassi d'interesse. Entrambe le tecniche cercano di massimizzare i rendimenti andando a spremere una gallina che di uova non ne fa più! Ribadisco fino allo sfinimento che in queste situazioni è da preferire di gran lunga la liquidità punto e a capo.

A dispetto di quanto sto dicendo finora, tanto perchè vi rendiate conto che gli italiani di finanza non ne capiscono un beneamato ciufolo, solo tre mesi fa, la vendita di titoli italiani a 50 anni ha visto un ammontare offerto di 18 miliardi di euro a fronte di una richiesta per soli 5 miliardi di euro, e quindi una offerta di tre volte e mezzo la domanda a dimostrazione che i picchi di umore sociale generano tutti i tipi di comportamento imitativo svitati e sbagliati dettati dalla sola motivazione che stanno facendo così anche tutti gli altri... (vedere la corsa all'acquisto dei Tulipani in olanda nel '600 o il comportamento dei giovani d'oggi nei confronti dell'uso di alcool e droga).

Inutile dire che saltato il governo dopo il referendum anche queste emissioni hanno perso in poche settimane un bel 14% e il 23 novembre quotavano 84.

Chiudo con Draghi... ogni volta che parla mi fa quasi tenerezza. "Il rischio di deflazione è in gran parte scomparso" ha detto l'8 dicembre in conferenza stampa a Francoforte. "Resta ancora incertezza", disse, "ma la gran parte degli economisti concordano sul fatto che il rischio di deflazione è improvvisamente scomparso". Un recente sondaggio di Bloomberg in effetti conferma che più di tre quarti degli economisti interpellati si aspettano che l'inflazione raggiunga l'obiettivo della BCE del 2% prima della scadenza del mandato di Draghi che è a ottobre 2019. Se così fosse potremmo dire che le autorità hanno finalmente sconfitto la minaccia deflazionistica. Ma Elliott Wave International sottolinea che ci sono diversi modi per misurare la pressione deflazionistica nell'economia che rende sbagliato questo consenso.  Esiste un'inflazione "headline" o complessiva o se preferite primaria che tiene conto di tutti i beni presenti nel paniere ed esiste un inflazione "Core" che non tiene conto dei beni che presentano una forte volatilità dei prezzi e in particolare quelli dell'energia e quelli alimentari. Se la prima in novembre si è effettivamente spinta allo 0,6% facendo segnare il massimo degli ultimi due anni, sulla seconda non si muove foglie e resta bloccata allo 0,8% per il quarto mese consecutivo. A Settembre 2014, la BCE aveva spiegato l'inflazione  Supercore che lisciando la curva dell'inflazione faciliterebbe l'individuazione dei punti di svolta.

Se si va a vedere l'indice dell'inflazione Supercore di Bloomberg dell'EURO-AREA dei gran punti di svolta non se ne vedono.... ma a parte questo, se fosse vero che il quadro economico si sta rafforzando la logica vorrebbe che Draghi frenasse gli stimoli monetari, e invece l'8 dicembre scorso la BCE ha deciso di ampliare il proprio programma di allentamento quantitativo spingendolo oltre quota 2.200 miliardi... mia nonna fervente cattolica amava ripetere: "se la gente credesse tanto in Dio, quanto è disposta a credere alle balle che gli raccontano, avremmo un popolo di Santi..."

alla prossima.

Non accontentarti solo degli articoli Free!

Registrati gratuitamente e avrai accesso senza limitazioni ai servizi premium per 7 giorni!