A ruota libera: BCE e bond MPS


Le decisioni odierne della BCE e le parole di Mario Draghi nella consueta conferenza stampa a supporto delle decisioni prese (non prese in questo caso, poiché Draghi ha deciso di non decidere per ora…) hanno deluso le aspettative dei mercati, poiché il “consensus” era per un’estensione del QE già in questa riunione, posticipandone la scadenza dal marzo 2017 al 2018.

Vero è che il nostro Mario ha lasciato la porta aperta ad ulteriori misure, ribadendo che se necessario la Banca Centrale dispone di tutti i mezzi adeguati al caso, ma intanto i mercati “protestano” e la volatilità si è accentuata su tutti gli asset sensibili, in modo particolare i cambi contro Euro e ovviamente i derivati obbligazionari Bund Future e Btp Future.

Per ora non traggo ancora conclusioni, né tantomeno faccio valutazioni prospettiche, poiché ormai sono troppo vecchio (finanziariamente parlando) per non sapere che le escursioni dei mercati in concomitanza del rilascio di notizie price sensitive e relativi commenti possono spesso essere fuochi fatui. Preferisco lasciar “sbollire” – nel bene o nel male – l’emotività del momento e lasciar decantare per vedere su quale eventuale nuovo punto di “equilibrio” si posano le quotazioni dei vari asset.

Pertanto ragioneremo sul tema BCE e QE tra qualche giorno, quando il tutto sarà metabolizzato; ora invece è interessante valutare alcuni rumors che circolano da qualche giorno in merito al Monte dei Paschi e al relativo aumento di capitale. Si badi bene, anche se le spacciano per notizie, non è assolutamente detto che le cose stiano come ci raccontano, ma è sempre bene considerare tutte le possibilità e cercare di non farsi trovare impreparati.

Orbene, la voce che gira sostiene che l’aumento di capitale di MPS sia strettamente legato al referendum costituzionale di fine novembre. Nientemeno che Goldman Sachs e JP Morgan si dicono consapevoli delle incognite legate all’esito del voto e sostengono che potrebbero compromettere la fiducia necessaria al completamento dell’operazione di capitale.

Goldman si spinge anche oltre, paventando che una vittoria dei “No” porti conseguenze non solo per Mps ma addirittura per tutto il sistema bancario. Guarda caso, il “No” è proprio l’esito che Renzi sta cercando di scongiurare in ogni modo…

La sostanza che a noi interessa, comunque, è che se l’AdC non dovesse andare a buon fine la banca senese sarebbe destinata ad accedere ai fondi di risoluzione, ma prima di fare questo dovrebbe attivare la clausola del Bail-in portandosi dietro qualcosa come almeno 2 Mld Euro di bond in mano ai piccoli risparmiatori. E’ ancora troppo fresca la vicenda delle quattro banche saltate a fine 2015, per cui è chiaro che un secondo numero da circo come quello il nostro Governo non voglia farlo.

Ecco quindi che stanno aumentando le pressioni sulla Cassa Depositi e Prestiti, e si vocifera di un nuovo fondo del Qatar potrebbe intervenire nel caso l’AdC di Mps non dovesse andare in porto. Ma non è tutto, ed è questa la possibilità più rilevante (e potenzialmente devastante): pareva che Cdp e i fondi sovrani arabi coinvolti nell’AdC stessero preparando una sorpresina per gli obbligazionisti subordinati.

Infatti, si era prevista la partecipazione all’AdC da parte dei detentori di bond subordinati. Il debito sub di Mps ammonta a 5 Mld Euro, di cui 3 Mld in mano ad istituzionali e 2 Mld in mano al retail. Insomma, un’adesione “spintanea” a metter mano al portafoglio, poiché in caso di Bail-In i bond sub varrebbero zero (per cui -100% sul capitale investito), mentre invece aderendo "volontariamente” la svalutazione sarebbe “solo” del 40%. Una bella convenienza no?

Ora, pare che Mediobanca e JP Morgan abbiano escluso la possibilità di coinvolgere anche i privati nell’eventuale proposta di conversione “volontaria” in azioni dei bond subordinati di Mps.

Cioè, in buona sostanza, siamo nel campo delle ipotesi più disparate e non c’è nemmeno da perder tempo a cercare di capire quali siano le fonti e gli sviluppi più attendibili.

Personalmente non ho in portafoglio bond di Mps (né senior né subordinati), ma se li avessi inizierei seriamente a ragionare sul da farsi. Ciò che farei (si badi bene, ciò che farei io con i miei personali quattrini, e quindi potrebbe non valere per tutti) sarebbe, nelle prossime settimane, cercare di liberarmi di tali titoli (in primis i subordinati, ma a sto punto farei anche un pensierino sui senior…), sfruttando d’anticipo il momento contingente in cui i CDS subordinati della banca hanno ritracciato un po’ dai massimi di agosto oltre 1.500 bps (ora viaggiano comunque a 1.200 bps, che non è uno scherzo…) e con quotazioni intorno ad area 75/80.

Ripeto, questo è ciò che farei io in base a mie personalissime valutazioni, pur consapevole che in caso successo dell’AdC (che tra l’altro non è poi cosi da scartare a priori) i bond schizzerebbero al rialzo e mi troverei con l’aver venduto male…

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