Cedole & dividendi
Volete un rendimento regolare dai vostri investimenti? Questa newsletter intende fornire risposte a un’esigenza molto sentita da tanti risparmiatori. E’ anche una guida per gestire un portafoglio obbligazionario con strategie dinamiche.
di Lorenzo Raffo
BOND
Tema della settimana: il nodo liquidità. Consigli utili per affrontarlo
Non se ne parla a sufficienza: il nodo della liquidità, cioè della facilità o meno di trovare controparti nell’acquisto o vendita di un prodotto finanziario e soprattutto di un’obbligazione, è diventato centrale se non esploso nei mesi estivi, perfino per bond in valute diverse dall’euro. Sui motivi si potrebbero scrivere pagine e pagine. Il principale è certamente il pesante intervento da parte delle Banche centrali sui mercati, con l’acquisizione di titoli di Stato e “corporate”, riducendone l’importo trattato negli scambi fra le parti.
Poco importa ai poteri finanziari che ciò sia un effetto indigesto per i risparmiatori: a Bce e compagni interessa ben altro!
Che fare allora? Ecco una serie di consigli pratici, che vanno al di là di considerazioni teoriche, utili solo agli studiosi della materia:
1°) attenzione a comprare bond in fase di sottoscrizione, perfino nel caso di quelli proposti attraverso il Mot. Nella fase iniziale è il collocatore a guidare il mercato. Finita l’operazione tocca all’incontro fra domanda e offerta condurre i movimenti. Se il numero di proposte cala vistosamente si allargano gli “spread” e alla fine la liquidità cala. Occorre verificare quindi attentamente la situazione al passare dei giorni nella fase successiva il lancio, pur con la consapevolezza del rischio che la quotazione salga;
2°) in passato si è sempre detto di tenere conto dell’ammontare emesso, stabilendo un livello sui 200.000 euro nel caso della nostra valuta e di importi equivalenti per le altre. Oggi occorre salire ad almeno 500.000 euro o corrispondenti, tenendo anche conto dei cosiddetti “tender offer”, cioè delle riofferte pubbliche di acquisto da parte dell’emittente, che possono ridurre l’importo dell’emissione durante la sua vita; fanno eccezione i titoli emessi da organismi sovranazionali e riferiti a valute minori, inevitabilmente caratterizzati da ammontare inferiori;
3°) nella fase finale di vita residua di un bond (indicativamente gli ultimi due anni) la liquidità cala se il rendimento è significativo: chi l'ha in portafoglio tende a mantenerlo, salvo lo abbia acquisito a quotazioni elevate e voglia così ridurre eventuali perdite in conto capitale che si produrrebbero al momento del rimborso finale. E’ il periodo più complesso per mettere ordini;
4°) di solito si sostiene che l’“Otc” (il mercato cioè non regolamentato) è meno liquido rispetto a quello regolamentato. Attenzione però a non confondere le acque: molti bond esteri sono oggi quotati su Borse europee (soprattutto tedesche, Lussemburgo e Londra) con prezzi facilmente accessibili mediante i relativi siti Internet. Prima di acquistare o vendere meglio quindi accertarsi di cosa sta succedendo in termini di liquidità;
5°) in anticipo rispetto al collocamento di un ordine, sia mediante piattaforma sia telefonico o via intermediario bancario, è meglio appurare il quadro del mercato. Non dare quindi mai una disposizione di “vendere al meglio” ma imporre una precisa quotazione sia in buy sia in sell, cercando se possibile di esigere la durata dell’ordine almeno per un mese. Fare tutto e subito è un gravissimo errore;
6°) meglio diffidare in maniera assoluta dai titoli strutturati (con sottostanti derivati) o da quelli proposti dalle banche ma non quotati su Borse o intermediari specializzati: in questi casi la trasparenza dei prezzi e la liquidità sono decisi solo dalla controparte.
Le nuove emissioni
Settimana di secondo piano per gli esordi sul mercato. Ecco i titoli a nostro giudizio significativi che si sono visti, limitatamente alla fascia dei piccoli tagli.
1°) Se l’obiettivo è quello della ricerca di rendimento ecco l’incrementato Valeant Pharmaceuticals, in realtà emesso dalla controllata VPII Escrow Corp (rating B+): si tratta di un 6,75% in dollari, con scadenza 15/8/2018 (Isin USC96715AC84), una riapertura a taglio 2.000 Usd. Il bond, dall’importo molto elevato (1,6 miliardi di dollari), viene scambiato sul secondario con “spread” denaro/lettera talvolta ampio. Tuttavia si dovrebbe comprare sotto 100, analizzando varie piattaforme europee. Il 21 marzo scorso la società, con sede in Canada e quotata alla borsa di New York, specializzata in vari settori della farmaceutica, ha annunciato un cambio dei vertici, con accuse di frodi e di speculazioni sui prezzi dei medicinali, il che ha comportato un forte calo delle quotazioni delle obbligazioni, che da agosto hanno invece ripreso vigore. Bond altamente speculativo e soggetto a possibili rapidi movimenti. Seguire la quotazione della relativa azione al Nyse (sigla VRX) come spia del sentiment dei mercati relativamente alla società.
2°) Significativa riapertura anche per un bond che è l’aggregato di vari fattori di solidità: si tratta dei Bei (rating AAA) in corone nordiche con cedola 1,5% e scadenza 12/5/2022 (Isin XS1227593933), già quotato sul nostro Mot. Ha un taglio minimo di 10.000 Nok, valuta ancora debole rispetto all’euro, causa fattore petrolio, ma inserita in un canale di rafforzamento in atto da inizio anno, pur con una certa volatilità. Il titolo quota a Borsa Italiana sui 102 Nok. Bond altamente prudenziale, da acquistare però solo su pressioni ribassiste (se possibile sui 100-100,5), con l’unico difetto di una sensibilità piuttosto elevata (5,4) al rialzo dei tassi norvegesi – ipotesi per ora poco probabile. Alle varie Borse – in cui è quotato da tempo – registra un generalizzato allineamento delle quotazioni.
3°) Per chi cerchi soluzioni destinate a impegnare liquidità segnaliamo che sul Mot è iniziata la quotazione di un titolo molto scambiato su altre Borse (750 milioni di euro), dalla scadenza cortissima: si tratta dell’Engie (rating A- di S&P), nuova denominazione del gruppo francese GDF Suez specializzato in campo energetico. Ha cedola 1,5%, scadenza 20/7/2017 (Isin FR0011289222) e taglio 1.000 euro. Al Mot non si hanno ancora indicazioni di prezzo, ma su altre piazze, in cui è quotato da tempo, si ritrova sui 101/101,1 euro, con rendimento a scadenza dello 0,32%. Il bond rispecchia il quadro attuale europeo e va visto solo come soluzione di ripiego per chi abbia troppa liquidità parcheggiata su conti correnti a rendimento zero.
4°) Si è detto sopra – nei consigli riferiti alla liquidità degli scambi – di non investire su bond bancari privi di quotazione. Lo riconfermiamo, pur segnalando una nuova emissione di Ubi Banca del tipo “step-up” in euro che sarà trattata dagli stessi soggetti incaricati del collocamento, nell’ambito del servizio di negoziazione per conto proprio, i quali però non si impegnano al riacquisto. Situazione quindi a rischio e che occorre evitare. E’ pur vero che l’obbligazione (Isin IT0005209843), a taglio 1.000 euro, ha una scadenza corta di tre anni, altra caratteristica abbastanza anomala. Prevede cedole in crescita ogni dodici mesi: 0,40% per il primo anno, 0,45% per il secondo e 0,50% per il terzo. Il rendimento effettivo lordo a scadenza, in fase di emissione, si colloca allo 0,45% annuo, che al netto delle imposte (al 26%) scende a un risicato 0,33%. Le banche sfruttano il quadro generale dei tassi con offerte assolutamente modeste. Se il titolo fosse quotato si potrebbe prenderlo in considerazione. La proposta è accettabile così solo da clienti Ubi alla ricerca di soluzioni per parcheggiare liquidità.
Occasioni dal secondario
► Molto attivo sul Mot il subordinato in euro di Mediobanca Opera a tasso fisso 3,75% con scadenza 16/6/2026 (Isin IT0005188351), le cui negoziazioni sono iniziate il 6/7. A lotto 1.000, è un Tier 2 da 200 milioni di euro, importo che potrebbe essere incrementato in futuro. Da agosto si era stabilizzato sopra i 102, per tornare negli ultimi giorni poco sotto tale livello. Alcuni indicatori tecnici confermano l’avvio di una fase di possibile debolezza. Una quotazione attraente e da monitorare si colloca sui 101,4, ma attenzione a seguire sempre l’andamento della corrispondente azione. Trattandosi di un Tier 2 esiste un legame fra i rispettivi trend. E’ quindi consigliabile attendere una correzione dell’azione per prendere posizione su questo subordinato.
► Sul fronte delle valute emergenti il rand sudafricano si è mosso molto negli ultimi mesi, avviando una fase di rafforzamento rispetto all’euro e inserendosi in un canale che regge da inizio anno, pur con una certa volatilità. Ogni fase di debolezza (soprattutto fra i 16 e 16,5) è interessante per puntare su una valuta storicamente caratterizzata da rendimenti obbligazionari di tutto rilievo. Da evidenziare sul Mot – per chi voglia investire in rand – un bond Bei con corta vita residua, che quota sotto 100. Si tratta del 5,75% scadenza 21/12/2017 (Isin XS0875343591) a taglio 10.000 zar. Si compra poco sopra i 97, con una forte liquidità, confermata da scambi regolari in tutte le fasi di Borsa.
► L’emittente canadese Bombardier, azienda specializzata nella produzione di sistemi di trasporto e di aerei, vive ormai da anni fra alterne vicende, con inevitabili impatti sul ricco panorama delle sue obbligazioni. Negli ultimi giorni è giunta una notizia poco positiva: il piano di consegne del nuovo velivolo CSeries – tanto atteso – subirà ritardi, a causa del fornitore dei motori Pratt & Whitney. Ne risentirà il fatturato globale del gruppo. Confermati tuttavia gli obiettivi di lungo periodo. La notizia non ha avuto impatti sui bond di Bombardier. Segnaliamo allora il 4,75% In dollari Usa, a scadenza 15/4/2019 (Isin USC10602AX52), con taglio 2.000: quotato su varie Borse europee, in Italia va trattato sull’“Otc” e molti intermediari lo trattano regolarmente. La quotazione attuale si aggira sui 99,8 Usd, con “spread” denaro/lettera non sempre allineato alla sua media di circa 50-60 punti base. A febbraio prezzava a 71, per poi rimbalzare a seguito di notizie positive sul business della società. Non ha più grandi margini di salita e, nel migliore dei casi, potrebbe toccare i 102 Usd.
► A chi voglia sfruttare lo “spread” di rendimenti fra euro e dollaro australiano, puntando sulla solidità di un emittente sovranazionale dal rating AAA, ecco una proposta da non trascurare. Si riferisce al senior unsecured, trattato sull’“Otc”, di Asian Development Bank, banca regionale istituita nel 1966 per promuovere lo sviluppo delle nazioni Asiatiche e dell'area del Pacifico, concedendo finanziamenti e consulenza tecnica. E’ un’istituzione multilaterale, con 67 Stati membri, di cui 48 della regione e altri 19 di altri continenti del mondo, per lo più Paesi a elevato sviluppo. Solidità quindi massima! Il titolo è un 3,5% a tasso fisso, con scadenza 25/7/2018 (Isin AU0000ATBHM9) a taglio 5.000 Aud. Attualmente quota sui 102,9, con rendimento 1,9%. Bassa la “duration” (2,4), ridotta la volatilità (da inizio 2015 muove sugli stessi livelli), bene la liquidità: l’unica variabile riguarda logicamente il cambio euro/dollaro australiano.
ETF A DISTRIBUZIONE
Puntata dedicata a due Etf a distribuzione di dividendi, da collocare in portafoglio con una certa tranquillità.
► 2,5% di rendimento lordo annuo dall’agricoltura
Investire sullo strategico settore agricolo è una scelta consigliata da molti gestori di fondi, che vedono nell’aumento della popolazione e nell’evoluzione delle tecnologie motivi fondamentali per prevedere un forte incremento di tale business a livello mondiale. Date la difficoltà e complessità di entrare su un panorama di azioni assai variegato, l’alternativa degli Etf è preferibile. Su Borsa Italiana sono quotati due Etf specifici, oltre a due altri di tipo strutturato (long a leva 2 e short a leva 1). Di loro segnaliamo il Powershares Global Agriculture, che replica la performance delle società a maggior capitalizzazione e liquidità, operanti in ambito agricolo e quotate in mercati regolamentati. Per essere inserito nell'indice, ogni titolo deve essere classificato dal fornitore dell'indice, Nasdaq OMX, con la dicitura 'agricoltura' e avere una capitalizzazione minima su scala mondiale pari a 500 milioni di dollari Usa, con un volume minimo giornaliero di scambi, basato su media trimestrale, di 1 milione di dollari.
Valuta di denominazione: dollaro Usa - valuta di negoziazione euro: esiste quindi il rischio cambio.
Tipologia: a replica fisica.
Isin: IE00B3BQ0418.
Commissioni annue: 0,75%.
A distribuzione trimestrale di dividendi, con “yield” (considerando i tre pagati nel 2016 e l’ultimo del 2015, il tutto rapportato alla quotazione di venerdì 9/9/2016) del 2,5%. Pagamento prossima cedola 30/10/2016.
Performance da inizio anno: +2,13%
Operatività: si tratta di un Etf mediamente volatile, ma che ha subito una forte correzione nella seconda metà dello scorso anno, con un crollo delle quotazioni da 12,5 a 8,3. Da inizio 2016 è iniziata una reazione rialzista, che l’ha riportato verso i 9. Supporto: 7,70 – Resistenza 9,39. Tutte le medie mobili sono attualmente improntate a un rialzo, sebbene con reazioni altalenanti. Scambi piuttosto modesti sia come numero di contratti sia come controvalori.
► 5% dagli emerging markets in dollari
Stanno lentamente riprendendo quota i mercati emergenti sia nel comparto azionario sia in quello obbligazionario. Per chi non voglia esporsi sul primo fronte una proposta interessante riguarda il loro debito governativo, preferibilmente in dollari, date le prospettive di rafforzamento della valuta sull’euro, almeno nel medio periodo. Per entrare in tale contesto - date le difficoltà ad acquistare direttamente bond “emerging” (spesso fra l’altro con tagli elevatissimi) - non resta che l’alternativa degli Etf. Il Lyxor Ucits Etf Ibx $ Liq Emerging Markets Sovereign quota su Borsa Italiana e costituisce un ottimo strumento per chi voglia incassare un elevato dividendo. L'indice di riferimento è rappresentativo dei titoli di Stato di Paesi emergenti, denominati in Usd (con rating non inferiore a CCC).
Valuta di denominazione: dollaro Usa - valuta di negoziazione euro: esiste quindi il rischio cambio.
Tipologia: a replica sintetica.
Isin: FR0010967323.
Commissioni annue: 0,30%.
A distribuzione annuale di dividendi, con “yield” (considerando quello pagato nel luglio 2016) del 5% in euro, sebbene il pagamento avvenga in Usd. Prossima cedola 6/7/2017.
Performance da inizio anno: +6,4%
Operatività: si tratta di un Etf inserito da inizio in un trend di progressivo rialzo, che si muove verso una resistenza situata sui 97,4. Superata la quale ha come obiettivo i 100,6 già toccati a luglio. Un supporto? Molto chiaro a 91,4.
Le quotazioni si riferiscono alla giornata del 9/9/2016.