Chiusa la partita dei dati macro principalmente sensibili, e chiuso anche il meeting della BCE, abbiamo avuto le prime reazioni dei mercati. Reazioni non proprio positive, sia sul fronte azionario sia sul fronte obbligazionario.
La chiusura di venerdì dello S&P500 è di quelle che fa pensare, così come fa pensare il ritracciamento sul mercato del reddito fisso.
Sono arrivati i primi scricchiolii, e dire se siano anche le prime concrete avvisaglie è ancora forse un po’ presto, ma abbiamo imparato che – nel limite del possibile e del ragionevole – spesso è meglio provare a giocare d’anticipo. Il che non equivale a fare delle previsioni (non è il nostro mestiere), ma si tratta di valutare sin da subito segnali di una certa importanza e mettersi dalla parte della ragione.
L’ultima seduta della settimana appena conclusa è quella che ha fornito i primi segnali di allerta, con tutti i mercati in calo, comprese le materie prime. Una correzione quindi generalizzata su tutti gli asset; non di meno, i prezzi dei bond hanno corretto (e quindi i rendimenti si sono alzati un po’) sia sulla curva Euro sia sulla curva USD, a dispetto dell’asincronia (almeno teorica…) tra le politiche monetarie di FED e BCE.
Questa settimana, almeno secondo il nostro parere, potrebbe essere piuttosto indicativa in termini di conferme o smentite in merito all’eventuale cambio di direzione che i mercati hanno sussurrato venerdì scorso. Siamo quindi pronti ad agire sul portafoglio, in base a ciò che i numeri ci indicheranno.
Il nostro portafoglio, ovviamente, non poteva non seguire il leitmotiv generale e quindi ha corretto il valore del NAV, che ora torna a valere 110,81 per una performance su base annua che scende in area 2,62%. Correzione ragionevole, ma che fa pensare poiché subita, di fatto, in un paio di sedute.
Ripetiamo, per ora è prematuro prendere decisioni forti, ma non possiamo escludere – se reputassimo davvero il caso – di liquidare anche una buona parte del portafoglio e rimanere liquidi in attesa di capire come sia più conveniente regolarsi. Questo sempre nel rispetto dell’ottica della rubrica che deve essere a rischio contenuto non solo nel nome ma anche (e soprattutto…) nei fatti.
Ergo, poiché la liquidità in alcuni frangenti è un immenso valore (chi non ricorda una delle “massime” di Borsa, “Cash Is King”…), per cui il nostro portafoglio che ha la vocazione del rischio minore possibile non può rimanere esposto sui mercati se c’è eccessiva incertezza sul futuro. Che poi, per chi ha profili di rischio più elevati, siamo d’accordo sul fatto che non sono certo queste le correzioni che devono preoccupare, per il momento.
Nella consueta sezione di portafoglio trovate l’aggiornamento completo ai prezzi correnti di mercato, mentre qui sotto mettiamo solo il NAV.