Anche questo primo scorcio di agosto, mese certamente particolare per il clima decisamente vacanziero, non riserva particolari novità sui mercati del reddito fisso, dove l’impostazione generale rimane sostanzialmente invariata rispetto alle settimane e ai mesi precedenti.
Sono eloquenti i grafici, che mostrano senza ombra di dubbio come al momento l’up-trend dei bond sia saldo, a tutto discapito dei rendimenti che rimangono schiacciati a tassi omeopatici, almeno sulle scadenze medio brevi di buon pedegree.
Infatti, se prendiamo a riferimento il “benchmark” dei fondi obbligazionari Fideuram, che di fatto sintetizza l’andamento del mercato obbligazionario nel suo complesso, osserviamo come dopo la veloce correzione di inizio mese le quotazioni siano in fase di ripresa, mostrando l’intenzione di riportarsi sui massimi in area 158.
Non diversa la storia che ci racconta il grafico dell’indice dei Btp, anche in questo caso “sintesi” dell’andamento dei nostri titoli governativi. Il grafico su scala settimanale ci mostra come l’up-trend partito dai minimi di fine 2011 sia ben saldo e come le correzioni (ben poche…) siano state delle opportunità di ingresso. Tutto ciò, ovviamente, si ripercuote positivamente sullo spread (migliorando quindi il nostro Credit Risk implicito), ma negativamente sul fronte dei rendimenti, che rende ormai inguardabili anche i nostri titoli di Stato.
Se osserviamo solo le scadenze a 10 anni, prendendo a riferimento il grafico del Btp Future, notiamo la stessa impostazione a conferma di una situazione di sostanziale lateralità, con prezzi e di conseguenza rendimenti che si muovono in un range contenuto ormai da oltre un mese.
Va da sé che, in questa situazione, la noia regna sovrana e rende davvero complicato “inventarsi” un’operatività che abbia senso. Questo perlomeno sui singoli titoli, poiché se la scelta è accontentarsi di rendimenti insignificanti (non volendo accettare Credit Risk inferiori alla decenza) oppure alzare l’asticella del rischio in misura non proporzionale ai ritorni, i personalmente preferisco passare la mano.
Tuttavia, lavorando anziché con le singole emissioni con i panieri offerti dagli ETF, una strategia sensata per questo periodo si può mettere in piedi. Infatti, sulla scorta dei vari ragionamenti, ho preso posizione su tre ETF diversificati per categoria di bond, che hanno oltretutto la gradevole peculiarità di distribuire due dividendi all’anno, generando così dei flussi di cassa in ingresso al pari delle cedole.
Di questi ETF parleremo tra poche righe, ma prima terminiamo l’analisi del mercato obbligazionario nel suo complesso.
A seguito degli esiti degli stress test i CDS dei bancari hanno stretto significativamente, anche per gli emittenti non così in salute, grazie comunque ai piani di riassesto comunicati al mercato qualche giorno fa. Come mostra la tabella qui sotto, se confrontata con la precedente (si veda articolo del 27-07-2016), possiamo notare il restringimento dei Credit Risk, cui ovviamente è seguita una salita delle quotazioni.
Di pari passo, osserviamo un restringimento generalizzato anche sul fronte degli spread e dei rendimenti dei benchmark decennali governativi.
Tornando agli ETF che ho deciso di inserire in portafoglio per almeno alcune settimane, si tratta di tre “aggregati” che hanno come sottostante titoli governativi area Euro con duration breve (1-3 anni); titoli corporate in Euro (Investment grade) con duration breve (0-3 anni); titoli Covered Bond (quindi obbligazioni “garantite”) in Euro. DI seguito i codici di negoziazione, tutti trattati sul nostro mercato domestico e acquistabili con un click.
- Spdr Barclays 1-3 Yr Gov Bond (codice Borsa Italiana: GOVS)
- Spdr Barclays 0-3 Yr Cor Bond (codice Borsa Italiana: SEUC)
- Ishares Euro Covered Bond (codice Borsa Italiana: ICOV)
Infine, con una piccolo parte del capitale mi sono preso un rischio cambio con una BEI in USD, che se da un lato ha un rendimento a scadenza inferiore all’1% netto dall’altro è un rendimento accettabile se rapportato al Credit RIsk e alla durata davvero corta, oltre al fatto che punto ovviamente ad una rivalutazione del cambio che porti il rendimento nominale a salire ben oltre. Il bond in questione è la Bei 1,625% DC18 USD, trattata sul MOT (codice ISIN: US298785GG56).
Vedremo se l’impostazione tattica di questo portafoglio raggiungerà l’obiettivo minimo prefissato, cioè quello di preservare il capitale e offrire un rendimento complessivo superiore ai tassi “free risk” di pari scadenze.