Riprendiamo l’analisi delle curve, come di consueto, lasciate a “dormire” per qualche settimana nella speranza di vederle muovere un po’. Di fatto, salvo una ulteriore minima contrazione dei tassi a lunga, le curve sono inchiodate là dove le avevamo lasciate.
La ZC Yield Curve rimane quindi sostanzialmente invariata rispetto alla rilevazione precedente, salvo una contrazione di 5 bps sui tassi a lunga.
Rendimenti “free risk” stabili su tutta la curva con top ora nell’intorno dello 0,75%; immobili anche i forward su Euribor 6 mesi, impliciti nella curva ZC Yield Curve, a conferma che la stasi continua.
Un po’ più mossi invece i CDS, a macchia di leopardo sui bancari, con alcuni emittenti che stringono (ad es. Bco Popolare, Santander, Bank Of America, Pop Milano) e altri che allargano (ad es. Mps, Deutsche Bank), il tutto senza comunque variazioni significative, come vediamo dalla tabella qui sotto.
Sostanzialmente stabili anche i rendimenti dei benchmark decennali, così come gli spread vs Bund, come si vede dalla tabella sotto. Solo la Spagna allarga in modo più percettibile, ma parliamo davvero di una manciata di basis points.
Per ciò che concerne le posizioni in ETF e bond in USD, menzionate già negli scorsi articoli, la situazione è sempre pressoché in equilibrio, con i prezzi degli ETF che rimangono in laterale e il cambio EUR/USD che è salito in area 1,13. Incassati due dividendi dagli ETF Ishares Covered Bond e Spdr Barclays Eur Corporate 0-3 Yr.
Il bond BEI rimane nei pressi dei prezzi di acquisto e solo il cambio in questo momento ci è leggermente avverso. Come già detto ho preso questa posizione per speculare sul cambio e pertanto finché saremo sotto quota 1,15 non mi preoccupo affatto. Sopra 1,15 cambia la musica e lì allora inizio a ragionare sullo stop della posizione.
Va da sé che, per chi avesse replicato le posizioni menzionate, se l’acquisto del bond BEI è avvenuto su conto in valuta (e quindi non su conto in Euro come nel mio caso), il ragionamento dello stop sulla posizione decade.
