Dopo la contrazione dei rendimenti – su tutto il tratto della curva – post Brexit, il mercato pare aver trovato il suo nuovo punto di equilibrio, senza registrare variazioni importanti sulla struttura a termine dei tassi d’interesse.
La ZC Yield Curve, infatti, rimane sostanzialmente invariata rispetto alla rilevazione precedente, come si evince anche dal grafico qui sotto.
Stabile quindi il rendimento “free risk” sulle scadenza a lunga, sempre nell’intorno dello 0,80%; anche l’analisi dei forward su Euribor 6 mesi, impliciti nella curva ZC Yield Curve, conferma la stasi e continua a “vedere” tassi negativi sino a circa metà 2020, stante la struttura a termine attuale. Attualmente confermato anche il top dei tassi forward poco sotto area 1,40%.
Stringono un po’ i CDS, soprattutto sui bancari, dopo i picchi di fine giugno spinti dal rinnovato timore per la salute del sistema bancario. Siamo in attesa dei c.d “stress test”, che saranno resi noti dalla BCE il prossimo 29 luglio e che coinvolgono 53 istituti con sede nella UE, di cui 29 appartenenti all’Eurozona, rappresentativi del 70% del sistema bancario europeo. Per le nostre banche, le “candidate” agli esami sono Unicredit, Intesa SanPaolo, MPS, Ubi Banca e Banco Popolare.
Sostanzialmente stabili anche i rendimenti dei benchmark decennali, così come gli spread vs Bund, come si vede dalla tabella sotto. Il rendimento del decennale tedesco continua a viaggiare in area negativa, anche se ritocca verso l’alto di qualche bps provando a riportarsi almeno in area 0%.
Su molti bond inizia a sentirsi il clima agostano, con book che iniziano a farsi rarefatti e poca voglia di farsi applicare veramente. Le proposte in denaro e in lettera si allargano sensibilmente e l’impressione è che chi si mette in book, più voler davvero comprare o vendere, si metta con l’idea “se mi prendono bene, se no ci ripenso a settembre…”.
Infine sempre stabile in area 103 circa il nostro piccolo corporate tedesco Adelr RE, che prosegue a pagarci un lauto rateo mantenendo il prezzo.
