Quel Tier 2 di Unicredit per ora è crollato, ma quando scatterà…


Cedole & dividendi

Il mercato talvolta esagera nelle sue reazioni. E’ il caso di quanto sta accadendo a un’obbligazione subordinata Tier 2 di Unicredit, quotata su Tlx. Si tratta del tasso variabile 2025 (Isin IT0005087116), indicizzato Euribor 3 mesi + 2,75%, dall’ammontare di 2,5 miliardi di euro e con taglio minimo di 10.000 euro. In condizioni normali dovrebbe quotare sopra 100. Lo si ritrova invece sui 90, ma nei giorni scorsi è sceso anche a 88 euro. Il perché di questa “depressione” è dovuto a tre motivi:

1°) Le tensioni pre-referendum (la vicenda è ormai chiusa!)

2°) Il tanto ventilato aumento di capitale di Unicredit

3°) Il valore negativo dell’Euribor a tre mesi (-0,314%), che penalizza un po’ il rendimento cedolare, sebbene lo “yield” – all’attuale quotazione – si aggiri sul 3,3%.

Dei tre fattori di crisi il più penalizzante in termini concreti appare forse il terzo, poiché il primo è l’effetto di un’isteria e il secondo di fatto ininfluente in termini concreti per un Tier 2. Che può subire decurtazioni solo in presenza di liquidazione dell’emittente, caso in cui capitale e interessi sarebbero rimborsati dopo tutti gli altri bond senior e di pari passo con le obbligazioni caratterizzate dallo stesso livello di subordinazione.

Il grafico del Tier 2 di Unicredit dimostra: 1°) un’elevata volatilità congenita, evidente ormai da quasi un anno; 2°) un crollo nelle ultime settimane. La rottura di un bel supporto sui 94, testato più volte, conferma che il mercato sta esagerando, ma ancor più lo testimonia l’Rsi (Relative Strength Index, ossia Indicatore di Forza Relativa), sprofondato a 11,3, valore quasi irrealistico per un bond. I venditori hanno evidentemente preso la mano del mercato, confermando un movimento in parte parallelo a quello dell’azione della banca italiana. Da luglio in poi i due diagrammi – pur su scale diverse – vanno in parallelo, avvalorando l’ipotesi che in presenza di un rialzo delle quotazioni, questo subordinato evidenzierebbe un’accelerazione rilevante rispetto agli altri Tier 2 quotati in Italia.

L’ampiezza fra le medie mobili a 20 e 40 sedute è altrettanto anomala e lascia intendere come l’isteria dei mercati abbia avuto il sopravvento nelle ultime settimane. Se ne trae la conclusione che se la fase ribassista è stata violenta, altrettanto potrebbe essere quella rialzista. Quando entrare? Le prossime settimane saranno risolutive per una risposta convincente, ma certamente le quotazioni attuali appaiono interessanti, seppur il taglio 10.000 non agevoli una corretta operatività su più livelli di prezzo. Un bond quindi da seguire con attenzione.