Un gestore obbligazionario e la sua visione per il 2017


Cedole & Dividendi

Tema d’obbligo. Come andrà il 2017? Ci vorrebbe forse la sfera di cristallo per prevederlo, ma l’esercizio è utile per chi – piccolo o grande investitore – vuole restare attivo sui mercati. Ecco allora la valutazione di un operatore professionale, Jon Jonsson, gestore senior delle strategie obbligazionarie globali di Neuberger Berman, società indipendente, non quotata, interamente posseduta dai propri dipendenti, che gestisce portafogli azionari, obbligazionari, di private equity e hedge fund per istituzioni e intermediari di tutto il mondo.

Dopo l’elezione di Trump a 45° presidente degli Stati Uniti, gli investitori di tutto il mondo continuano a pesare le sue iniziative positive di stimolo alla crescita, come i progetti infrastrutturali e i tagli alle imposte, e le implicazioni più negative delle sue politiche sul commercio e l’immigrazione in cerca di un punto di equilibrio. Al momento non possiamo ancora esprimere un giudizio. È da un po’ che negli Usa sono state introdotte pressioni inflazioniste: i salari e i prezzi delle materie prime sono infatti su un trend rialzista. È probabile che l’impegno di Trump per i progetti infrastrutturali e i tagli alle imposte non farà che aumentarle. Tuttavia, dovrebbero verificarsi determinate condizioni prima che la reflazione possa diventare un tema credibile a livello mondiale. Ovvero, i prezzi del petrolio dovrebbero restare sui livelli attuali o salire ancora; la crescita globale al di fuori degli Stati Uniti dovrebbe restare in buone condizioni per contenere la forza del dollaro e si dovrebbe mantenere qualsiasi impatto negativo sulle condizioni finanziarie.

I rendimenti dei Treasury americani sono già saliti in modo considerevole per queste paure da inflazione e potrebbero farlo ancora quando le politiche di Trump si concretizzeranno. Riteniamo quindi che il mercato stia sottostimando la possibile azione della Federal Reserve nel 2017 e dopo.

In Europa ci sono crescenti preoccupazioni politiche per alcune elezioni, in particolare a primavera in Francia, a settembre in Germania e in Italia una volta che sarà stata approvata una nuova legge elettorale. La paura è che i partiti populisti e di destra continuino a guadagnare consensi. A livello economico, nel frattempo, ci si interroga sulla BCE. La riduzione della portata degli acquisti e l’inizio del vero e proprio "tapering" potrebbe rendere vulnerabile la parte finale della curva dei rendimenti.

Rispetto a questa incertezza prevediamo periodi di volatilità elevata sul mercato obbligazionario per tutto il 2017. In termini di settori, negli Usa abbiamo recentemente tratto profitto dalle posizioni sul comparto ad alto rendimento spostandoci verso una posizione neutrale. Fuori dall’alto rendimento, negli States preferiamo i finanziari, il credito al consumo e i mutui erogati da istituzioni private, dato che i bilanci e i prezzi delle abitazioni continuano il loro recupero. La nostra posizione più ampia riguarda proprio i mutui erogati da istituzioni private. Abbiamo anche un sovrappeso sui Treasury Usa indicizzati all’inflazione da prima delle elezioni americane e intendiamo stabilizzare la nostra posizione nel 2017.

Nel Regno Unito abbiamo una posizione neutrale sui tassi e un’esposizione minima al credito, perché vediamo opportunità migliori altrove. In Europa abbiamo invece posizioni lunghe sul mercato ad alto rendimento perché l’area si trova nella fase iniziale del ciclo del credito.

In Asia pensiamo che sarebbero in particolare il Giappone e la Corea, due grandi Paesi esportatori, a poter subire una pressione crescente per effetto delle politiche commerciali di Donald Trump. Nei mercati emergenti ci siamo spostanti da una posizione lunga a una neutra prima delle elezioni americane, posizione che intendiamo mantenere”.

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