Piano Bar di Virginio Frigieri
- Quadro Tecnico del 30 Ott. 2016
Ormai i mercati americani sembrano voler aspettare l'esito delle elezioni presidenziali e quindi Dow Jones ed S&P500 terminano un altra settimana il laterale a ridosso dei supporti (18.000 per il Dow Jones e 2.119 per l'S&P500.
Ma a prescindere da questo voglio tornare sui dubbi espressi già la scorsa settimana circa il fatto di essere su un onda [iii] cerchiata di grado minor o essere ancora su on da [ii].
Nel grafico sottostante pubblicato da elliottwave.com la settimana scorsa viene visualizzato l'andamento del VIX e e del Daily Sentiment Index sull'indice stesso di volatilità del CBOE.
Con un DSI attorno al 45% sull'S&P500, possiamo vedere che il VIX continua a restare su un range basso tra i 12 e i 20 punti e il Daily Sentiment Index ha registrato il valore più basso dopo il minimo di luglio 2015 al 5%, portandosi la scorsa settimana al 6%. Quindi in pratica il DSI ci stà dicendo che il 94% dei commercianti pernsano che il VIX resterà tranquillo anche nel prossimo futuro.
Ma a tal proposito è interessante notare quello che accadde dopo il minimo del 5% del 2015. Lo vediamo nel prossimo grafico...
Come ben si vede arrivò lo sciacquone che culminò con un -15% sul Dow Jones nemmeno un mese dopo... anche l'andamento del VIX che precedette l'impennata, è sinistramente simile all'andamento del VIX di queste ultime settimane.
Come ha ricordato Bloomberg il 25 ottobre, le azioni dei titoli a grande capitalizzazione che dominano i titoli dei media e gli indici di capitalizzazione ponderata, come ad esempio l'S&P500, stanno portando una buona parte del rally del mercato, sulle proprie spalle. Un buon 20% dei guadagni dell' S&P500 di quest'anno provengono da Apple, Amazon e Facebook; una percentuale che aumenta quando si aggiungono Microsoft e Alphabet (Google). Queste sono le azioni che tutti possiedono, compresi gli hedge fund. Alphbet, Microsoft e Facebook sono inclusi nelle classifiche delle Top50 e sempre più spesso elencati nelle Top10 holdings. Tutti questi titoli, ad eccezione di Apple, sono in prossimità dei loro massimi storici. Anche se l'indice S & P ha fatto una serie di massimi decrescenti dal massimo di 2193,81 punti del 15 Agosto, che lasciano presagire un andamento al ribasso, le azioni che costituiscono una gran parte dei portafogli sono a nuovi massimi, mantenendo i commercianti in un atteggiamento "neutral" e facendo sì che il Daily Sentiment Index dell'S&P si mantenga alto e nessuno creda che la volatilità possa impennarsi all'improvviso. Un VIX basso non preclude un rally di mercato a breve termine, ma abbassa la probabilità che una spinta verso l'alto possa essere sostenuta a lungo. In altre parole, non è il tipo di condizione che ci si aspetterebbe all'inizio dell'onda Minute iii (cerchio) dell'onda Minor 3, che dovrebbe essere un lungo, forte e sostenuto avanzamento del mercato azionario.
Un altra indicazione che gli investitori dal 22 settembre stanno tornando verso una maggior cautela, viene dall'analisi del ratio tra l'indice Russell 2000 e il Russell 1000. Sono due sottoinsiemi del Russell 3000. Nel Russell 1000 confluiscono le 1000 aziende a più ampia capitalizzazione che fanno oltre il 90% dell'intera capitalizzazione del Russell 3000: l'azienda più piccola capitalizza 1,8 miliardi di $. Il Russell 2000 contiene le 2000 aziende a minor capitalizzazione (small cup) del Russell 3000 e rappresenta una capitalizzazione del 10% scarso del Russell 3000. In mercati toro "sani" i fondi di investimento inseriscono volentieri e sovrappesano questi "titolini" dotati di un Beta più alto . Il grafico sopra mostra invece come il rapporto tra i due indici sia sfavorevole alle "higher-beta"; dalla primavera del 2014 ad ora il ratio evidenzia un chiaro trend negativo con due onde in contro-trend (la prima da ottobre 2014 a giungo 2015 e la seconda da gennaio a settembre di quest'anno). Le due trendline che hanno sorretto il rialzo da gennaio a settembre sono entrambe rotte al ribasso. Generalmente, quando le small cap sottoperformano parecchio , il mercato sta avanzando sul ghiaccio sottile. Così, uno scenario più probabile è, per il mercato azionario, di rompere al ribasso in combinazione con un uptick nel VIX e un calo più profondo nel Daily Sentiment Index dell'S&P , con una seconda ondata di ribasso, e un accresciuto senso di "paura" verso le azioni. Dopodiché le condizioni sarebbero forse più adatte per l'inizio di un rally di terza ondata che porti a nuovi massimi. Il problema sarà capire sugli indici principali quanto inciderà e dove porterà un rally ribassista. Chiudiamo con il Nasdaq100 che ha ancora bisogno di un ultima onda al rialzo sopra 4.900 per terminare l'ending diagonale e l'onda 5.
Rendimenti dei T-Bond
Sul trentennale americano i prezzi hanno continuato a scendere nella direzione che sosteniamo da mesi. Ora il livello di 160.96 dovrebbe dare supporto alla fine di quella che sarà un 'onda 1 o A. Un ritorno sopra 162,20 sarà un primo segnale che l'onda 1 o A è conclusa.
Dollar Index e EUR/USD:
Il Dollar Index continua per ora la sua marcia al rialzo verso nuovi massimi sopra 100,51. Il DSI vede una percentuale di rialzisti attorno a 68% ben distante dal 83,9 del massimo di onda (3). quando il massimo del 2015 sarà fatto fuori, il dollaro rivisiterà livelli di prezzo che non si vedevano dal 2003. Ora però è importante la tenuta di 97,569 per non negare questa prospettiva.
L'Euro dal canto suo è alle prese con un'onda 3 minor di [C] primaria che dovrà scendere sotto il minimo di Marzo 2015 che era 1,0462.
Oro e Argento:
La scorsa settimana l'oro si è portato a un soffio dal nostro punto di rientro (chiusura sopra 1278,37) arrivando a 1277,21. Il problema è sempre lo stesso: capire se l'onda [B] si è conclusa col massimo di luglio o se è valida l'ipotesi di un onda X in contro trend che dovrebbe scatenare un secondo Zigzag che porterebbe l'oro ben sopra quota 1.400 $/onz.
L'argento invece mostra una cera più ribassista a breve. Molto dipenderà anche dal livello di avversione al rischio che gli investitori mostreranno nel prossimo futuro come abbiamo detto prima.
alla prossima