Ben ritrovati a tutti i lettori LombardReport.
Riprendiamo il lavoro dopo la pausa delle festività, sperando che anche il 2016 riesca a regalarci qualche soddisfazione. Il momento dei mercati è tutt’altro che felice, e in modo particolare per i bond d’ora in poi dovremo essere anche molto attenti alle insidie del Bail-In, di cui abbiamo già parlato su queste colonne.
Pertanto, la selezione degli emittenti da inserire in portafoglio dovrà basarsi sul triplice equilibrio sottovalutazione/Credit Risk/rendimento a scadenza.
L’esercizio si presenta tutt’altro che facile, complice anche il regime di tassi a zero (e quindi rendimenti pressochè ridicoli su tutto il tratto di curva) nonché la coda del terremoto “salvabanche”.
Tuttavia, qualcosa di potenzialmente interessante si trova ancora, anche se i rendimenti non fanno certo urlare al miracolo…
Vi propongo oggi l’analisi in ASW di un bond di Unipol, quotato sui nostri mercati domestici (MOT ed EuroTLX), con scadenza marzo 2021, tasso fisso al 4,375% annuo e taglio minimo 100.000 Euro. La size non è delle più confortevoli, ma in questa fase di mercato sono i bond con taglio institutional ad offrire qualcosa di meglio rispetto ai tagli retail.
Unipol Banca, stando ai dati riferiti a novembre 2015 è accreditata di un CET 1 pari a 17,60% e risulta tra le prime tre banche italiane più solide. Ne consegue che, stando a questi dati, al momento Unipol possa essere considerato emittente affidabile e ben lontano da ipotesi di dissesto e conseguente Bail-In.
Ad ogni buon conto, il bond oggetto di esame è emissione senior, per cui anche per questo motivo lontano dai rischi legati ai subordinati.
La scheda di valutazione evidenzia una potenziale sottovalutazione degna d’interesse. Infatti il titolo quota in ASW a Eur+271 bps a fronte di un “fair” price che lo vorrebbe in area Eur+160 bps. Il rendimento a scadenza ai prezzi correnti si attesta in area 2,80% che di questi tempi, per una scadenza 5 anni e con un Credit Risk tutt’altro che disprezzabile, non è per nulla disdicevole.
La fase di mercato non è delle più favorevoli, ma il bond ha retto più che discretamente gli urti delle ultime settimane; questo per dire che se da un lato la sottovalutazione è evidente, non è detto che il “fair” venga centrato in pieno, salvo radicali cambiamenti di “sentiment” sul mercato in generale. Pertanto se si dovesse registrare nelle prossime settimane un upside di prezzo superiore ai 100 bps e non si intravedesse ulteriore forza non è peregrina l’idea di liquidare la posizione anche se il “fair” teorico risulta più alto.