L’anno è incominciato con i timori che ci eravamo lasciati alle spalle nel 2015 ovvero Cina in possibile Hard landing e petrolio che continua a crollare a causa della politica dell’Arabia Saudita, intenta nel tenere il prezzo dell’oil il più basso possibile al fine di rendere meno conveniente il petrolio in arrivo dall’Iran (Il petrolio iraniano, grazie alla cancellazione delle sanzioni ufficiali, dovrebbe arrivare entro il mese prossimo). In Cina ieri i mercati azionari sono stati sospesi per la seconda volta in una settimana, in seguito al meccanismo che blocca i mercati in caso di perdita oltre il 7%. Le motivazioni di tanta negatività sono da ricercare negli ulteriori segnali economici di rallentamento arrivati negli ultimi giorni che, insieme alle possibili uscite di capitali, che stanno indebolendo lo yuan. Lo yuan debole sta inoltre creando un circolo vizioso per l’intera area emergente: esportazione verso la Cina, ma anche verso tutta l’area emergente stanno diventando sempre più costose. A riprova di ciò segnaliamo un interessante articolo del Nikkey, nota rivista asiatica, nel quale si ipotizza un taglio della produzione degli Iphone del 30% nel primo trimestre. A buttare benzina sul fuoco si è poi messa la Banca Mondiale che ha abbassato le stime mondiali di crescita per il 2016 e test atomici della Core del Nord.
Il clima è quindi da tempesta perfetta che tuttavia non giunge inattesa, visto che i temi –Corea a parte- sono sempre gli stessi degli ultimi mesi.
Dopo il sell off di questi giorni ci pare che le valutazioni siano ritornate a livelli interessanti, ma probabilmente conferme di bottom o vero nuovo trend negativo, le avremo solo dopo l’inizio delle trimestrali Usa che partiranno l’11 gennaio con Alcoa.
Segnaliamo inoltre una interessante curiosità: anche l’anno passato l’Eurostoxx partì con un importante sell off generalizzato, ma poi dal 7 gennaio iniziò un importante up trend.
Redazione RC