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Rubrica azioni blue chips Italia


Buongiorno e buon 2016 a tutti i lettori e agli abbonati del Lombard.

Da anni studio le tecniche dei grandi maestri del trading alla ricerca di spunti di riflessione per la creazione di strategie efficaci e che meglio si adattino al mio personale stile di trading e al mio profilo di rischio e rendimento.

Uno degli autori che più ho apprezzato è Thomas De Mark, del quale ho curato l’edizione italiana del famoso libro “La nuova scienza dell’analisi tecnica”. Il testo è un compendio di diverse tecniche di trading utilizzate dall’autore fin dagli anni ’80 del secolo scorso. Quella che più ha colpito la mia attenzione è la sua teoria delle trendline, che si trova nel primo capitolo del libro. So che qualcuno storcerà subito il naso a sentir parlare di trendline. Tutti sappiamo quanto fallace possa essere la lettura di un grafico con le sole trendline, anche perché trader diversi possono tracciare trendline diverse sullo stesso grafico, a seconda della personale interpretazione del mercato.

Lo stesso De Mark del resto nel suo libro racconta che ogni sera lui e il suo partner analizzavano i grafici alla ricerca delle trendline più efficaci, ciascuno per conto suo a casa propria; e puntualmente ogni mattina quando confrontavano i loro rispettivi grafici scoprivano di avere tracciato linee diverse. Un problema che ritengo sia chiaro a tutti i lettori del Lombard: l’occhio del trader e la sua personale interpretazione lo portano a leggere un grafico in modo diverso da qualsiasi altro.

Ciò a meno che non si codifichi un comportamento, in modo tale da poterlo ripetere meccanicamente ogni volta, portando così all’identificazione di trendline di validità conclamata (perché la loro validità è stata dimostrata statisticamente mediante un backtest) e soprattutto uniche. Ed è qui che entra in gioco De Mark, che ha escogitato un modo di riuscire a tracciare su ogni grafico una e una sola trendline, quella più giusta.

Uno degli elementi più interessanti della teoria di De Mark è che lo ha portato alla definizione di un sistema di trading completo: codifica precisa del setup operativo, determinazione del punto di entrata, individuazione del target per la presa di profitto.

Pur apprezzando molto il lavoro di De Mark l’ho trovato comunque poco conforme al mio stile operativo e ho deciso di rivisitarlo e riadattarlo, aggiungendo alcuni ingredienti che derivano dalla mia personale esperienza e sensibilità al mercato.

Ne è nata una tecnica di trading efficace, che da oggi in avanti applicherò alle azioni blue chips del mercato italiano, riportando su queste pagine le operazioni e il loro andamento. L’operatività descritta sarà soltanto long, dati i tanti problemi (e i costi) dello short azionario. Di quando in quando posterò anche qualche spiegazione del funzionamento della tecnica, pur mantenendo per me qualche piccolo segreto operativo.

Ci tengo a precisare che questo non è e non vuole essere un servizio di raccomandazioni operative e di indicazioni di cosa comprare o vendere. Si tratta piuttosto di una sorta di work in progress, un diario di trading. Lo scopo è quello di condividere una operatività su azionario italiano e di sottoporre all’attenzione dei lettori alcune tematiche operative e anche didattiche rivolte ad accrescere la cultura finanziaria di tutti noi, anche attraverso lo scambio di idee. Per questo motivo questa rubrica è gratuita. I dati indicati potrebbero essere errati e non vi è alcuna garanzia di successo nell'operatività qui presentata a scopo didattico e divulgativo. Per qualsiasi dubbio, domanda o curiosità vi invito a scrivere a info@lombardreport.com.

Buona lettura

Domenico Dall’Olio

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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