EURUSD (PC: 1,0832)
Major Trend: l’impostazione dominante rimane stabilmente al ribasso. Lo sfasamento tra la politica monetaria della Fed – in via di progressiva normalizzazione, anche se ancora molto espansiva – e della Bce – in ulteriore espansione fino al marzo 2017 (con possibili accelerazioni da marzo 2016), con tassi di interesse schiacciati sullo zero quando non in territorio negativo – mantiene un quadro strategico a favore del dollaro Usa, a maggior ragione contro l’euro che rimane tra le divise più deboli del sistema. Graficamente il cambio è indirizzato al test della parità, ma nel corso del 2016 sono possibili discese anche verso area 0,9500-0,9600. Tale ipotesi dovrebbe essere accantonata in caso di risalite del cambio al di sopra dei picchi di fine agosto 2015 a 1,1715, eventualità che al momento pare ipotizzabile soltanto qualora la Fed, spaventata dalle possibili conseguenze del crash della Borsa cinese e dai rischi di implosione dell'industria dello shale Usa a causa del crollo del greggio (con conseguente possibile avvio di un bear market anche sull'SP500, con segnale alla violazione del supporto chiave a 1815), dovesse decidere di soprassedere rispetto al programma annunciato di graduale rialzo dei tassi o, in caso di scenari davvero disastrosi, ipotizzare addirittura un nuovo round di easing quantitativo, riprendendo il programma interrotto nell'ottobre 2014 con ulteriori espansioni del proprio Bilancio (stabile da ottobre 2014 a ridosso di 4,5 trilioni di dollari).
Medium Trend: da metà marzo 2015 si è assistito ad una lateralizzazione del cambio al di sopra dei minimi di periodo in area 1,0455/0540 ed al di sotto di 1,1500/1715. Dovrebbe trattarsi di una pausa distributiva, dopo il tracollo dai picchi del maggio 2014 a ridosso di 1,4000. All’interno di tale trading-range, una zona spartiacque è individuabile in area 1,1060-1,1200: finché il cambio staziona al di sotto di tale resistenza il tono predominante rimane all'insegna della debolezza, anche se le vendite riprenderebbero comunque solo al di sotto di 1,0700.
Minor Trend: il quadro tecnico rimane immutato. La risalita dai minimi del 3 dicembre a 1,0540 si è finora arrestata al di sotto di 1,1060, con base al di sopra del supporto in area 1,0700-1,0800, supporto ripetutamente testato. Il tono si indebolirebbe nuovamente solamente in caso di violazione del supporto a 1,0800 e le pressioni ribassiste riprenderebbero solo al di sotto di 1,0700 (prematuro); al superamento di 1,1060 (prematuro) possibili strappi verso la forte resistenza a 1,1200, dove dovrebbero comunque prevalere i realizzi. La contrazione di volatilità in atto sembra preparare un prossimo movimento direzionale. Rischi di risalita in caso la Fed, spaventata dalle tensioni sui mercati finanziari, dovesse tornare sui propri passi lasciando intendere la possibilità di soprassedere sull'attuazione del piano annunciato di graduale rialzo tassi per il 2016: in ogni caso il mercato farà una valutazione complessiva dell'operato della Fed e della Bce, per cui prese di beneficio sulle posizioni lunghe in dollari sono valutabili solo al superamento di 1,1200.
USDJPY (PC: 121,14)
Major Trend: l’impostazione dominante al rialzo denota una tendenza alla lateralizzazione nell'ultimo semestre, al di sotto del picco a ridosso di 126 toccato ad inizio giugno 2015. Lo sfasamento tra la politica monetaria della Fed – in via di progressiva normalizzazione, anche se ancora molto espansiva – e quella portata avanti dalla Banca del Giappone – in continua espansione da fine 2012 per volontà del Governo Abe, con tassi di interesse schiacciati sullo zero – mantiene un quadro strategico a favore del dollaro Usa. Da fine 2011 il cambio si è apprezzato considerevolmente, dai minimi a ridosso di 75,30 al picco del giugno 2015 a ridosso di 126 (+67%). Nei mesi seguenti il cambio è ridisceso fino a toccare un minimo a ridosso di 116 a fine agosto 2015, per poi stabilizzarsi tra 118 e 124; da metà dicembre si è sviluppato un forte movimento correttivo, con la perforazione della base a 118 ed il ritest puntuale, il 20 gennaio, dei minimi a ridosso di 116, su cui si è sviluppato un movimento di rimbalzo che ha recentemente riportato il cambio a ridosso di 121,00/70. La tenuta del supporto chiave in area 115-116 è fondamentale per conservare un'impostazione positiva per i mesi a venire; gli acquisti in ottica plurimensile riprenderebbero comunque solo al di sopra di 124, con conferma al di sopra della resistenza critica a 126 (al momento poco probabile). L'evoluzione della crisi borsistica in Cina potrebbe portare ad ulteriori deprezzamenti del Renminbi, con possibili incrementi della volatilità per le principali divise asiatiche, tra cui lo yen.
Medium Trend: da inizio settembre si è assistito ad una lateralizzazione al di sopra dei minimi di periodo in area 116-118 ed al di sotto di 124, con livello intermedio a ridosso di 120. Il rimbalzo in essere dal valido supporto a 116 ha riportato il cambio a ridosso di 121 (max 121,70), fornendo così un valido segnale di tenuta. Gli acquisti in ottica plurisettimanale riprenderebbero poi al superamento di 122,35, per un test di 124. Per mantenere un'impostazione di moderata positività il cambio deve ora stabilizzarsi al di sopra di 118. La tenuta del supporto critico a 116 (ext 115) è essenziale per evitare un deterioramento del quadro tecnico in ottica plurimensile.
Minor Trend: nelle ultime settimane il tono è stato decisamente ribassista, col cambio in caduta libera da quota 124 al test puntuale dei minimi di fine agosto a 116, avvenuto il 20 gennaio. Le prese di beneficio sulle posizioni corte in yen si sono accompagnate, come divenuto oramai consueto negli ultimi anni, alle forti vendite sui mercati azionari: in una situazione di risk-off, ovvero di avversione al rischio con conseguenti liquidazioni di posizioni sull'azionario, è infatti normale assistere a contestuali ricoperture sulle posizioni corte detenute in yen per sfruttare il cosiddetto "carry-trading". La tenuta di 116 ha consentito un forte rimbalzo tecnico che ha riportato il cambio verso 121,70, sopra cui si avrebbe un nuovo impulso rialzista con obiettivo 122,35 e quindi (prematuro) la valida resistenza a 124. Per conservare un'impostazione tonica il cambio deve ora mantenersi al di sopra di 118,50. Il tono si indebolirebbe nuovamente su ridiscese al di sotto di 118 (al momento poco probabile), con obiettivo 116.
EURGBP (PC: 0,7615)
Major Trend: dal gennaio 2009 l'impostazione è stata stabilmente al ribasso, con la sterlina inglese favorita da un differenziale di rendimento – ancorché modesto – a proprio favore. Rispetto ai livelli di fine 2008 la sterlina si è apprezzata di un 40% circa contro euro, col cambio passato da 0,9800 ad un minimo a 0,6935 a luglio 2015. Negli ultimi mesi si è assistito ad una fase di lateralizzazione al di sopra dei minimi di luglio ed al di sotto dei picchi di metà ottobre a ridosso di 0,7500, recentemente superati (max 0,7757 il 20 gennaio). Dovrebbe trattarsi di una pausa distributiva, che dovrebbe quindi preludere ad una ripresa delle vendite, ma non si possono escludere movimenti erratici per diversi mesi a venire. Le vendite riprenderebbero sotto 0,7200, con obiettivo i minimi 2015 in area 0,6935-0,7000. Il major down-trend verrebbe messo in discussione da risalite del cambio al di sopra della resistenza critica in area 0,8000-0,8100 (prematuro).
Medium Trend: da inizio marzo si assistito ad una lateralizzazione del cambio al di sopra dei minimi di periodo a 0,6935 ed al di sotto di 0,7500, recentemente superato al rialzo, con strappi verso 0,7757. Per conservare un'impostazione tonica il cross deve restare al di sopra di 0,7300; la prossima resistenza è individuabile a 0,7755, quindi 0,8000. Il tono peggiorerebbe sotto 0,7300 ma il quadro tornerebbe ribassista solo al di sotto del supporto critico a 0,6935, al momento poco probabile.
Minor Trend: da metà novembre il cross è in fase di risalita, dai minimi a ridosso di 0,7000 verso 0,7757. Dopo un ripiegamento verso 0,7500 il cross è risalito nelle ultime sedute verso 0,7650. Nuovi acquisti sopra 0,7700, con obiettivo 0,7800. Un segnale di rinnovata debolezza si avrebbe su ridiscese al di sotto di 0,7450 (poco probabile), con obiettivo il supporto importante a 0,7300.
EURCHF (PC 1,1084)
Major trend: negli ultimi mesi il cross si è mosso lateralmente tra 1,0150 e 1,1050, con volatilità in progressiva diminuzione dopo il collasso del cambio avvenuto nella mattinata del 15 gennaio 2015 a seguito della rimozione del cap ad 1,2000 e conseguente caduta libera fino a toccare un minimo a ridosso di 0,8500. La Banca Nazionale Svizzera ha portato in negativo i rendimenti (per avere un tasso positivo sui governativi occorre acquistare scadenze superiori ai 12 anni!), in modo da scoraggiare acquisti di franchi svizzeri e conseguenti apprezzamenti del cambio, considerati negativamente per l'economia del Paese. Nelle ultime sedute si è assistito ad un tentativo di fuoriuscita del cambio dalle parte alta del suddetto trading-range, con un balzo verso 1,1165. Anche se è prematuro ipotizzare rialzi consistenti dell'euro in ottica plurimensile, investimenti in franchi svizzeri rimangono poco interessanti stante la remunerazione negativa dei titoli espressi in CHF e la bassa probabilità di sostanziali apprezzamenti della divisa elvetica nei mesi a venire.
Medium trend: dopo una lunga fase laterale, con volatilità in consolidamento all'interno del range tra 1,0750 e 1,0945, il cross ha messo a segno una veloce risalita verso 1,1165. Per conservare un'impostazione tonica eventuali correzioni devono mantenersi al di sopra di 1,0850. Al superamento di 1,1165 il rialzo potrebbe spingersi verso 1,1400.
Minor Trend: il movimento di risalita dai minimi del 18 dicembre a 1,0756 ha portato il cross a fuoriuscire dalla parte alta del trading-range dominante nei mesi passati, con un balzo verso 1,1165. Al superamento di 1,1165 (prematuro) il rialzo potrebbe spingersi verso 1,1250 e, a tendere, 1,1400. Per conservare un'impostazione tonica eventuali correzioni devono mantenersi al di sopra di 1,0980. L'incremento di volatilità delle ultime settimane rende nuovamente interessante il cross in ottica trading (possibili acquisti di euro sulla debolezza), anche se al momento movimenti consistenti appaiono ancora poco probabili.
EURAUD (PC: 1,5305)
Major Trend: dai minimi dell'agosto 2012 a ridosso di 1,1570, in linea col rasserenamento sui debiti sovrani periferici dell'area euro grazie all'interventismo della BCE di Mario Draghi, il cross ha messo a segno un rialzo sostenuto, esauritosi nel picco dell'agosto 2015 a 1,6615. Si è quindi sviluppato un movimento correttivo, fino ad un minimo a ridosso di 1,4350 ad inizio dicembre 2015. Il cambio è poi rimbalzato fino a toccare un picco a 1,6075 a metà gennaio, per poi ridiscendere verso 1,5300 nelle ultime sedute. Il trend dominante rialzista dell'euro appare in fase di esaurimento, come confermato dal miglioramento (lateralizzazione dopo un lungo trend ribassista) dell'"aussie" negli ultimi 5 mesi anche contro una divisa forte come il dollaro Usa. Ciò sembra confermare il rasserenamento dopo le forti tensioni estive legate al crash della Borsa Cinese (che rimane comunque molto fragile ed uno dei principali fattori di rischio per l'aussie), la cui economia è tra i principali importatori di materie prime dall'Australia. Nei confronti dell'euro il dollaro australiano dovrebbe poi beneficiare dall'implementazione del programma di easing quantitativo da parte della BCE e dai conseguenti rendimenti nulli o addirittura negativi nell'area euro. Investitori a caccia di flussi cedolari potrebbero quindi prendere in considerazione obbligazioni in dollari australiani, anche se la volatilità elevata del cambio suggerisce comunque prudenza. Nei prossimi mesi sono possibili ulteriori discese del cross verso i minimi di inizio dicembre a 1,4350 e quindi a testare il minimo 2015, toccato a fine aprile, a ridosso di 1,3675.
Medium Trend: il trend degli ultimi mesi appare decisamente erratico. Un segnale di forza si avrebbe al superamento di 1,6075 (prematuro). Rinnovata debolezza su discese sotto i minimi di inizio dicembre a ridosso di 1,4350 (prematuro), con obiettivo i minimi di fine aprile 2015 a ridosso di 1,3675, dove dovrebbero prevalere nuovamente gli acquisti.
Minor Trend: la discesa dai picchi di metà gennaio a 1,6075 ha ricondotto il cross verso 1,5250 e potrebbe proseguire verso 1,4850-1,4750. Il tono migliorerebbe solo sopra 1,5700 (prematuro).
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)