Analisi Valutaria


EURUSD (PC: 1,0957)

Major Trend: l’impostazione dominante rimane stabilmente al ribasso. Lo sfasamento tra la politica monetaria della Fed – in via di progressiva normalizzazione, anche se ancora molto espansiva – e della Bce – in ulteriore espansione fino al marzo 2017, con tassi di interesse schiacciati sullo zero quando non in territorio negativo – mantiene un quadro strategico a favore del dollaro Usa, a maggior ragione contro l’euro che rimane tra le divise più deboli del sistema. Graficamente il cambio è indirizzato al test della parità, ma nel corso del 2016 sono possibili discese anche verso area 0,9500-0,9600. Tale ipotesi dovrebbe essere accantonata in caso di risalite del cambio al di sopra dei picchi di fine agosto 2015 a 1,1715, eventualità che al momento pare ipotizzabile soltanto qualora la Fed, spaventata dalle possibili conseguenze del crash della Borsa cinese e dai rischi di implosione dell'industria dello shale Usa a causa del crollo del greggio (con conseguente possibile avvio di un bear market anche sull'SP500), dovesse decidere di soprassedere rispetto al programma annunciato di graduale rialzo dei tassi o, in caso di scenari davvero disastrosi, ipotizzare addirittura un nuovo round di easing quantitativo, riprendendo il programma interrotto nell'ottobre 2014.

Medium Trend: da metà marzo si è assistito ad una lateralizzazione al di sopra dei minimi di periodo in area 1,0455/0540 ed al di sotto di 1,1500/1715. Dovrebbe trattarsi di una pausa distributiva, dopo il tracollo dai picchi del maggio 2014 a ridosso di 1,4000. All’interno di tale trading-range una zona spartiacque è individuabile in area 1,1060-1,1200: finché il cambio staziona al di sotto di tale resistenza il tono predominante rimane all'insegna della debolezza.

Minor Trend: il quadro tecnico rimane immutato. La risalita dai minimi del 3 dicembre a 1,0540 si è finora arrestata al di sotto di 1,1060. Il tono si indebolirebbe nuovamente su ridiscese al di sotto del supporto a 1,0800 e le pressioni ribassiste riprenderebbero sotto 1,0700 (prematuro); al superamento di 1,1060 (poco probabile) possibili strappi verso la forte resistenza a 1,1200, dove dovrebbero comunque prevalere i realizzi. La contrazione di volatilità in atto sembra preparare un prossimo movimento direzionale. Rischi di risalita in caso la Fed annunci di soprassedere sul piano di graduale rialzo tassi.

USDJPY (PC: 116,72)


Major Trend: l’impostazione dominante al rialzo denota una tendenza alla lateralizzazione nell'ultimo semestre, al di sotto del picco a ridosso di 126 toccato ad inizio giugno 2015. Lo sfasamento tra la politica monetaria della Fed – in via di progressiva normalizzazione, anche se ancora molto espansiva – e della Banca del Giappone – in contunua espansione da fine 2012 per volontà del Governo Abe, con tassi di interesse schiacciati sullo zero – mantiene un quadro strategico a favore del dollaro Usa. Da fine 2011 il cambio si è apprezzato considerevolmente, dai minimi a ridosso di 75,30 al picco del giugno 2015 a ridosso di 126 (+67%). Nei mesi seguenti il cambio è ridisceso fino a toccare un minimo a ridosso di 116 a fine agosto, per poi stabilizzarsi tra 118 e 124;  da metà dicembre si è sviluppato un movimento correttivo che ha recentemente portato alla perforazione della base a 118, avvicinandosi ai minimi di fine agosto. La tenuta del supporto chiave in area 115-116 è fondamentale per conservare un'impostazione positiva per i mesi a venire; gli acquisti in ottica plurimensile riprenderebbero comunque solo al di sopra di 124 (al momento poco probabile). L'evoluzione della crisi borsistica in Cina potrebbe portare ad ulteriori deprezzamenti del Renminbi, con possibili incrementi della volatilità per le principali divise asiatiche, tra cui lo yen.

Medium Trend: da inizio settembre si è assistito ad una lateralizzazione al di sopra dei minimi di periodo in area 116-118 ed al di sotto di 124, con livello intermedio a ridosso di 120. La recente perforazione di 118 sta respingendo il cambio verso i minimi di fine agosto a 116 (ext 115), la cui tenuta è essenziale per evitare un deterioramento del quadro tecnico in ottica plurimensile. Il tono migliorerebbe solo su risalite al di sopra di 120 (prematuro) e gli acquisti riprenderebbero al superamento di 122,35  (al momento poco probabile).

Minor Trend: nelle ultime settimane il tono è stato decisamente ribassista, col cambio in discesa da quota 124 verso 116,60, dove è in atto un tentativo di reazione. La tenuta di 116 potrebbe consentire un rimbalzo tecnico: segnale al superamento di 118,40, con obiettivo 119 ed estensioni verso 120. Solo al di sopra di quest'ultima resistenza si avrebbe però un segnale di stabilizzazione convincente. Il tono migliorerebbe in modo convincente solo al superamento di 121 (poco probabile). La perforazione del supporto a 116 (prematuro) spingerebbe poi le quotazioni verso 115.


EURGBP (PC: 0,7672)


Major Trend: dal gennaio 2009 l'impostazione è stata stabilmente al ribasso, con la sterlina inglese favorita da un differenziale di rendimento – ancorché modesto – a proprio favore. Rispetto ai livelli di fine 2008 la sterlina si è apprezzata di un 40% circa contro euro, col cambio passato da 0,9800 ad un minimo a 0,6935 a luglio 2015. Negli ultimi mesi si è assistito ad una fase di lateralizzazione al di sopra dei minimi di luglio ed al di sotto dei picchi di metà ottobre a ridosso di 0,7500, recentemente superati. Dovrebbe trattarsi di una pausa distributiva, che dovrebbe quindi preludere ad una ripresa delle vendite, ma non si possono escludere movimenti erratici per diversi mesi a venire. Le vendite riprenderebbero sotto 0,7200, con obiettivo i minimi 2015 in area 0,6935-0,7000. Il major down trend verrebbe messo in discussione da risalite del cambio al di sopra della resistenza critica in area 0,8000-0,8100 (prematuro).


Medium Trend: da inizio marzo si assistito ad una lateralizzazione del cambio al di sopra dei minimi di periodo a 0,6935 ed al di sotto di 0,7500, recentemente superato al rialzo, con strappi verso 0,7675. Per conservare un'impostazione tonica il cross deve restare al di sopra di 0,7300; la prossima resistenza è individuabile  a 0,7755, quindi 0,8000. Il tono peggiorerebbe sotto 0,7300 ma il quadro tornerebbe ribassista solo al di sotto del supporto critico a 0,6935, al momento poco probabile.


Minor Trend: da metà novembre il cross è in fase di risalita, dai minimi a ridosso di 0,7000 verso 0,7700. Prossimo obiettivo del rialzo a 0,7715, poi  0,7755. Perdita di spinta sotto 0,7450 (prematuro). Supporto importante a 0,7300.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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