E se il game changer fosse l'Ecb?


Post svalutazione Cinese ci siamo posti il problema se la l'affaire Cina fosse un "game changer" negativo per l'Europa e sebbene qualche dubbio lo avessimo, la nostra idea era che non potesse impattare così profondamente come il mercato azionario sembrava scontare.

Oggi però abbiamo avuto una grossa novità da parte dell'Ecb ed il dubbio di nuovo affiora: e se fosse Mario Draghi il vero game changer, ma in positivo?

Abbiamo come sempre ascoltato con attenzione l'odierna conferenza del bravissimo governatore dell'Ecb e vi possiamo assicurare che sembrava un altro Draghi rispetto a quello di giugno, ma è anche vero che da giugno molte cose sono cambiate.
Facciamo quindi un sunto della conferenza odierna:
Riviste al ribasso le stime del Pil e dell'inflazione: Pil al 1,7% e Inflazione al 1,1% per il 2016, mentre per il 2017 Pil al 1,8% ed inflazione 1,7%. Draghi, inoltre, non ha escluso che per effetto del petrolio l'inflazione non torni in negativo nei prossimi mesi. Questo peggioramento di stime è riconducibile al peggioramento economico dei mercati emergenti: l'affaire Cina sarà in discussione nel G20 del prossimo fine settimana.

Draghi si è quindi dichiarato ampiamente disponibile a modificare il QE ed ha segnalato che è stato innalzato il limite, dal 25% al 33%, dell'ammontare acquistabile per singola emissione di bond.
Secondo noi, queste importanti novità da parte dell'Ecb, aprono chiaramente la porta ad un nuovo tipo di QE modello Fed e quindi, finchè non vi sarà una chiara crescita economica con relativa inflazione in aumento verso il target previsto, l'Ecb farà di tutto per riportare l'economia sui binari giusti leggasi, tassi a zero sulla parte breve della curva ancora per molto tempo.

Riteniamo che Draghi abbia le capacità e possibilità di implementare davvero un QE 2.0 che potrebbe quindi davvero diventare un game changer positivo per tutti gli asset finanziari europei.

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