Come da nostre previsioni la Fed non ha alzato i tassi, ma cosa che non avevamo previsto, ciò ha provocato un ulteriore avversione al rischio su un po' tutti gli asset finanziari provocando a prima vista vendite "esagerate". Successivamente (venerdì scorso) le importanti scadenze tecniche di settembre hanno esacerbato l'avversione al rischio ed a seguire, l'incredibile scandalo dell'auto del popolo (Volkswagen) ha buttato ulteriore benzina sul fuoco, abbattendo il settore auto europeo e portando giù tutti gli indici azionari.
La nostra impressione, in questo difficile contesto economico, è che il mercato sia stanco di infiniti QE e che voglia chiarezza sulla futura crescita economica. La Fed infatti, oltre a rimandare un aumento dei tassi (crediamo che ciò avverrà entro fine anno), ha rivisto sensibilmente al ribasso le attese di crescita per il 2016 e ciò ha giustamente dato adito a dubbi ovvi: questi infiniti QE sono veramente serviti a sostenere stabilmente Pil e inflazione o al contrario sono solo stati droga per i mercati finanziari? Evitiamo di buttarci in lunghi e dietrologici discorsi, e lasciamo ai posteri l'analisi di questi importanti anni finanziari.
Noi ci limitiamo a fare delle considerazioni più pragmatiche: in questo difficile contesto economico finanziario dove investire i nostri risparmi?
Il reddito fisso europeo, grazie al Qe di Draghi, resta a rendimenti a dir poco limitati e d'altronde, anche il reddito fisso Us non ci pare così interessante da un punto di vista risk/reward.
Quindi?
L'alternativa di brevissimo ahinoi è solo quella di tenere per ora una discreta liquidità (sempre al di sotto dei 100.000 euro per codice fiscale) in conti deposito, in attesa di chiarimenti tecnici finanziari che ipotizziamo avremo fra qualche settimana.
La nostra ipotesi piuttosto forte, difatti, è che i mercati equity europei ed anche americani, troveranno un importante bottom entro la fine dell'anno (fine ottobre?) con dei multipli societari che ritorneranno nuovamente più che interessanti. Se così sarà, bisognerà avere per quel momento delle munizioni pronte (leggasi liquidità) da poter allocare sia su equity sia su bond europei: nello specifico HY e probabilmente una piccola quota di investimento sarà anche da allocare per gli emergenti, ma per questi mercati attendiamo chiarezza dalle commodity. Le commodity infatti saranno un chiaro elemento leading nei prossimi mesi per i mercati emergenti: se e quando troveranno un vero minimo, sarà allora arrivata l'ora di accumulare con relativa tranquillità anche bond emergenti ed in minima quota anche equity HI (al proposito facciamo notare come la Cina non sia più il vero problema del momento, che sia arrivato il momento del bottom economico?)
Per l'equity: per ora i tempi non sono maturi, ma siamo più che convinti che una ulteriore discesa degli indici ci fornirà delle chiare buy opportunity, con il mercato azionario italiano assolutamente da sovrappesare ed a seguire da accumulare Francia ma anche S&P. Riteniamo che l'Italia resti da sovrappesare per varie ragioni, in primis: crescita del Pil che sarà sopra le attese. Segnaliamo al proposito che il noto indicatore di Citigroup, il Cesi Italia, sta segnando già da settimane una divergenza eccessiva rispetto all'andamento delle ultime ottave del FtseMib: ciò ha sempre creato nel passato dei presupposti di recupero importante per l'Equity e crediamo che anche questa volta "non sarà diverso".
Buy in arrivo: come tutti i giorni siamo alla ricerca di bond per il buon padre di famiglia ed abbiamo finalmente identificato un bond interessante, scadenza 2018, con rendimento più che interessante vista l'attuale curva dei tassi. Emetteremo probabilmente un buy nei prossimi giorni ma già anticipiamo cautela: il bid offer è pittosto ampio e quindi suggeriamo di acquistarlo con gradualità lavorando sul bid e non applicando la lettera.
Redazione Rischio Contenuto
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