Questa sera alle ore 20.00 italiane sapremo finalmente se la Fed metterà fine alla politica dei tassi a zero o al contrario rimanderà l'importante evento ad ottobre o addirittura a dicembre.
Diciamo subito che la nostra visione è quella di un nulla di fatto per questa sera ed ipotizziamo un rialzo a dicembre, anche se non escludiamo un rialzo ad ottobre. Il mercato nel suo complesso la vede come noi: probabilità che rialzi oggi al 32%, che rialzi a ottobre 47% e a dicembre 65%.
Tuttavia molti analisti di peso (Ubs, Nomura e JP Morgan giusto per citarne alcuni) vedono ampie probabilità di rialzo già da oggi ed in effetti ciò spiegherebbe come mai il tasso americano a due anni (più sensibile alle decisioni della banca centrale) è ritornato incredibilmente sui massimi del 2011 oltre quota 0.8%.
Il tasso a 2 anni indicherebbe quindi un possibile rialzo, tuttavia la nostra convinzione è per un nulla di fatto poiché non vediamo dati sull'occupazione e sull'inflazione in completo accordo. Bisogna infatti ricordarsi che la Fed persegue un doppio mandato ovvero massima occupazione e stabilità dei prezzi. Gli ultimi dati macro di ieri, difatti, confermano l'attuale situazione economica piuttosto contraddittoria: inflazione ad agosto contenuta ma con la fiducia dei costruttori al massimo dal 2005.
Segnaliamo inoltre che l'inflazione odierna, osservate il relativo grafico, è paradossalmente più bassa rispetto ai precedenti periodi di easing monetario. Crediamo inoltre che la Yellen, prima di varare una stretta monetaria, preparerà con chiarezza il mercato, mentre oggi il mercato non è affatto convito sul rialzo.
Se i soldi facili non finiranno questa sera, quasi certamente finiranno entro l'anno ed è quindi corretto vedere cosa è accaduto ai mercati nei precedenti rialzi.
Da un'analisi storica si evince che post primo rialzo dei tassi l'S&P è in genere negativo per i successivi 1-3 mesi, ma già a distanza di 5-9 mesi la negatività sparisce. Scopriamo poi che vi è storicamente una escursione massima negativa del -7% circa: ciò vuole dire che se nei successivi 3 mesi post rialzo l'S&P arrivasse a perdere circa il 7%, quello sarebbe un ottimo punto per entrare long. Inoltre, basandosi sul passato e quindi sugli ultimi 6 cicli rialzisti della Fed, scopriamo una chiara e statistica operatività: comprare lo S&P circa due mesi post rialzo, per poi rivendere la posizione a 4 mesi di distanza, ha avuto una probabilità di gain del 100% con un gain medio del 5% circa (ma con picchi oltre il double digit).
Per chi invece segue i Treasury decennali americani, segnaliamo che nei precedenti 5 rialzi dei tassi, i rendimenti dei Treasury, hanno sempre incominciato a salire circa 4 mesi prima del rialzo dei tassi ed hanno terminato l'up trend impulsivo circa un anno dopo la data del primo rialzo.
Ciò che è successo nel passato non è ovviamente garanzia per quello che accadrà questa volta, tuttavia vista l'alta "stagionalità", meglio conoscere che non sapere.