Si puo' essere contenti se chi ha investito nei diamanti viene a sapere delle diminuizioni del prezzo del greggio fatte da De Beers e da Alrosa e delle incertezze del mercato in Hong Kong dove l'attivita' è fin troppo tranquilla,influenzata dalle note difficolta' finanziare cinesi?
La risposta è positiva in quanto i brillanti sono quotati in dollari e la forte ascesa della moneta americana passata in un anno da 1,34 a 1,14 contro l'euro ha spinto alle stelle il prezzo delle pietre espresso in euro. La discesa media dei prezzi in dollari è stata percio' piu' che compensata per un europeo dal rialzo del dollaro.
In dollari l'indice Diamonds prices index calcolato da Diamonds Search Engine (www.diamondse.info) vede continuare la discesa iniziata nel febbraio 2012 quando tocco' il massimo di 234. Una ascesa che era aumentata di intensita' dal 2006,quando quotava 135.
Ora,dopo tre anni incerti,l'indice ( come tale media di svariatissimi diamanti con diversissime caratteristiche) veleggia attorno a 218.
Ripetiamo che tale indice riflette prezzi in dollari.
Il mercato dei diamanti,colpito anche mesi fa da una stretta sulla liquidita', ha pronta in ogni caso la sua solita ricetta in caso di eccessiva discesa dei prezzi: chiusura delle miniere marginali. Smaltiti in tal modo dopo un certo periodo gli stock la richiesta incide poi favorevolmente sui prezzi.
Rispetto alle "sberle"prese da oro (-40%) ed argento (-70% dai massimi di 3-4 anni fa le pietre hanno mostrato maggiore resistenza proprio per la capacita' degli oligopolisti del mercato diamantifero di diminuire l'offerta in caso di debolezza.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)