Piano Bar : Si va verso l'autunno...


Piano Bar di Virginio Frigieri
si va verso l'autunno… Quadro Tecnico del 02 Ago. 2015

Tempo venti giorni e col rientro dalle ferie saremo già proiettati verso l'autunno…
Gli indici americani chiudono la seduta di venerdì in ribasso, ma in netto recupero rispetto alla settimana precedente. Tutto bene dunque? In realtà la maggior parte dei mercati azionari sono molto più deboli di quanto traspare per ora dagli Indici. Come scrive Bloomberg con uno S&P500 che resta ancora vicino ai massimi di maggio, il 57% dei suoi titoli risulta in calo di almeno il 10% dai rispettivi massimi recenti, mentre si sale addirittura al 67% se la stessa analisi si fa sul Russell 3000. Aggiungo io che non vanno molto meglio nemmeno il Dow Jones Trasposti che ha il suo massimo assoluto fermo al 28 Novembre dello scorso anno e il Dow Jones Utility che registra il suo massimo il 28 gennaio di quest'anno. Se il picco finale non si è ancora verificato, ogni nuovo rally rischia di essere un viaggio solitario verso nuovi massimi per un numero molto limitato di azioni e indici azionari. Il 26 luglio sul Wall Street Journal si riportava il fatto che più della metà dei 664 miliardi di dollari aggiunti al valore del Nasdaq nel 2015 sono ascrivibili a sei soli tioli (Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google e Gilead Sciences) e addirittura un esperto di CNBC usando l'acronimo di FANG, riduce l'elenco a soli quattro titoli (Facebbok, Amazon, Netflix e Google).Qualcosa del genere accadde nei primi anni '70 quando il Dow Jones completò un triplo massimo a ridosso della famosa quota 1000; a quel tempo comunque i titoli a larga capitalizzazione erano almeno cinquanta. Nei successivi 23 mesi da gennaio del '73 a dicembre del '74 il Dow Jones lasciò sul terreno il 45%. Il fatto che la cerchia di oggi sia molto più sottile (solo 6 titoli) e il fatto che con la complicità delle banche centrali questo rotolamento degli indici verso nuovi massimi si è prolungato di almeno quattro anni rispetto a quello che poteva essere uno sviluppo "normale" suggeriscono che un periodo di lungo e profondo declino sia ormai imminente. Il tuffo della Cina (-35% in soli 18 giorni) rafforza e si inserisce in questa linea di pensiero. Qualcosa di simile al 1929 sta accadendo ora sotto i nostri occhi e la stragrande maggioranza dei risparmiatori (DSI da i tori oltre il 90%) pare non sospettare neppure il minimo pericolo.
Le curve dei titoli che presentano nuovi massimi a 52 settimane contro quelli che presentano nuovi minimi conferma la ristrettezza dell'avanzata del mercato, e sul Nyse la media mobile dei nuovi massimi al netto dei nuovi minimi che a metà del 2013 svettava a quota 300 a primavera di quest'anno era appena sopra quota 100 e da allora ad oggi è crollato a quota -150. La batosta cinese si sta riverberando anche nel settore del lusso che vede un'improvvisa carenza di acquirenti cinesi. Dopo essere stati per anni il motore chiave per molte imprese del settore del lusso, i consumatori cinesi stanno subendo un veloce e notevole cambiamento di gusti. Sempre meno ricchi chiedono a gran voce le appariscenti borse di Luois Vitton o gli occhiali da sole di Gucci. I produttori e i rivenditori, in prima battuta hanno reagito alzando i prezzi. Questa strategia funziona nei mercati Toro nei cosidetti periodi di "vacche grasse" ma in un mercato orso, fallirà miseramente sopratutto quando il lusso viene visto come ostentato e gli stessi big spender andranno rifuggendo i loghi di fantasia per assestarsi verso un consumo meno cospicuo. Gli esperti descrivono il cambiamento come ritorno alla sobrietà e a beni di lusso più discreti, ma il rischio reale, quando l'orso darà la prima dolorosa zampata, è che vedremo l'inizio della fine del lusso, che probabilmente perderà popolarità per svariati anni. Per ora società del lusso come Gucci e Prada sentono i primi pizzichi ed hanno chiuso il 2014 con un calo delle vendite dell'1,1% e dell' 1,5% rispettivamente, ma queste fessure diventeranno voragini, man mano che i soldi diventeranno un merce rara da trovare.
Chiusa la nostra disamina generale passiamo ai singoli grafici. l'S&P500 mostra ancora una gamba incompleta nello sviluppo del modello d'onda mentre DowJones e Nasdaq mostrano già i requisiti minimi per un top. Questo non preclude che prima dell'autunno non ci possano essere nuovi massimi, ma perlomeno ora l'onere della prova contraria ce la deve dare il mercato. Oltre ai tre indici principali troverete oggi un quarto grafico che mostra i top dei tre Dow Jones e del Russell 2000 su scala weekly.

L'S&P500 potrebbe tirare al raggiungimento del massimo di onda 3 per andare a morire poco oltre il zona 2150 o poco oltre dove troverebbe la resistenza della channel-line superiore.

Il grafico sopra su scala weekly mostra una struttura d'onda competa che raggiunge il top nella settimana del 22 maggio. Su scala giornaliere si legge ormai un onda 1 ribassista quasi completa.

Il grafico del Nasdaq100 mostra in modo netto un' island formatasi dal 17 al 21 luglio che è una classica figura che si riscontra nel Top e nei Bottom di mercato (in questo caso un top). Quella che si sta sviluppando ora assomiglia molto a un onda 1 ribassista. Naturalmente bisogna seguire lo sviluppo delle prossime settimane per vedere confermate o meno queste ipotesi. Se dunque è ancora presto per aprire posizioni short, è altrettanto pericoloso aprire posizioni lunghe ora prima di veder spazzato via il massimo di onda 5 In altre parole finché si staziona nel "price-space" di onda 5 stiamo fermi e lasciamo lavorare i day-trader.

L'esperienza ci dice che durante le fasi veramente rialziste dei mercati, si registrano in genere nuovi massimi a intervalli di tempo che vanno da un minimo di 8 giorni (1°stargate) a un massimo di 29-34 gg (4° e 5° Stargate). Quanto più questi tempi si allungano senza portare a un nuovo massimo tanto più le probabilità che il bull-market sia in fase di esaurimento aumentano esponenzialmente.

Rendimenti dei T-Bond

L'onda C si avvicina ormai alla sua conclusione naturale in prossimità del minimo di onda 4. Dopo attenderemo il ritorno sopra 3,028% (max di mercoledì scorso) per avere la conferma che l'onda (3) è iniziata.

Dollar Index ed EUR/USD:

Il Dollar index si muove all'interno del suo "basic channel" delimitato dal minimo di onda 4 e di onda 2 più una parallela che passa per il massimo di onda 1; nelle ultime settimane sta lateralizzando e finchè la linea superiore del canale non verrà violata al rialzo non potremo dire di essere in onda 3. Quando questo accadrà andremo lunghi sul dollaro o acquistando strumenti in dollari o qualche ETF che shorti l'Euro/Dollaro. Darò il codice Isin quando decideremo il da farsi.

Oro e Argento:

La mia previsione su Oro e Argento resta invariata rispetto a quanto scritto la scorsa settimana. Dovremmo aver visto due bottom; poi non posso escludere che ci possa essere ancora una scivolata ad un nuovo minimo ma, se sarà, sarà l'ultimo prima di un rally sostenuto di Oro e Argento che dovrebbe portare il metallo giallo ben oltre i 1.307 di gennaio. ETF e soglie di entrata restano quelle fissate nell'articolo precedente.
alla prossima

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