Fra i vari report che leggiamo ogni giorno, ce ne è capitato uno più interessante di altri sulle prospettive dello S&P500 da qui a fine anno firmato, guarda caso, dall'importante banca statunitense Goldman Sachs.
Dopo una interessante analisi di vari indicatori, Goldman giunge alla conclusione che lo S&P sarà a fine anno più o meno dove si trova in questi giorni e precisamente a 2.100 punti. Come mai tanta neutralità dalla nota banca americana? Le motivazioni sono essenzialmente quattro e ve le riassumiamo succintamente:
1)Lo S&P non è a sconto: guardando nel passato scopriamo che in altri periodi con tassi a zero il P/E forward era intorno al 11.2, mentre oggi è a 16.7. Anche utilizzando altri parametri (Ev/Ebitda o P/B) le conclusioni non cambiano.
2)Gli earnings per lo S&P nel 2015 saranno flat: Goldman stima per il 2015 un Eps a 114 dollari, non grande cosa.
3)Flussi in uscita: Domestic Etf e Domestic Equity mutual Fund hanno rispettivamente avuto un'uscita di fondi per 6 e 90 billion di dollari mentre Etf e Fondi equity esteri hanno avuto entrate per 187 billion di dollari.
4)Modesta crescita economica: per il 2015 Goldman si aspetta un Real Gpd al 2.2% e per il 2016 a 2.4%, tuttavia gli analisti d'oltre oceano evidenziano giustamente come alcuni indicatori stiano deludendo, uno su tutti il "retail sales", con un'inflazione ancora sotto il target della Fed.
L'analisi della nota Banca d'affari ci pare più che corretta e target a parte per lo S&P, riteniamo non sia ancora arrivato il momento di sovrappesare l'equity Usa a scapito di quello europeo.
Redazione RC