Cina: sarà un game changer?


La notizia del mese non è più l'accordo della Grecia con i creditori bensì la nuova ed inattesa svalutazione dello Yuan avvenuta l'11 agosto. Sebbene non avessimo mai inserito ufficialmente la Cina nei nostri portafogli, siamo stati positivi sul paese fino a giugno, ma poi le nostre indicazioni sono state "vendere" ed a posteriori possiamo affermare timing quanto mai corretto.
Equity Cinese a parte vediamo cosa è successo nelle ultime 48 ore. La Cina a sorpresa ha attuato una svalutazione del cambio Usd/Yuan spostando la media della banda di oscillazione (-2%, +2%) da 6,12 a 6,23, svalutazione pari a circa il 2%. Per gli esegeti dei cambi diamo qualche ulteriore specifica: ogni mattina (9.15 am di Pechino) la Banca Centrale Cinese pubblica il CNY Fixing (CNY: Renminbi Onshore detto anche CNO) che diventa il mid point della banda di oscillazione del Renminbi Onshore (detto anche CNO o CNY). Il Cny si può quindi muovere entro una banda di oscillazione del +/-2% dal fixing ufficiale. Per completezza di informazione segnaliamo anche che il CNH è invece il Renminbi Offshore scambiato ad Hong kong; questa valuta dovrebbe essere libera di fluttuare ma di fatto segue il CNY.
Detto ciò, fino alla settimana scorsa la PBOC aveva estrema discrezionalità nella pubblicazione del Fixing, ma da questa settimana la Banca centrale Cinese ha deciso di portare il tasso di cambio ad un livello più orientato al mercato in quanto la PBOC dovrà confrontarsi con il: "Closing rate of the interbank Fx exchange market on the previous day". La stessa Banca centrale ha poi ufficialmente definito il deprezzamento dell'11 agosto come "un deprezzamento straordinario".
Dichiarazioni della banca cinese a parte i fatti sono questi:
11 agosto: la Cina svaluta lo Yuan del 1.86%
12 agosto: la Cina svaluta del 1.62%
Segnaliamo inoltre che il CNY questa mattina aveva toccato 6.45 ma poi "qualcuno" è intervenuto riportandolo a 6.38: pare chiaro che la svalutazione sia in atto, ma non si voglia esagerare nella tempistica.
La domanda chiave a questo punto è: perché proprio ora una decisione così imprevista dai mercati?
La prima è più ovvia risposta è legata all'economia in "crisi".
La Cina sta crescendo ad un tasso del 7%, ma queste indicazioni ufficiali paiono poco veritiere. Sappiamo tutti che i dati sulla Cina sono sempre da prendere con beneficio d'inventario, ma questo 7% di Pil sembra proprio esagerato, una motivazione su tutte: la crescita del Pil non combacia affatto con i consumi elettrici. Ricordiamo che i consumi elettrici cinesi nel 2014 sono stati del +3,8% (Pil invece +7,4%) e nel primi trimestre del 2015 un più modesto +0,8% contro un Pil appunto in crescita del 7%. Questi dati sarebbero più coerenti con un Pil in crescita del 4% e non del 7%.
Inoltre: molti osservatori stanno collegando questa inattesa svalutazione al rilancio dell'Export calato del 8,3% in luglio. Questa motivazione, se all'apparenza adeguata, a noi non convince del tutto. Nei primi sette mesi, infatti, è vero che l'Export è calato su base annua in dollari del 0,8%, ma le importazioni sono addirittura calate del 14,6%: la bilancia commerciale non ha in quindi problemi e svalutare per aumentare l'Export, per uno stato che ha dichiarato che vuole aumentare i consumi interni per avere una economia sostenibile, non ha senso.
Quindi? Quindi le motivazioni, quando si parla di Cina, sono sempre più complesse di quello che sembra e nulla è fatto a caso.
Noi riteniamo che sia tutto un piano studiato a tavolino per avere vari risultati: entrare nel 2016 fra le valute di riserve del Fondo Monetario (i famosi diritti speciali di prelievo), avere una economia più competitiva nei confronti dei vicini asiatici e forse più importante, frenare la fuoriuscita di capitali.
Da novembre difatti la Cina ha tagliato i tassi ben quattro volte, ciò ha abbassato i rendimenti degli asset in Yuan favorendo così l'uscita di capitali (pare che ci siano stati 160 miliari di dollari di deflussi in questa prima parte dell'anno). Se il deflusso di capitali, complice magari un aumento dei tassi in Usa, si fosse ulteriormente accelerato, ciò avrebbe potuto causare un deprezzamento incontrollato del cambio con conseguente intaccamento di riserve da parte Cinese per evitare eccessi di breve periodo non graditi (ricordiamo che molte aziende cinesi sono indebitate in valuta diversa dallo Yuan).
Riassumendo: situazione imprevista e complessa ma che riteniamo (per ora) non scapperà di mano alla PBOC. Il sicuro impatto, già visto ieri ed oggi sui mercati, è legato soprattutto a due settori: Lusso ed Auto.
Questi due settori, in primis le auto, già da settimane avevano incominciato a scontare un rallentamento delle vendite in Cina, ma con questa mossa bisognerà rivedere ulteriormente le Guidance sia per il 2015 sia per il 2016. I titoli più esposti sono: Tods (23% dei ricavi), Salvatore Ferragamo (18% circa dei ricavi) ed in forma minore, parliamo di circa il 10% dei ricavi da export verso Cina, Cnh, Fca, Prysmian. Ci sono al contrario titoli che potrebbero avvantaggiarsene per i costi sostenuti in Cina, ovvero Geox e De longhi.
L'implicazione invece più generica per i mercati finanziari sarà di fatto già lo vediamo un aumento di volatilità (che era in queste settimane incredibilmente contenuta rispetto alla storica) causata ovviamente dall'incertezza: la svalutazione sarà progressiva e controllata o sarà una vera guerra valutaria con implicazioni più che negative per le economie emergenti, le commodity ed il dollaro?
Osservato speciale sarà nei prossimi giorni non più la borsa di Atene bensì quella cinese ed ovviamente lo Yuan.
Se lo Yuan, come crediamo, non avrà una svalutazione verticale, non ci sarà sui mercati un vero "Game Changer" e quindi gli indici azionari europei rimarranno in range con implicazioni ancora positive, al contrario tutto sarà da rivedere in negativo.
L'idea tecnica di fondo per l'EuroStoxx ed il FtseMib resta per ora sempre la stessa: range, maledetto range, ma con possibilità di nuovi massimi fra agosto e settembre, ma come tutte le call…il tempo incomincia a giocarci contro.

Redazione RC

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