Oggi mi è venuto a trovare qui a pranzo in Toscana presso la residenza estiva al mare della mia famiglia un noto giornalista italiano, redattore economico presso un media nazionale, e tra una forchettata e l'altra ha fatto una osservazione che viene a bomba con la giornata odierna. Mi dice "mi piace moltissimo il fatto che tu fai l'opposto di quello che fanno i media tradizionali, ovvero la borsa di pechino perde il 2% e subito sparano il titolone e segue il redazionale in cui intervistano il private banker di vattelapesca prodigo di consigli su come difendere il portafoglio dalla crisi cinese. Il giorno dopo la Borsa di Pechino fa il +4% e il lettore è disorientato. Eppure il giornale continuano a comprarlo tutti felici, il nostro ebitda è in nero e il mondo va avanti tranquillo. Tu invece ci pensi un paio di giorni e poi dai il tuo parere, che è ragionato, non infallibile, ma ragionato sulla realtà dei fatti".
Questa è una verità sacrosanta, che tutti i commentatori dovrebbero rispettare, infatti è da ieri che declino commenti alle agenzie di stampa e ai giornalisti che mi chiamano perché semplicemente voglio capire come va a finire. Chiariamoci: se io avessi saputo della mossa cinese, cosa molto ardua, e del suo impatto sui mercati l'avrei prevenuta. Siccome non la sapevo la devo gestire dopo che è scoppiata, e questa mi sembra una banalità.
L'unico modo per capire è quello di:
A) leggere cosa ne pensa Goldman Sachs (anche lei non avendola prevista agisce il giorno dopo di conseguenza e quindi posso tranquillizzarmi di essere in buona compagnia)
B) guardare se supporti importanti sono rotti a livello internazionale
C) valutare se questo ha un impatto sulla crescita globale e su quella europea
D) considerare che il decidere di non decidere è spesso la mossa migliore (questo in realtà perché i macrotrend nel lungo periodo vengono rispettati).
Fatto questi giri di walzer puoi esprimere una valutazione ragionata, che non è infallibile, mi piacerebbe lo fosse, ma ha il suo peso. Agire subito in seguito ai titoloni dei media "tradizionali" è nella maggior parte dei casi un dramma che genera una altro dramma di decisioni sbagliate.
Goldman Sachs chiama "ripples" ovvero onde le influenze della svalutazione della Yuan in un contesto di minore crescita che non faranno nient'altro che allontanare marginalmente il rialzo dei tassi USA ma non freneranno la crescita globale, che vede un rallentamento dei paesi emergenti.
Per quanto riguarda il quadro tecnico gli indici internazionali azionari sono sempre nello stesso punto di venerdì scorso a livello ciclico e di tendenza. Quello italiano ha perso di più, forse anche per ragioni contingenti italiane di tipo ferragostano nostrano.
Di più non so dire, ma non mi rovinerei le vacanze estive per la preoccupazione di un qualcosa che per il momento sembra solo un "ripple" estivo. Per il momento …