GRECIA
Ormai è quasi sicuro che Atene non rimborserà oggi i 1,6 miliardi di euro dovuti al Fondo monetario internazionale.
Secondo diverse fonti di stampa Juncker avrebbe presentato un'ultima offerta di salvataggio ad Atene, con l'ammorbidimento di alcune clausole e l'impegno dei partner a valutare a ottobre un allungamento delle scadenze e la riduzione dei tassi sui prestiti, estendendo la moratoria sugli interessi. La contropartita richiesta a Tsipras prevederebbe la richiesta di appoggiare il sì al referendum, accettando entro oggi la proposta per iscritto. Ma il premier greco lascia poco spazio a ipotesi di passi indietro.
Si delinea sempre più vicina, dunque, una possibile uscita di Atene della zona euro, sebbene questa non sia la volontà dalle istituzioni Ue.
Per quanto riguarda le agenzie di rating ci preme sottolineare che S&P, che ricordiamo ha tagliato il rating greco da "CCC"a "CCC-", prevede una possibile uscita della Grecia dall'Euro con una probabilità del 50%. La scure delle agenzie di rating si è abbattuta anche sulle banche greche, che saranno chiuse fino a dopo il voto del 5 luglio: Fitch, infatti, ha declassato gli istituti principali dopo l'introduzione dei controlli sui capitali.
MERCATI PRIMARIO E SECONDARIO
A seguito elle vicissitudini che abbiamo ricordato nel precedente paragrafo era dunque abbastanza scontato un evidente rialzo dei rendimenti in occasione dell'asta a medio-lungo termine, che propone Btp a cinque e a dieci anni per un ammontare compreso tra i 5 e i 7 miliardi di euro e che vede anche la riapertura del Ccteu con scadenza 15 giugno 2022.
Infine sottolineiamo come ieri sera sul secondario, il cinque anni maggio 2020 pagava infatti 1,279% da 0,85% dell'asta di fine maggio, mentre il rendimento del decennale era indicato a 2,376% da 1,83% del mese scorso.