Il dato macro odierno sul GDP statunitense, la misura più ampia di beni e servizi prodotti in tutta l'economia, è cresciuto solo di un + 0,2% annualizzato nel primo trimestre, mentre gli analisti si aspettavano una crescita del + 1,00%. La sorpresa è stata tanta in quanto l'economia USA avanzava ad un ritmo del + 2,20% nel quarto trimestre 2014 e del + 5,00% nel terzo trimestre 2014.
L'anno scorso, gli economisti diedero gran parte della colpa per il brutto dato del primo trimestre del PIL, ridotto del 2,1%, alle forti intemperie metereologiche. Quest'anno molteplici fattori sembrano essere al lavoro, tra cui un altro attacco di bufere di neve, interruzioni nei porti della costa occidentale, l'effetto del dollaro più forte con impatto sulle esportazioni e l'effetto del petrolio più economico.
Comunque i dati odierni relativi al primo trimestre sembrano ripetere un modello comune negli ultimi anni, cioè una o due trimestri in forte espansione seguiti da un trimestre in forte rallentamento, pertanto gli economisti, nel prendere atto che la crescita a lungo termine è lenta, si aspettano per i prossimi trimestri una crescita più sostanziale.
Altro dato in uscita quest'oggi, l'indice dei prezzi per spese per consumi personali relativo al primo trimestre 2015, il dato preferito della Fed per misurare l'inflazione, sceso ad un tasso annuo del – 2,00%, ben al di sotto del + 2,00% obiettivo di inflazione della banca centrale, mentre i prezzi core, che escludono componenti volatili come l'alimentari e l'energia, sono aumentate del + 0,9%, il livello più basso dal 2010.
Questa sera non si prevede alcuna azione sui tassi nella riunione della FED, anzi dovrebbe confermarsi la tendenza a tenere fermi i tassi almeno fino a fine anno 2015.
Al momento che scriviamo, gli indici USA perdono il – 1,10% il Nasdaq100, ed il – 0,85% ca. S&P500 e DOW.
Passando ai mercati europei, dopo aver passato tutta la mattinata in sostanziale parità con volumi quasi nulli, dalle ore 13:00 è partito un sell-off imponente, con forti accelerazioni di prezzo alimentate da grandi volumi intorno alle ore 14:30 ed alle ore 16:00 la più imponente. In chiusura registriamo Il DAX come il peggior indice a – 3,21%, seguito dagli indici EUROSTOXX50, CAC40 ed EOE olandese con un – 2,60% ca. il nostro FTSE-MIB con un – 2,28% ed infine l'IBEX e lo SMI svizzero appena sotto il – 2,00%. Inutile dire che i supporti di breve sono stati tutti spazzati via e che probabilmente potremmo vedere fino a fine settimana, altri minimi.
Infine uno sguardo al nostro Portafoglio azionario, dove in chiusura andiamo a registrare ben 4 vendite, comunque in ampio profit, tutte su titoli italiani:
– AEFFE (IT0001384590) A 2,40.
– BREMBO (IT0001050910) A 35,85.
– ESPRINET (IT0003850929) A 8,59.
– FIAT CHRYSLER AUTO (NL0010877643) A 14,18.
LA REDAZIONE.