Dopo un lungo fidanzamento finalmente OVS approda con una OPVS alla borsa e lo fa con lo scorporo da Coin dell'ottobre 2014.
È leader nazionale nell'abbigliamento con una rete di oltre 1.000 negozi (di cui circa il 10% in franchising) con una presenza capillare nelle grandi e nelle medie città, con una diffusione ed una redditività omogenea. Serve (anche col brand Upim) uomo, donne e bambini rispettivamente col 20, 30 e 40% dei ricavi, il 10% residuo spetta al segmento articoli casalinghi. L'azionariato attuale vedrà la conservazione della maggioranza dopo l'ipo e con l'esercizio della greenshoe per Coin (BC partners private euity) col 51%, il 90% del collocamento è destinato agli istituzionali. L'EBITDA è stato dell'11,7% nel 2014 (+30% nell'ultimo anno), valori tra i più alti del settore. I ricavi son cresciuti del 7% nell'ultimo periodo grazie a un modello di business che si è sempre dimostrato vincente e incarnato dall'A.D. Stefano Beraldo, un manager che ha sempre fatto parlare (e bene) i fatti. 3 sono i punti qualificanti che consentiranno di sovraperformare il mercato: attenzione maniacale alla supply chain (per far sì che nei negozi stiano solo i vestiti che vengono richiesti), prodotti per fitness e per teenager. La presenza estera è molto scarsa, neppure il 3% per 133 negozi (soprattutto in Spagna), essa non costituirà però una priorità almeno nel medio periodo essendo il management concentrato sull'Italia, ove OVS è il primo attore col 5,17% ma il mercato è ancora troppo frammentato. L'espansione all'estero resta comunque imprescindibile in presenza di un tessuto economico nazionale declinante che da decenni sottoperforma pesantemente l'area euro. L'indebitamento finanziario era al 31/1/15 pari a 720 mln di euro (rapporto PFN EBITDA di 6) è a livelli sostenuti ma scenderà fortemente grazie all'ipo (essendo ora il rapporto debiti/patrimonio netto pari a 1,9) sotto i 400 mln. Le risorse raccolte in ipo serviranno per diminuire l'indebitamento e far fronte al piano di sviluppo dei prossimi anni. È stato rinegoziato il finanziamento del pool di banche in 475 milioni. Il cash flow operativo è stato positivo per 32 mln al 31/10/14 contro i 50 mln negativi di un anno prima. Un confronto con i concorrenti (i più simili per modello di business sono H&M, Zara) evidenzia un rapporto qualità prezzo degli articoli venduti tra i più favorevoli, per quanto riguarda i ratios finanziari: EV/EBITDA tra 10,2 e 11,8 contro i 20 della media settoriale, il PE non è significativo in quanto la società era in perdita. La capitalizzazione sarà compresa tra 910 e 1.250 milioni di euro e il lockup sarà di 1 anno.
La società appare prezzata correttamente ma potrebbe dare soddisfazioni ai risparmiatori, frecce al suo arco ce ne sono: dai nuovi segmenti aggrediti, alle possibili acquisizioni nazionali, all'espansione estera e last but not least un grande manager come Beraldo che questa macchina la conosce alla perfezione e che ha sempre fatto molto bene in ogni settore ove ha operato.
PRO: radicamento territoriale, consolidamento del settore, forte brand e modello di business
CONTRO: indebitamento alto, presenza estera scarsa, ipo finalizz alla riduz indebit
Stefano Beraldo