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OBBLIGAZIONARIO: EFFETTO SPAGNA
Il mercato obbligazionario italiano ha evidenziato nella fase iniziale di questa settimana una contrazione, dovuta con tutta probabilità alla situazione di stallo del contesto politico spagnolo, che si è creata dopo che il voto di domenica non ha conferito a nessun partito la maggioranza necessaria per formare un governo.
Ricapitolando brevemente il Psoe si è dichiarato non disponibile a votare la fiducia ad un esecutivo guidato dal premier uscente dei Popolari Mariano Rajoy, mentre Podemos, formazione di sinistra schierata contro l'establishment, chiede una fase di transizione per riformare la costituzione.
A onor del vero dobbiamo però rimarcare che le tensioni sui Btp si sono rivelate limitate, e dopo una fiammata iniziale a 107 punti base, lo spread con il Bund nel tratto decennale si è riassestato a 104 punti, due centesimi più alto rispetto a venerdì sera. Non così e anzi decisamente più pronunciata è invece la debolezza dei governativi spagnoli. Il premio rispetto al Bund a dieci anni, infatti, è salito fino a 131 punti base da 115 punti base di venerdì sera, per poi chiudere a 123 punti base.

BCE: SOSPESI TEMPORANEAMENTE GLI ACQUISTI QE
Con l'avvicinarsi della chiusura di fine anno è probabile un'ulteriore riduzione dei volumi sull'obbligazionario della zona euro. In aggiunta a partire da oggi e sino al quattro gennaio, la Bce sospende temporaneamente gli acquisti asset nell'ambito del programma di quantitative easing.
Questa soluzione, adottata in previsione della riduzione della liquidità del mercato durante il periodo natalizio, è volutamente finalizzata a ridurre eventuali e possibili distorsioni, in una fase in cui le contrattazioni sono ridotte al minimo.

AGENDA MACRO: DATI GERMANIA E USA
Poche le uscite di dati e appuntamenti in questi giorni. Uniche uscite di rilievo alle quali merita porre un po di attenzione consistono nella lettura dell'indice Gfk sulla fiducia dei consumatori tedeschi a gennaio, che nelle previsioni potrebbero segnare un'ulteriore battuta d'arresto su base mensile scendendo a 9,3 da 9,5 di dicembre, e dalla pubblicazione del terza e ultima lettura del Pil statunitense del terzo trimestre, che dovrebbe segnalare una crescita annualizzata di 1,9% da 2,3% della seconda stima.