Il tanto anticipato rialzo dei tassi è stato finalmente annunciato ieri al termine del meeting di dicembre. La Fed ha aumentato i tassi ufficiali di un quarto di punto fissandoli allo 0.50% incrementando il precedente valore che era di 0.25%.
Riprendendo le parole pronunciate dalla stessa Yellen nel corso della conferenza stampa tenuta successivamente al meeting si tratta di una mossa che segna la fine di "un'era straordinaria". Siamo di fronte, infatti, ad una svolta storica, anche se ad onor del vero è stata ampiamente preparata dal mercato; il rialzo dei tassi era assente sin dal lontano 2006 mentre è dal 16 dicembre 2008 che il costo del denaro americano è sui livelli minimi.
Questa decisione viene considerata dal mercato e dagli operatori come appropriata soprattutto alla luce del contesto macroeconomico domestico, che riflette la fiducia nel fatto che l'economia continuerà a rafforzarsi. Anche a seguito del rialzo di 25 bps, la politica monetaria americana rimane "accomodative" e in grado di favorire il raggiungimento del target di inflazione al 2% e un ulteriore miglioramento nelle condizioni del mercato del lavoro.
La Fed però non trascura di mettere di rilevare che il processo di normalizzazione della politica monetaria sarà graduale, evidenziando come i tassi rimarranno ancora a lungo al di sotto del livello di lungo periodo. La Fed però, non fornisce dettagli sul ritmo e sulla frequenza di futuri rialzi, rimandando eventuali decisioni sulla base del contesto economico nazionale e internazionale così come degli sviluppi sui mercati finanziari. Con un tasso di inflazione ancora estremamente basso e una serie di incertezze sulle prospettive di crescita dell'economia, riteniamo che la Fed si dimostrerà cauta nell'implementare la normalizzazione della politica monetaria nel corso del prossimo anno. In realtà dopo quello odierno potrebbero arrivare altri quattro rialzi dei tassi da un quarto di punto durante l'anno prossimo. Qualche indicazione arriva infatti dal sondaggio tra i membri del direttivo Fed sul tasso di interesse ritenuto "appropriato" negli anni a venire, pari all'1,375% a fine 2016, al 2,375% a fine 2017 e al 3,25% a fine 2018, con un obiettivo di medio termine del 3,5%.
La Yellen ha dato anche un messaggio rassicurante per i bond dei mercati emergenti. Ha detto che la politica della Fed verrà attuata cercando di evitare che il processo di rialzo dei tassi possa in qualche modo aumentare il rischio meltdown per tale asset class.
A questo punto ci aspettiamo mercati azionari che continueranno a rimbalzare fino a fine hanno ma che difficilmente romperanno i precedenti i massimi relativi in questa fine 2015. Con la decisione di oggi, si conferma così la divergenza tra le politiche monetarie tra Eurozona e Stati Uniti.