La congestione dentro la congestione della congestione


Queste sono quelle circostanze che ti fanno saltare la mosca al naso. A me e ai lettori. Perché non c'è altra soluzione che gestire il rischio. Un vecchio di questo mestiere diceva che non devi mai fare uscire il lettore in perdita, mai usare gli stop loss, il lettore ti giudica con i risultati, e se questi sono anche solo momentaneamente negativi non te lo perdona. Se gli vendi delle speranze e gli fai tenere un titolo in portafoglio tremendamente in perdita allora rinvii il momento fatale della decisione. Applicare gli stop loss è doloroso per l'editore e doloroso per il lettore, ma è onesto perché quella è l'unica via. E non hai cadaveri sulla coscienza. Dicevano a Chicago che se vuoi operare in futures devi prendere 30.000 dollari, salire su una colllina, farli a pezzi e scendere perfettamente a tuo agio, calmo e tranquillo. "I soldi sono come le unghie – diceva un top trader di qualche anno fa – poi ricrescono". In media so che in due "trade" o pareggio o guadagno mentre nel terzo perdo. E quindi so per esperienza che debbo stare attentissimo a gestire la perdita perché in anni di mercato non certo brillante come questo non gestire la perdita è la sottile linea rossa tra la vita e la morte. E in situazioni assolutamente inattese di ribasso come questo meglio prendere due sberloni e portare a casa il capitale che rimanere impiccati in un mercato che ti può portare al cimitero. Ma c'è un ma: la cosa peggiore sotto il profilo psicologico per me e per i lettori è un'altra, non tanto di farsi stoppare davanti al precipizio, cosa per cui magari dopo un anno ne vai anche fiero. E' che in una congestione all'interno di una congestione e dentro un'altra congestione ti può anche capitare che ti hanno stoppato il lunedì e il martedì devi rientrare perché sei sul fondo e il mercato riparte e poi sta al rialzo per un mese intero o per due mesi o per 3 mesi. Vallo spiegare te al lettore che ha letto sul giornale che c'era il rally di natale e ha comprato unicredit. E se questo succede potrebbe però avvenir un altro fattore, che è pericolosissimo, anzi micidiale, che è quello per cui alla fine Tomasini è un pauroso che scappa sempre via e basta tenere le posizioni che poi tutto torna magicamente su. E qui che di solito il lettore ci lascia la pelle perché questa è dinamite pura: se non sai gestire il rischio (e non è detto che il mio metodo di gestire il rischio sia immune da vizio ma è un modo) sei morto e su questo tutti dobbiamo concordare.
Ma veniamo al mercato e lasciamo le ubbie personali all'ambito degli aspetti umani di questo mestiere. Ho aspettato la chiusura di Wall Street perché Nasdaq e Dow Jones stavano pericolosamente lambendo il doppio massimo che hanno costruito e bastava uno spintore per fare crollare tutto. E magicamente sul punto di minimo wall Street è tornata a risalire, per quanto ancora e con che forza ancora non lo sappiamo e lo impareremo sicuramente mercoledì 16 dicembre quando parla la Fed. Ma tant'è … la sentenza di morte è rinviata di qualche giorno. O forse cancellata per sempre.
Il nostro indice oggi non si è fatto mancare l'occasione di toccare la fascia inferiore della congestione tornando praticamente al livello di agosto. Se fate un rapido paragone con gli altri indici europei (Dax, Cac40, Amsterdam, Bel 20, etc.) noterete che siamo i più marci di tutti gli altri indici europei. E questo dopo una iniziale euforia sulle azioni italiane all'inizio del 2015. Ftse Star invece saldo come una roccia sui massimi.
Purtroppo con questo movimento il nostro indice torna penosamente dentro la congestione della congestione della congestione. E prima che torneremo, come mercato, a riveder le stelle passeranno le settimane.
Speriamo in qualche titolino che ci faccia prendere bene da subito.

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