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Effetto PIL


Il dato sul PIL nel secondo trimestre ha monopolizzato la giornata di ieri dal momento che di fatto ha certificato la ricaduta dell'Italia in recessione. Tutte da verificare comunque le ripercussioni politiche del dato: quello che per ora è sicuro è che si tratta di una prima sconfitta per il premier Matteo Renzi che alla lunga è destinata a incidere sull'intero quadro politico italiano.
Ora gli economisti sono già proiettati sul terzo trimestre e sull'intero anno. In quest'ottica dobbiamo segnalare che le indicazioni su luglio sono tutt'altro che rassicuranti.
Un primo dato indicativo, per esempio, riguarda i i consumi di energia elettrica che sono scesi del 3,8%. Renzi ha invitato a guardare avanti, aggiungendo che l'Italia centrerà i target in materia di spending review. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha ribadito che la discesa in recessione non costringerà il governo a varare una manovra correttiva dei conti pubblici, purché si attui "un controllo attento della spesa" pubblica.
Il dato italiano nel contempo ha suscitato interesse anche in ambito europeo tanto che la recessione italiana potrebbe essere al centro delle discussioni all'interno del consiglio dei governatori della Bce. L'istituto guidato da Mario Draghi, secondo tutte le attese, lascerà i tassi invariati. Ma l'attenzione sarà focalizzata su eventuali misure straordinarie e su quanto dirà il banchiere centrale.

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