Sull' onda della critica dimenticano vent'anni di sviluppo


Crediamo di essere in una posizione corretta nel seguire le vicende di Veneto Banca. Osserviamo infatti da lontano, non piu' coinvolti da sei anni,l'evolversi della situazione.Possiamo pero' solo giudicare sulla base dei documenti pubblicati e sulle notizie comunicate.

Un po' di storia,,scusandomi se devo citare le mie ricerche.

Nei lontani anni '80 mi ero specializzato in titoli bancari non quotati e su tale soggetti avevo scritto parecchi articoli sui soliti settimanali finanziari .La rivista mensile "INVESTIRE" aveva dedicato agli istituti di credito non quotati larga parte di un suo numero molti anni fa,con una trentina di mie schede di banche analizzate, prezzo di emissione, possibilita' e modalita' di acquisto delle azioni etc etc. Un lavoro da certosino…

Ci credevo a tal punto che possedevo nel mio portafoglio solo azioni di "banchette" semi sconosciute al largo pubblico,Titoli che pero' quotavano molto sotto il valore patrimoniale mentre i grandi nomi degli istituti di credito passavano di mano a 2-3 volte il valore patrimoniale.

Questo lucroso giocattolo si ruppe nel 2007/2008 quando le banche non quotate ,a furia di innalzare il valore dell'azione deliberato ogni anno dal CdA, vennero a quotare ben oltre il corretto rapporto C/MP mentre invece i colossi creditizi iniziavano a mostrare le prime crepe.Lanciammo percio' il "sell" sul settore dei non quotati nel 2007/2008 e cambiammo investimenti.

Il lombardreport aveva consigliato in tale decennio(1996-2007) molti istituti.: la Popolare di Asolo e Montebelluna,poi divenuta Veneto Banca, capeggiava la lista degli investimenti consigliati nell'apposita nostra tabella dal 1996 (anno di fondazione del lombardreport) . fino al 2007/2008.

LA CRESCITA DI VALORE DELL'AZIONE. DI VENETO BANCA.

Nel 1981 l'azione(tradotta in euro) quotava 4,10 euro, nel 1986 7,50 euro.

Nel 1996/1997 al tempo dei primissimi numeri del lombardreport.com l'azione era acquistabile a 13,50 euro . Erano ,valori bassi rispetto al NAV. e molto inferiori ai parametri delle banche quotate ufficialmente ed a questa quotazione molti sottoscrittori del lombardreport.com. inserirono il titolo nel loro portafoglio.

Nel corso del l decennio si incassarono i dividendi, si sottoscrissero a prezzi interessanti obbligazioni convertibili e l'azione inoltre prosegui' la sua ascesa. grazie ai favorevoli risultati ottenuti dalla politica espansiva dell'amministratore delegato dr. Vincenzo Consoli che stimavamo..

La piccola banca di Montebelluna era diventata un colosso con accorte acquisizioni e stava lanciandosi anche all'estero.

La crisi del 2008 li colse in piena espansione.,ma non fu soltanto la crisi a farci lanciare il sell sul titolo nel 2007-2008. L'azione quotava ormai 35,50 euro nel 2008 e ,risultava cara,come rapporto C/MP rispetto alle grandi banche quotate che ormai presentavano rapporti C/MP molto piu' convenienti (inferiori all'unita').Proprio quel rapporto che ci aveva spinto ad intervenire dieci anni prima,quando era sfacciatamente basso rispetto al rapporto C/MP delle banche quotate ci segnalava apertamente la fine della sottovalutazione..

Il lombardreport.com è percio ormai ' fuori da sei anni dall'investimento in Veneto Banca. In seguito ha anche avuto parole di critica nei suoi confronti per quanto concerneva la controllata Banca Intermobiliare per la quale,in moltissimi articoli ( e recandoci anche a Torino per un intervento verbalizzato in assemblea di Banca Intermobiliare) chiedavamo l'allineamento del prezzo di conversione delle obbligazioni convertibili BIM 1,5% 2015 al prezzo cui Veneto Banca aveva acquistato il pacchetto di controllo di BIM..Noi eravamo ovviamente interessati nella richiesta in quanto il lombardreport,com aveva inserito l'obbligazione tra i suoi investimenti,ma la mossa era logica e conveniente per la stessa banca.

Se il CdA di Veneto Banca avesse diminuito il prezzo di conversione,possibilmente portandolo sotto al prezzo di acquisto delle azioni, avrebbe ottenuto un immediato vantaggio:
una valanga di portatori di obbligazioni avrebbe infatti convertito i titoli procurando un bel flusso di liquidita' a Banca Intermobiliare SENZA ALCUN COSTO per la banca. che anzi avrebbe risparmiato sulle cedole della convertibile.
Perché rifiutare la liquidita '?

Il dr. Consoli che abbiamo avuto il piacere di incontrare un anno fa alle nostre osservazioni critiche ,ci aveva obbiettato che" BIM non necessitava di liquidita'."

Ma era un atto che sarebbe stato apprezzato dai soci che possedevano le convertibili ( che non avevano tratto alcun vantaggio dal passaggio del pacchetto di maggioranza al contrario degli azionisti) e poi con i chiari di luna sulla stretta creditizia la controllata avrebbe sempre potuto finanziare la controllante nel rispetto della normativa.

Non siamo stati teneri con Veneto Banca con le nostre critiche-e non lo siamo neppure ora- (prezzo eccessivo delle azioni rispetto ad altri istituti, comportamento molto discutibile e di totale dimenticanza per gli obbligazionisti BIM 2015 CV),ma siamo veramente delusi dal comportamento della stampa italiana. Il 3 maggio 2014 Milano Finanza riportava un fantomatico parere di un "banchiere" che così bollava il comportamento del dr. Consoli:" figura discussa,spesso garibaldina e disinvolta ma comunque carismatica"
Vorrei sapere se questo misterioso ed anonimo "banchiere" si sia mai opposto mentre nel 1966 Montebelluna si univa alla Banca del Mandamento di Asolo per far nascere la popolare di Asolo e Montebelluna. O si sia opposto nel 2000 all'acquisizione della Banca Italo Romena e poi all'acquisto della Banca Coop del Piave e del Livenza da cui nacque Veneto Banca.
O all'acquisizione della Popolare di Intra nel 2007 che non venne certo bloccata dalla Banca d'Italia o all'espansione all'estero o all'acquisto di BIM.

Chiaramente il CdA ha fatto forse passi troppo lunghi. Chi non ne fa? E poi la politica di elevare sempre il valore del titolo era molto pericolosa, in presenza di una stampa finanziaria che mostrava settimanalmente i rapporti Capitalizzazione /Mezzi propri. delle banche quotate,rapporti da qualche anno inferiori a quelli di Veneto Banca. Il primo punto è stato parzialmente corretto. Per la prima volta nella storia il prezzo delle azioni è sceso nel 2014 a 39,50 euro contro i 40,75 euro dell'anno scorso.Inoltre" ci sara' un aumento di capitale da 490 milioni offerto a 36 euro per azione con un ulteriore sconto dell'8,86% rispetto al prezzo deliberato dall'assemblea il 26/4 di 39,5 euro (IL Sole 14/5)
Ma sbagliare è umano e criticare DOPO-come blatera il fantomatico banchiere su Milano Finanza- è sempre facile.
Partendo dall'ovvia considerazione che al momento,per quanto ne sappiamo finora , non ci sembrano essere accuse nei confronti del dr. Vincenzo Consoli,che da amministratore delegato è stato retrocesso a direttore generale, ricordiamo un vecchio proverbio CHI NON FA NIENTE NON SBAGLIA MAI. Giu' il cappello percio' per un banchiere che dal 1998 al 2013 ha portato il numero delle filiali da 56 a 584-. Chissa' se quel misterioso banchiere facile alla critica sarebbe stato capace di un analogo exploit….

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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