Che fine ingloriosa.
Banca d'Italia ha mostrato la sua incapacità di valorizzare la sua partecipazione di Bonifiche Ferraresi.
1) nel 2003 le pressioni per vendere, oltre a Risanamento Napoli, anche Bonifiche Ferraresi crescono. Il lombardreport.com entra sul titolo e chi scrive, contattando i consorzi, inizia a fare una campagna per segnalare la sottovalutazione . Il calcolo era facilissimo. Moltiplicare gli ettari per il valore delle due maxi-tenute ed aggiungere il valore degli immobili dividendo per il numero delle azioni.
Tenendo conto dell'aumento di capitale gratuito l'azione quotava 10 euro. Mi sono giocato la faccia ed ho fatto lunghissimi articoli su borsa e finanza, carlino/nazione/giorno etc etc.per segnalare l'anomalia
2) la vendita diventa una necessita'. perfino Cossiga interviene sollecitandola. Le Banche Centrali non devono controllare societa' quotate. Ma niente si smuove
3)La caccia alle commodity agricole porta il valore delle azioni agricole tra il 2005 ed il 2007-ed anche successivamente- su valori elevati. Bonifiche Ferraresi piu' volte supera quota 40 euro. E se si aggiunge il premio di maggioranza…..
4)Ma Banca d'Italia non vende mentre c'è denaro. Inizia a considerare la vendita quando l'Italia entra in crisi e gli immobili crollano a precipizio. Per fortuna i terreni tengono meglio,dicono i consorzi agrari da noi contattati
5) Si poocede ad una pre-asta fallimentare. Nessuno sembra interessato.Il momento è terribile. La piu' grande azienda agricola italiana quotata non trova compratori. L'unica proposta ricevuta è poco sopra euro 35,50,non tutta in cash. Ma Banca d'Italia rifiuta.
6)Dopo pochi mesi accetta invece di vendere a 30,50 euro. No comment
7) Noi avevamo creduto all'abilita' e serieta' di Banca d'Italia e per quello eravamo entrati nel 2003. ed avevamo mantenuto testardamente le azioni anche quando ai nostri abbonati abbiamo dato il sell poiché l'azione aveva perso quota 38. Gli abbonati del lombardreport.com sono infatti fuori dal titolo da tre anni circa. Solo il sottoscritto e' stato indisciplinato e l'ha scritto fin d'allora. Speravamo che in BdI fossero abili. Infatti la maggioranza e' del fondo pensioni della Banca d'Italia. Piu' soldi incassano e piu' corpose saranno le pensioni in un futuro. Almeno avranno un bel cuscinetto da distribuire. Ed invece,con la suddetta cronologia, mostriamo che hanno perso il treno .
8)Chi abbandona ora mastica amaro solo se e' entrato negli ultimi tre/quattro anni,dopo il sell agli abbonati che chi scrive non ha vergognosamente rispettato.. La lezione e' durissima. Anche quella che era considerata la piu' valida istituzione italiana puo' fare una figuraccia,,svendendo una partecipazione. Dico svendendo perché basta calcolare a che prezzo è stato venduto ogni ettaro,aggiungere il valore degli immobili e si scopre la svendita avvenuta Se poi si aggiunge il fattore rarita' e il premio di maggioranza (non quantificabili) allora la svendita diventa macroscopica per me.
9) Un serio e valido gestore con cui avevamo collaborato in questi 11 anni è stato drastico ieri sera : " NON DO LE AZIONI ALL'OPA A QUESTI PREZZI". Vedremo quanti daranno le azioni, se si supera il 90% o il 95%,le relative conseguenze etc etc.
Chi scrive decidera' all'ultimo. Ormai l'avventura scattata 11 anni fa e' finita. Tutto dipende dalle opportunita' alternative. Se ci saranno tra qualche mese valide alternative le daro' all'OPA., per ora prendo atto della fine di una lunghissima avventura che mi ha visto in compagnia di tanti amici anche su altri forum. Alla fine triplicare l'investimento non sembra una cosa terribile in 11 anni. ma le modalita' della svendita sono tali da gelare ogni stima nei confronti di chi doveva rappresentare la punta di diamante della finanza -bancaria italiana. la delusione finale è cocente.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)