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EUROSTAT: IN ARRIVO I DATI SULL'INFLAZIONE
Sono previsti per oggi i dati preliminari da Eurostat dell'inflazione nella zona euro relativamente ad aprile che, sulla base di quanto ipotizzato dagli analisti, dovrebbero evidenziare un rimbalzo del tendenziale allo 0,8% dallo 0,5% del mese precedente.
Ricordiamo che proprio il dato dello scorso mese aveva spinto la Bce ad impegnarsi ad agire con nuove misure espansive, tra cui è stato esplicitamente incluso anche un eventuale piano di quantitative easing.
Nella giornata di ieri, nel frattempo, il preliminare dell'inflazione tedesca ha mostrato una risalita più contenuta delle stime, complicando ulteriormente la scelta di Francoforte rispetto alla messa in atto di nuove misure espansive.

ASTE DI FINE: RISULTATO POSITIVO
Con le riaperture di ieri riservate agli specialisti dei titoli a medio-lungo termine è terminata la tornata di collocamenti di fine mese. Il dato finale è positivo e consente al Tesoro di coprire circa il 42% del funding per quest'anno, con un costo medio di allocazione di 100 punti base inferiore rispetto a quello del 2013.
Ieri il secondario italiano ha vissuto una seduta piuttosto volatile: dopo una mattinata pesante ha virato in positivo, successivamente ai dati dell'inflazione tedesca che hanno evidenziato una risalita inferiore alle attese.
Inutile dire che questa contingenza pone nuovo vigore alle aspettative di un intervento da parte della Bce.

INTERVISTA A VAN ROMPUY
In un'intervista rilasciata al quotidiano 'La Stampa' il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy spiega che l'Italia ha buone ragioni per attenersi al rispetto della regola del tetto del 3% per il deficit.

Secondo Van Rompuy l'Italia "deve ripristinare la credibilità". Il presidente del Consiglio Ue, inoltre, esclude che tale parametro possa essere ammorbito, "sarebbe un segnale sbagliato" prosegue, anche se "Però sotto il 3% ci può essere – come principio generale – un più grande margine di manovra".

GIAPPONE: INDICE PMI
Nel corso del mese di aprile l'attività manifatturiera giapponese ha mostrato la prima contrazione da oltre un anno a questa parte; è evidente che l'aumento dell'Iva ha comportato una contrazioneche ha determinato un taglio della produzione da parte delle imprese.
L'indice Pmi è sceso, dunque, a 49,4, sotto la soglia dei 50 punti che, ricordiamo, funge da spartiacque tra crescita e contrazione, contro il dato di marzo che invece si era attestato a 53,9.
Per quanto riguarda invece la produzione industriale il dato di marzo, evidenzia una cresciuta dello 0,3% su base mensile, a fronte di attese per un +0,5%, dopo il -2,3% del mese precedente, evidenziando un andamento stabile prima dell'implementazione dell'incremento delle tassa sulle vendite.
Per quanto concerne invece gli aspetti di politica monetaria non ci sono novità da parte della banca centrale giapponese che ha mantenuto intatto l'attuale orientamento ultra-accomodante. Nella valutazione periodica delle prospettive sull'economia, come da attese, la BOJ ha ribadito la convinzione che l'inflazione si dirigerà stabilmente verso il target del 2%, suggerendo in questo modo, che, perlomeno sul breve periodo, non verranno varate nuove misure espansive.

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