L'andamento dei mercati obbligazionari, in area Euro, è stato in gran parte influenzato dall'esito della riunione della BCE e dalle successive parole di Draghi.
A voler ben vedere la riunione si è conclusa senza che vi è stata alcuna decisione da parte dell'Istituto anche con riferimento alle manovre non convenzionali. La tanto chiacchierata ipotesi di interruzione della sterilizzazione del piano SMP è stata definita da Draghi "una possibilità" ma potenzialmente di scarsa efficacia, data la bassa vita media dei titoli in portafoglio della BCE. Secondo Draghi la manovra sarebbe stata finalizzata soprattutto a frenare l'eccessivo deprezzamento del cambio per cercare di smorzare le spinte deflattive, ma su questo tema Draghi ha richiamato l'attenzione sul fatto che l'apprezzamento in termini effettivi dell'euro dal 2012 ad oggi ha contribuito ad abbassare l'inflazione di un'entità quantificata in circa 0,4%.
Mario Draghi ha inoltre fatto riferimento alle altre tre possibili manovre non convenzionali.
1) piano di acquisti di ABS;
2) finanziamenti alle banche per stimolare i prestiti all'economia (Funding for Lending);
3) il Quantitative Easing.
In riferimento alla prima di queste tre manovre convenzionali lo stesso presidente ha sottolineato la necessità di modifiche regolamentari soprattutto sul tema degli assorbimenti patrimoniali, tematiche di competenze del Comitato di Basilea e della Commissione Europea.
Infine, l'aggiornamento delle stime dello staff BCE hanno interessato solo il 2014: rivisto al rialzo il Pil all'1,2%, mentre l'inflazione è stata portata dall'1,1% all'1%.
L'idea che ci siamo fatti è che la BCE sia pronta ad agire, se necessario, ma che ancora una volta utilizzerà strumenti potenzialmente più efficaci in attesa di modifiche regolamentari. La reazione sul monetario ha comportato uno spostamento verso l'alto della curva dei tassi di circa 5 pb, mentre sul mercato obbligazionario si è assistito ad una risalita dei tassi, concentrata soprattutto in Germania