Banca d'Italia esce dall'asta di bonifiche ferraresi dopo avere inanellato parecchie sconfitte.,gravi considerando il massimo rispetto e serieta' che l'avevano – e l'hanno – sempre circondata
Non ha venduto bonifiche ferraresi ' subito dopo la cessione di Risanamento. Non l'ha venduta quando tutti eravamo infatuati dei terreni nel 2006.
Ha lanciato un'asta che si presupponeva avvenisse-vista la potenza e la serieta' del proponente-dopo avere attentamente sondato il mercato.
Non e' stato così.
Vediamo come cercheranno di calmare le proteste dei soci di minoranza.
Tra i "regalini" che NON costano nulla vi è sempre quell'aumento di capitale gia' utilizzato dieci anni fa ( 1:8 gratis). Una formula che viene sfruttata da TXT da alcuni anni con grande successo come soddisfazione psicologica. Sappiamo benissimo che il patrimonio non cambia, e che e' solo un trasferimento da riserve a capitale, ma la psicologia in borsa e' importante.
Vediamo cosa decideranno di fare per non farsi ricordare solo per la soffertissima asta,finita male.
Banca d'Italia sa che la societa' è quotata in borsa e che il suo operato puo' essere duramente censurato,come avvenuto per le modalita' di questa cessione.
vediamo cosa fara' per tacitare in ultra-minima parte le critiche dei piccoli soci.
PS due solo note mini-positive in questa beffa: sappiamo che sotto 35,2 euro Banca d'Italia non vende e sappiamo che se qualcuno si presenta l'offerta puo' essere presa in considerazione. Un po' poco ma meglio di niente
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)