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La Russia sospende le esercitazioni militari


Sul fronte europeo sono arrivati segnali più distensivi dopo l'ordine di Putin di sospendere le esercitazioni militari iniziate lo scorso 26 febbraio che avevano alimentato i timori di imminente invasione dell'Ucraina. Possibile che l'ordine sia da collegarsi anche all'arrivo oggi a Kiev del segretario di Stato Usa Kerry. Allo stesso tempo la Russia ha smentito anche le indiscrezioni di un ultimatum all'Ucraina. Comprensibile pertanto la reazione dei bond questa mattina, con tasso decennale tedesco in salita in prossimità dell'1,60%, a fronte di sostanziale stabilità in area periferica

Vi sintetizziamo inoltre i due punti principali del discorso tenuto da Mario Draghi nel corso di un'audizione presso una commissione del parlamento europeo.
In primo luogo, secondo Draghi, il tasso di cambio non è un target di politica monetaria ma è rilevante ai fini del mandato BCE focalizzato sulla stabilità dei prezzi;
In merito invece all'ipotesi di finanziamenti BCE concessi alle banche solo a condizione che vengano incrementati i prestiti (cosiddetto Funding for Lending) Draghi ha confermato che questa soluzione rientra nel ventaglio di ipotesi che l'Istituto sta considerando.

Lo stesso Draghi ha poi sottolineato che sta crescendo l'attenzione sull'incremento dei prezzi immobiliari che sta emergendo in alcuni paesi dell'area.

Per quanto riguarda il mercato delle valute da segnalare come la seduta di ieri abbiia visto prevalere un clima di avversione al rischio tra gli operatori con le valute emergenti, soprattutto quelle dell'area Est Europa risultate tra le più penalizzate.
L'euro è apparso sostanzialmente insensibile sia alle tensioni geopolitiche sia al discorso di Draghi. L'impressione è che gli operatori sono in fase attendista in vista della riunione BCE di giovedì e dei dati sul mercato del lavoro Usa di venerdì. La resistenza continua a collocarsi in area 1,38. Questa mattina si sta assistendo ad un parziale recupero del rublo, e delle altre valute maggiormente penalizzate ieri, dopo l'annuncio del ritiro delle truppe russe dai confini con l'Ucraina

Lo yen è ritornato questa notte a deprezzarsi sia nei confronti dell'euro sia sul dollaro in scia al rimbalzo dei listini asiatici ed al clima più disteso dei mercati dopo le notizie proveniente dalla Russia. Il cambio sull'euro questa mattinata è risalito sopra quota 140, dopo le dichiarazioni del governatore BOJ che ha enfatizzato l'impatto dei carry trade sul'andamento dello yen.

Da segnalare, inoltre, il lieve deprezzamento, riscontrato questa notte, del dollaro australiano dopo la riunione della RBA in cui il tasso di riferimento è stato confermato al minimo storico del 2,5%. Nel comunicato l'Istituto ha però reinserito il riferimento ad un tasso di cambio che rimane su "livelli elevati in termini storici"; fattore che probabilmente ha portato alla debolezza della valuta australiana.

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