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Ieri Italia protagonista sul fronte tassi che ha registrato un vistoso calo di tutti gli spread periferici. Il tasso decennale italiano, infatti ha evidenziato un calo a ritmo maggiore anche di quello spagnolo, arrivando sempre più in prossimità del 3,5%. A contribuire al calo anche il ridimensionamento di circa 3pb delle aspettative di inflazione misurate dal Btp decennale legato all'inflazione Euro.
Proprio in riferimento all'inflazione funzionari BCE del calibro di Weidmann e Nowotny, hanno ribadito che al momento non è in vista uno scenario deflattivo, sebbene Nowotny abbia aggiunto che le stime su inflazione 2016 da parte dello staff BCE (in pubblicazione il prossimo 6 marzo) potrebbero attestarsi sotto al 2%.

Sempre Ewald Nowotny ha richiamato l'attenzione sulla possibilità di un taglio dei tassi BCE, nel qual caso verrebbe portato in negativo anche il tasso sui depositi. Weidmann, presidente Bundesbank, dal canto suo ha ribadito la contrarietà all'ipotesi di acquisto di bond

Sul lato valute da segnalare l'apprezzamento dell'euro vs dollaro. Anche questa volta la motivazione è da ricercare nei deludenti dati macro Usa. La teorie basate sulle sole condizioni meteo inizia a non convincere gli operatori, almeno in termini di motivazione unica. L'area 1,38 rimane la resistenza successiva, in attesa soprattutto delle minute Fed.
Per quanto riguarda invece lo Yen risultato in deprezzamento nella seduta di ieri è da rilevare come l'effetto della manovra a sorpresa della BoJ si sia stemperato nel corso della giornata complice anche i dati macro deludenti pubblicati negli Usa. Il cambio verso euro si è fermato in prossimità della prima zona di resistenza intorno a quota 141 e questa mattina continua a scambiare poco al di sotto tale soglia
Sul fronte delle valute emergenti, la seduta di ieri ha visto un deprezzamento generalizzato delle principali valute evidenziando ancora una volta come il rublo sia risultato tra i più penalizzati. Il cambio vs euro ha toccato un nuovo massimo storico e questa mattina continua a rimanere sotto pressione superando quota 49.

Molto positivi i dati di ieri sulle commodity: l'indice generale GSCI ER, infatti, è in forte rialzo (il maggiore dallo scorso agosto) con apporto positivo da parte di tutti i settori con particolare riferimento ai comparti energetici (+ 1,6%).
Tutto bene anche sul fronte materie prime con unica eccezione del cacao.
Positivo il greggio ed in particolare il WTI che è tornato sui massimi da oltre 4 mesi (in area 102$/barile) mettendo a segno un rialzo di oltre il 2% su attese di un calo delle scorte visto il gelo negli Usa. Lo spread Brent – WTI si è così ulteriormente ristretto andandosi a posizionare sui livelli minimi da 4 mesi e mezzo.
Da segnalare l'andamento ositivo anche per i metalli preziosi (+ 0,7%), con l'oro che si è spinto fin sopra i 1330$/oncia per la prima volta da fine ottobre. Secondo quanto riportato dal WSJ il governo indiano potrebbe ridurre il dazio sulle importazioni di oro nell'ordine del 2-4% entro fine mese dall'attuale 10%. In evidenza anche il recupero dei metalli non ferrosi (+1%).

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