FMI: CORREZIONE DELLE STIME
Ieri nuovo intervento del FMI (Fondo Monetario Internazionale) ancora sull'economia italiana che dopo aver tagliato le stime di crescita sull'andamento dell'economia è tornato in argomento, correggendo le stime sui conti pubblici italiani.
Con le nuove stime correttive il Fmi indica per il disavanzo 2014 in rapporto al Pil la soglia massima Ue di 3% mentre, su quello dell'anno prossimo, l'attesa si sposta dal 2,1% al 2,3%.
In riferimento invece alla dinamica debito/Pil, che ricordiamo essere il vero problema del bilancio nazionale, la stima viene ritoccata al rialzo da 136,4% a 136,7% sul 2014 e addirittura di un punto percentuale pieno a 136,4% sul 2015.
DATI E ANTICIPAZIONI SUL SECONDARIO
Il Tesoro ha reso noti i quantitativi offerti nella prossima asta BTP prevista per lunedì prossimo. I valori offerti in asta potranno arrivare al'importo di 6,75 miliardi di Btp.
Volgendo lo sguardo a quanto successo ieri sui mercati obbligazionari possiamo commentare che si è trattato di una seduta altalenante, che ha visto i governativi italiani stornare nel pomeriggio l'andamento negativo prevalso in mattinata. Il secondario italiano riparte ha chiuso con lo spread di rendimento tra Btp e Bund sul tratto a 10 anni a 144 punti base e il tasso del decennale al 2,234%.
USA: ATTESISSIMI I DATI MACRO SULLA DISOCCUPAZIONE
Il fronte macro in territorio Usa è concentrato sul dato sulle nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione. Su questo dato le attese di consenso indicano un primo valore pari a 294.000.
Il dato è rilevante in ottica Fed, soprattutto in questo frangente di rinnovato ottimismo, successivo ai recenti dati positivi sullo stato di salute dell'economia americana.
GIAPPONE: DATI MACRO ORDINI ORDINATIVI
I dati di Agosto relativi agli ordini core per macchinari indicano un valore in aumento pari al 4,7% su mese; il dato è maggiormente significativo se rapportato alle attese dal momento che le supera del 0,9%.
Pur in presenza di questi dati è parere dei principali operatori economici che tali valori non sono sufficienti a dissipare i timori su un andamento stagnante dell'economia nipponica.