Borsa italiana: inizio della fine o fine dell'inizio ?
Sono due gli indicatori che ci danno oggi il polso del mercato azionario italiano.
Il primo è lo spread BTP – BUND che tecnicamente ha ora una brutta faccia: siamo ancora in una congestione orizzontale all'interno di un trend decrescente. Ma ormai siamo agli sgoccioli perché il big bang del ciclo sta suonando il fine partita. A suo tempo infatti scrivemmo dell'esaurimento di un ciclo positivo / ribassista sul Sequential (un indicatore ciclico di De Mark) e non per bravura di chi scrive ma di DeMark quell'indicatore ora sta tornando buono perché per la prima volta andava contro il mercato ricordando che il nostro spread era sui minimi e che prima o poi le lune di miele si scontrano con la realtà di tutti i giorni. Ovviamente aspettiamo la rottura della congestione orizzontale prima di gridare al lupo, rottura che avverrebbe sopra quota 190.
Il secondo indicatore è quello della base sul VIX futures che è sprofondata in backwardation e ci starà ancora per le prossime settimane quando la crisi toccherà l'apice in termini di volatilità. Potete vedere quello che è successo in passato.
A livello tecnico i mercati hanno toccato ieri il punto fatale rompendo i 20.000 del Ftse All Share: siamo ora appesi alla trendline di lungo periodo rotta la quale piombiamo di nuovo sul fondo. Ora si tratta di vedere se questo "ultimo" argine regge o non regge, anche se le trendline di solito le disegnano gli angeli e le ammirano i santi, perché i mercati guardano l'ultimo minimo e l'ultimo minimo era 20.000 del Ftse All Share. Non facciamo molto i precisini però, perché se i mercati rompono poi hanno sempre ragione loro ma almeno non pretendiamo che rompano in maniera chiara limpida e cristallina.
Ma c'è un ma: Goldman Sachs scrive stamattina che "il downgrade dei mercati relativamente alle aspettative sulla crescita appare un po' eccessivo rispetto alla realtà" (it looks large relative to reality". E questo perché i tempi bui sono ormai alle spalle e al di là delle preoccupazioni rispetto ad una decelerazione della crescita in giro per il mondo alla fine ci sono aspetti anche positivi, il classico bicchiere mezzo pieno.
Ripeto, non stiamo ancora precipitando dentro il burrone, abbiamo già fatto il passo oltre il ciglio ma è sempre possibile che con un gesto repentino possiamo ancora aggrapparci e tirarci fuori.
E' chiaro che le perdite sofferte per vendere gli ultimi titoli in portafoglio a fronte di questi stormir di fronde, oggi, ma non ieri, appaiono lievi.
Aspettiamo