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La Turchia domina la mattinata


Per quanto riguarda il fronte Europeo è da rilevare che in prima mattina il mercato è stato caratterizzato dal rialzo dei tassi tedeschi a fronte di un andamento in senso opposto del comparto periferico.
Degno di nota anche il parziale rientro delle tensioni sui mercati valutari emergenti a seguito delle decisioni della banca centrale indiana e soprattutto dalle mosse della Banca Centrale di Turchia. A questo dobbiamo aggiungere un lieve ridimensionamento dei tassi anche sul mercato monetario.
Ieri la BCE ha di fatto mantenuto inalterata la liquidità dopo l'operazione di rifinanziamento a 7 giorni (drenaggio di circa 1Mld€) e di quella di parziale sterilizzazione dei titoli del piano SMP. Oggi è atteso il risultato della prima operazione a tre mesi del 2014 che, visto il basso ammontare in scadenza (circa 2Mld€), potrebbe portare ad un'immissione netta di liquidità, fattore quest'ultimo in buona misura alla base del citato calo questa mattina dei tassi Eonia.
Sul fronte obbligazionario, attesa l'emissione del nuovo decennale tedesco fino a 5 Mld€.

Per quanto riguarda, invece il mercato Usa va sottolineato il rialzo dei tassi a seguito delle notizie prima citate in arrivo dall'area emergente, in particolare dalla Turchia.
Ieri, infatti, il tasso decennale si era temporaneamente riportato sotto il 2,75% dopo il deludente dato sugli ordini di beni durevoli di dicembre, in parte bilanciato poi da indicazioni positive dall'indice sulla fiducia dei consumatori di gennaio.,

Oggi l'attenzione degli operatori sarà concentrata sull'esito della riunione Fed, l'ultima presieduta da Bernanke che non sarà seguita da conferenza stampa. Il consenso è basato sulla possibilità di continuazione del tapering con un'ulteriore riduzione di 10Mld$ del piano di acquisti.

Quest'ultima tesi è suffragata da diversi aspetti: il tenore complessivamente positivo dei dati macroeconomici, la buona tenuta dei listini azionari, la sostanziale stabilizzazione del tasso decennale al di sotto della soglia del 3%, ed infine dalle dichiarazioni di diversi membri Fed a favore della continuazione del tapering.
Per contro non sono da sottovalutare i seguenti aspetti che invece andrebbero in senso contrario. In primo luogo l'andamento del mercato del lavoro, ma anche alcuni dati del comparto immobiliare e gli ordinativi di beni durevoli per non parlare delle turbolenze recenti sui mercati emergenti.
Inutile dire che lo scenario di consenso risulta quello più logico al momento, sebbene non appare del tutto da scartare l'ipotesi di un tapering più moderato (nell'ordine ad esempio di 5 Mld$).

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