Dopo il continuo "pacco" che ci rifilano da anni con la tiritera del "Piùeuropa" e dell'Euro irreversibile ad ogni costo, oggi, direttamente da Bruxelles, è arrivato il commissario per gli affari economici della UE Olli Rehn che alla Camera ha avuto la possibilità di fare un bel sermone all'Italia, smentendo tra l'altro i vari esponenti politici che durante l'estate avevano parlato di luci in fondo al tunnel e di fine della crisi entro il 2013.
Rehn, paragonando l'Italia ad una delle sue innegabili eccellenze, la Ferrari, ha detto che il nostro paese ha:"una grande tradizione di stile e capacità anche tecnica ma per poter vincere bisogna avere un motore competitivo, bisogna essere pronti a cambiare, adeguarsi. L'Italia è la terza economia per grandezza in Europa e il suo motore di crescita non può andare a basso regime, il motore ha bisogno di un'urgente revisione, non si può perdere tempo a pit stop spero che l'Italia guidi con due mani sul volante e rimanga fermamente in pista".
Insomma, il nulla assoluto in questa frase di circostanza, in perfetto politichese da trasferta in un'altra nazione; successivamente però, il suo discorso è entrato maggiormente nel vivo: "La stabilità politica è un fattore fondamentale per la ripresa ma l'Italia dovrà onorare gli impegni assunti, come il governo ha più volte dichiarato. I dati sul Pil sono deludenti". E poi il momento cruciale quando ha affermato: "Adesso sarà nostro dovere verificare la service tax. l'Italia è in linea con il conseguimento dell'obiettivo del pareggio di bilancio, a condizione che gli impegni attuali vengano rispettati, o concordate misure compensative laddove si creino buchi di bilancio"
Capito gente?
Rileggete di nuovo con attenzione l'ultimo passaggio, quello in grassetto. La traduzione più o meno è: "se non fate i compitini a casa, da bravi, seguendo le nostre istruzioni, saranno guai, perché da Bruxelles si interverrà per correggere". A questo punto qualcuno, poco informato esclamerà: "ma possono farlo?"
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Certo che si, possono eccome, dal momento che tra i regolamenti europei firmati anche dall'Italia lo scorso maggio, c'è anche il doppio pacco, meglio identificato con l'acronimo "two-pack", un meccanismo che di fatto sottrae altra sovranità agli Stati dell'UE, in nome del più Europa e del coordinamento e vigilanza nel processo di formazione delle politiche fiscali nazionali.
Per farla ancora più semplice, la minaccia di Letta di un paio di giorni fa, quando ha affermato che in caso di crisi di governo la legge di stabilità si scriverebbe a Bruxelles è quanto meno fuorviante, poiché anche se scritta materialmente a Roma, sarà comunque sottoposta al vincolo di controllo dell'UE.
Prepariamoci dunque ad una bella service tax piena di aumenti di tasse, al cui cospetto l'Imu sulla prima casa son sicuro che fa ridere.
Quindi è quello il contropacco o contropaccotto?
Ebbene no, quello arriva nel 2014 e si chiama Fiscal compact che come abbiamo spiegato in un precedente articolo è stato inserito in assoluto silenzio in costituzione, e con il quale l'Italia si impegna a ridurre il debito stesso di 50 mld all'anno per 20 anni. Questo significa che, stando così la situazione, ha bisogno stabilmente, tutti gli anni, di saldi positivi enormi, tra i 150 e i 130 mld , da reperire attraverso manovre lacrime e sangue permanenti, molto più invasive di quelle fino ad ora sperimentate.