Negli ultimi tempi ne ho parlato e scritto in svariate occasioni.
Per qualcuno sarò ripetitivo, ma le dichiarazioni sentite tutto il giorno dai personaggi presenti al forum Ambrosetti di Cernobbio, erano più o meno del tipo: "nell'ultimo trimestre di quest'anno l'Italia inizierà di nuovo a crescere, avremo valori di Pil positivi" oppure "la ripresa dell'Italia è reale e non lo dico io, lo dicono i numeri, basta andare a leggerli" o ancora "c'è un aumento delle richiesta di credito alle banche, niente di eccezionale, ma indica che siamo all'inizio di una fase di stabilizzazione che porterà ad un aumento degli investimenti".
Se vogliamo essere seri e parlare di cose reali, dobbiamo invece partire dal fatto che il debito pubblico italiano è ormai fuori controllo e non è attaccabile con manovre fiscali ordinarie.
Sotto il governo Monti è passato rapidamente in pochi mesi da 1800 e oltre 2000 mld. L'Italia paga ogni anno circa 100 mld di interessi sul debito e dal 2014 ha inserito in costituzione, in assoluto silenzio, il Fiscal compact , con cui si impegna a ridurre il debito stesso di 50 mld all'anno per 20 anni.
Questo significa che, stando così la situazione, ha bisogno stabilmente, tutti gli anni, di saldi positivi enormi, tra i 150 e i 130 mld , da reperire attraverso manovre lacrime e sangue permanenti, molto più invasive di quelle fino ad ora sperimentate.
Ora, l'esperienza cosa ci insegna?
In un'economia già depressa, l'aumento della tassazione, porta inevitabilmente a due risultati:
A) avere regolarmente gettiti inferiori alle stime per il tesoro
B) impedire al denominatore del rapporto Deficit / Pil di crescere al fine di ridurre il rapporto stesso.
Fin quando non ci sarà un governo disposto ad ammettere che il debito pubblico italiano non è ripagabile e si disponga la rinegoziazione dello stesso, con contemporanea uscita dall'Euro e riacquisto della sovranità integrale, sentiremo parlare di pie illusioni.
La matematica, si sa, non è un'opinione.