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MERCATI E BANCHE CENTRALI
Riparte dai 269 punti base di venerdì sera il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sul tratto a dieci anni IT10DE10=TWEB, dopo una settimana in cui il mercato ha dovuto assorbire – tenendo conto anche delle riaperture riservate agli specialisti – nuova carta per complessivi 19,3 miliardi nelle aste di fine mese su Ctz, Btpei, Bot a sei mesi e Btp a 5/10 anni.
Nei prossimi giorni l'attenzione degli investitori si concentrerà sugli appuntamenti con le banche centrali: Bce e Banca d'Inghilterra, entrambe giovedì. In particolare il consiglio direttivo della BCE si incontrerà per discutere se sia necessario ulteriore supporto all'economia, aggiuntivo al taglio ai tassi di interesse già effettuato. Gli sbalzi al tasso di inflazione (ben al di sotto del target nel medio termine della BCE ma comunque vicino a 2%), che da l'1.2% rilevato a marzo è passata a 1.4% in Aprile, ci fa supporre che sia in aumento la pressione sulla banca perché intervenga immediatamente.
La BCE annuncerà le nuove previsioni per la crescita e l'inflazione nel 2013 e nel 2014, tutto il prossimo giovedì 6 giugno e con molta probabilità dovrà rivedere ancora una volta le stime al ribasso: la crescita per quest'anno era stata prevista al 1.3% nel 2011, ma le ultime revisioni prevedono una crescita negativa, pari a -0.5%.
Secondo alcuni analisti, come Howard Archer, la debolezza dell'economia porterà la banca a tagliare sui tassi di rifinanziamento per un ulteriore 0.25% già dalla prossima settimana.

Un'altra corrente di pensiero, invece, ritiene che giovedì prossimo la BCE non annunci nessun cambiamento, ma Mario Draghi darà ancora una volta il segnale: la BCE è pronta ad intervenire.
A monte l'inversione di tendenza seguita alle parole di Ben Bernanke: la prospettiva che Federal Reserve riduca un giorno – magari già nei prossimi mesi – l'ammontare del programma di 'quantitative easing' ha portato i mercati a un sostanziale 'repricing' del rischio, penalizzando i listini azionari e la periferia d'Europa.

CINA: PMI MANIFATTURIERO E NO
Il Pmi manifatturiero relativo al mese di maggio mostra una caduta a 49,2. Questo dato è il peggiore dall'ottobre dell'anno scorso e al di sotto della stima flash per 49,6. In contrazione i nuovi ordini e le esportazioni. La lettura finale di aprile si era attestata a 50,4.
Il Pmi no manifatturiero ufficiale evidenzia invece un dato in tenuta al 54,3, contro il 54,5 di aprile. Cifre ancora al di sopra della soglia dei 50 che separa la contrazione dall'espansione.

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